Cecità al Mercadante | Recensione

Cecità al Mercadante

Il due e tre marzo è andato in scena Cecità al Mercadante, spettacolo di Virgilio Sieni, liberamente ispirato al romanzo Cecità di J. Saramago

«Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono» J. Saramago

Con quest’opera teatrale al Mercadante, abbiamo uno scenario apocalittico, dove sei individui fanno i conti con l’inaspettato, con l’imponderabile: un virus ha privato l’uomo della vista, lo ha costretto alla cecità, ad una vita immersa nel bagliore di una luce accecante. L’assenza della vista rende l’uomo, allora, sgomento, impaurito, preda del terrore, suscettibile a odori, rumori, sensazioni. 

«Quel mare di latte nel quale sono caduti gli abitanti del mondo, li rende sgomenti e impauriti, vulnerabili agli odori e alle esalazioni, li costringe ad apprezzare il pianto e le lacrime, le impronte e il tocco della mano.»

La vita priva di luce è quindi una vita che va rimodulata, ripensata: gli uomini che versano in un comune disagio devono, dunque, scegliere la strada obbligata dell’alleanza. Tra loro solo una donna non è stata colpita dalla cecità: anche per lei però si profila la strada del cambiamento, dell’adattarsi ad una vita e ad un mondo ormai irrimediabilmente cambiato, in cui la vista adesso ha necessariamente un altro significato. E allora, così come ha mostrato lo spettacolo al Mercadante, la cecità, la condizione di disagio diventa un modo per uscire dalla dimensione confortante e immutabile del quotidiano, per reinventarsi la vita, per ritornare alla natura che è lo spazio che ci accoglie, ma che può anche, volendo, distruggerci. 

«Siamo fatti di agenti e presenze che gemendo ci richiamano e la danza incarnata nei corpi risponde, restituendosi nella sua intraducibilità rituale. L’attenzione è su quello che già è qui, sul movimento musicale come tensione che coinvolge tutte le facoltà umane, per essere semplicemente vivi, per creare e ricreare quell’esperienza di iniziazione al movimento.»

La danza, in questo, risulta lo strumento che meglio riesce a rendere la paura e l’attaccamento disperato degli uni agli altri che l’opera Cecità al Mercadante vuole trasmettere: in una luce abbagliante e lattiginosa, i sei individui si muovono in maniera straziante, in un movimento convulso e lacerante che bene renda la disperazione e lo smarrimento. Ad intensificare l’effetto di questo bagliore terrificante è la scelta delle musiche e dei suoni che sono inquietanti, a tratti disturbanti.

Quindi, con l’opera Cecità torna al Mercadante la danza di Virgilio Sieni – il danzatore e coreografo toscano, artista attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d’arte e musei – che sabato 2 e domenica 3 marzo, rispettivamente alle 21.00 e alle 18.00, presenterà lo spettacolo al teatrodi cui firma ideazione, coreografia e spazio per i danzatori Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos, con musica originale di Fabrizio Cammarata. Le luci dello spettacolo sono di Andrea Narese e dello stesso Virgilio Sieni, i costumi e gli elementi scenici sono di Silvia Salvaggio, le maschere di Chiara Occhini. La produzione è del Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni, Fondazione Teatro Piemonte Europa e Fondazione Teatro Metastasio di Prato.

Fonte immagine: sito ufficiale del teatro Mercadante

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