Shakespearology, lo spettacolo del gruppo teatrale Sotterraneo

Shakespearology, lo spettacolo del gruppo teatrale Sotterraneo

Shakespearology, alla Galleria Toledo

Il 20 e il 21 gennaio 2023 è andato in scena alla Galleria Toledo lo spettacolo Shakespearology, per una produzione del gruppo teatrale Sotterraneo, dal quale deriva anche l’ideazione e la regia della pièce. In scena, la performance dell’attore Woody Neri articolata tra musica, movimento e recitazione. Insomma, un vero e proprio one man show proposto sottoforma di un’intervista con il più grande drammaturgo di tutti i tempi, omaggiandolo a modo suo, che ben si inserisce nelle modalità con le quali il gruppo Sotterraneo si approccia al teatro: la ricerca di forme nuove, di linguaggi contemporanei che possano fare scaturire un pensiero critico nello spettatore.

La recensione

A tutti è capitato almeno una volta di sognare di poter riportare in vita il proprio divo o la propria diva a cui si è più affezionati. Il gruppo Sotterraneo esaudisce questo desiderio, ma ritornando veramente indietro nel tempo addirittura tra il Cinquecento e il Seicento fino a incontrare Shakespeare. Nasce, così, lo spettacolo teatrale Shakespearology che immagina come sarebbe il nostro drammaturgo ai giorni nostri, con le canzoni rock e pop delle ultime generazioni e uno scenario teatrale completamente cambiato rispetto a quei secoli.

Lo Shakespeare di Shakespearology si presenta come una personalità eccentrica e poliedrica, quasi una rockstar dei giorni nostri con la capacità di sognare in grande, ma anche con la praticità di farlo sempre a occhi aperti. Non passa di certo inosservato e con energico entusiasmo ci narra della sua carriera, una vera ascesa sociale affrontata con non poco coraggio ma con tanta forza nonché altrettanta dedizione.

Eppure, lo Shakespeare di Shakespearology non si limita a parlare soltanto di sé. Il nostro drammaturgo – che vive grazie sia a uno studio fatto con attenzione sia alle nostre proiezioni – ha l’intelligenza di essere curioso, di muovere metaforicamente al pubblico domande precise e puntuali, portando pensieri che apparentemente potrebbero risultare scomodi.

In Shakespearology, infatti, si riflette su un teatro che, in generale, è costretto fin troppe volte a mettersi in proprio, a dovercela fare con quanto spesso è poco anche se costruito in tanto tempo a prezzo di duro lavoro. Si prova a riflettere su come il teatro di oggi non è realmente concepito, figuriamoci trattato, come un lavoro. Si riflette su come oggi si ha sicuramente più possibilità per sognare, soprattutto un teatro che possa diventare missione culturale, salvaguardia della creatività contro il rischio sempre presente di inaridimenti, un balsamo per gli animi, anche quelli più scottati; ma, allo stesso tempo, sembra non esserci tanto spazio per dedicarsi a concretizzare questi stessi sogni – caro Shakespeare, insegnaci tu a essere sognatori, sì, ma anche intelligenti imprenditori! Ed è curioso notare che – duole proprio dirlo – tali riflessioni Shakespearology le porta in un teatro che conta una platea molte volte esigua, per ragioni senz’altro che meriterebbero spazi di ragionamento più ampi.

Shakespearology, dunque, diverte, entusiasma, è uno spettacolo accessibile – cosa non scontata – e sfrutta questo suo potenziale per smuovere i cuori ma soprattutto le intelligenze.

Immagine di copertina: Galleria Toledo     

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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