Cosa sono i campi di concentramento: storia di ciò che è stato

campi di concentramento

Cosa sono i campi di concentramento? Si tratta di strutture carcerarie all’aperto, utilizzate per la detenzione, la repressione e lo sfruttamento di intere popolazioni di civili o militari, identificati come nemici da un regime.

Anche se tristemente associati al nazismo, la loro storia è più ampia e complessa, con differenti finalità a seconda del contesto storico e politico in cui sono stati istituiti.

Le origini: i primi campi di concentramento

Il primo utilizzo dei campi di concentramento nella storia contemporanea risale all’insurrezione cubana del 1896. Il generale spagnolo Valeriano Weyler attuò un “riconcentramento” della popolazione rurale per isolare i ribelli, deportando i civili in zone recintate da filo spinato in condizioni igieniche disastrose. Poco dopo, durante la seconda guerra boera in Sud Africa (1900-1902), il comandante britannico Kitchener deportò circa 120.000 boeri in cinquantotto campi, dove decine di migliaia morirono per denutrizione ed epidemie. Anche soldati italiani, dopo la Rotta di Caporetto, furono imprigionati in campi austro-ungarici e tedeschi, subendo una durissima detenzione.

Il sistema dei lager nazisti: concentramento e sterminio

I più tristemente noti sono i campi di concentramento creati dai nazisti in Germania, noti con il termine “lager”. Inizialmente nati come luoghi di prigionia provvisoria per oppositori politici, divennero un sistema capillare per la detenzione e lo sfruttamento di tutte le persone sgradite al regime, costrette ai lavori forzati fino alla morte. I prigionieri arrivavano stipati in vagoni ferroviari, stremati da viaggi disumani. All’arrivo, subivano una “selezione”: gli abili al lavoro venivano separati dalle famiglie e destinati alle baracche; gli altri – anziani, malati, donne e bambini – erano condotti direttamente alle camere a gas, dove venivano uccisi con un pesticida letale. I loro corpi venivano poi bruciati nei forni crematori.

Tipologie di campi a confronto

Tipologia Scopo principale e vittime
Campo di concentramento Detenzione e repressione di oppositori politici e gruppi ritenuti “pericolosi”. La morte era una conseguenza delle condizioni disumane, non lo scopo primario.
Campo di sterminio (nazista) Progettato scientificamente per l’eliminazione fisica di massa, principalmente degli ebrei (Shoah), ma anche di Rom, omosessuali e altri. Esempi: Auschwitz-Birkenau, Treblinka.
Gulag (sovietico) Sistema di campi di lavoro forzato per lo sfruttamento economico e la repressione di “nemici di classe”, dissidenti e criminali comuni.

È fondamentale distinguere i campi di concentramento, dove la morte era causata da stenti e violenze, dalla terribile rete dei campi di sterminio, creati a partire dalla fine del 1941 con l’unico scopo di attuare l’eliminazione fisica industrializzata degli ebrei e degli altri prigionieri.

Altri esempi storici: dai Gulag ai Khmer Rossi

L’uso sistematico dei campi di internamento si ebbe anche nell’URSS a partire dal 1917 con la nascita dei Gulag. Qui i detenuti, etichettati come “nemici di classe” o criminali, erano costretti a lavorare in condizioni disumane fino alla morte. Altri esempi tragici includono i campi in Cambogia durante il regime dei Khmer Rossi negli anni ’70, dove intellettuali e minoranze furono sterminati, e il già citato campo di Dachau, il primo aperto dai nazisti in Germania.

I campi di concentramento in Italia

Anche l’Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale e il regime fascista, ebbe i suoi campi di concentramento per imprigionare ebrei, oppositori politici e altre minoranze. Uno dei più noti è il campo di Ferramonti di Tarsia, in Calabria, dove furono internati circa 3.000 prigionieri. Fu il primo campo italiano a essere liberato, nel settembre 1943. Altri campi importanti, usati anche come transito verso i lager nazisti, furono quelli di Fossoli in Emilia-Romagna e la Risiera di San Sabba a Trieste, l’unico campo in Italia dotato di un forno crematorio.

Cosa rappresentano i campi di concentramento oggi

Secondo l’analisi storica, i campi nazisti rappresentano un caso unico per la loro sistematica volontà di annientare la dignità umana prima ancora della vita. In questo “universo concentrazionario”, ogni deportato veniva privato della propria identità e disumanizzato. Oggi, grazie alla storia e alla memoria, l’orrore dei lager appartiene al patrimonio conoscitivo collettivo. Come ricordato dallo United States Holocaust Memorial Museum, studiare questi eventi è fondamentale per comprendere i pericoli dell’odio e dell’indifferenza. La memoria dei campi di concentramento si intreccia con altri tragici eventi della storia recente, come le foibe o lo smembramento della Jugoslavia. Ricordare e distinguere le specificità di ogni evento è cruciale per sfatare ogni dubbio e combattere ogni forma di oblio.

Immagine in evidenza: Pixabay

Articolo aggiornato il: 05/09/2025

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4 Comments on “Cosa sono i campi di concentramento: storia di ciò che è stato”

  1. The first “concentration camp” was not in Cuba, at all. Spanish Government, through General Weyler, performed a “reconcentration” in order to protect the civilians of certain regions of the Island, who were attacked by the “mambises” (independentists), destroying their houses, farms and robbing the cattle. By no means there is a connection with what happended in Europe during the Second World War. The Spanish Goverment and the Army did not intend to kill anyone, but just the opposite. It was a tough measure, needed as a consequence of the way the rebels acted during the war, but subject to International War Laws and practices (not the case, sadly and unfortunately, with the German Nazis). The United States ambitioned Cuba at any cost, and the Yellow Press in America started a campaign of lies and false news against General Weyler, the Army and Spain. Those lies have been repeated by cubans (particularly by the Comunist Party, interested in creating a “foreign enemy”) and americans for many years since then. Please, use reliable and independent sources before writing. As a curiosity, let´s inform that similar measures of “concentrating” civilians were used by the Americans themselves during their recent Civil War, prior to supporting the Cuban rebelión against Spain.

  2. The first “concentration camp” was not in Cuba, at all. Spanish Government, through General Weyler, performed a “reconcentration” in order to protect the civilians of certain regions of the Island, who were attacked by the “mambises” (independentists), destroying their houses, farms and robbing the cattle. By no means there is a connection with what later happended in Europe during the Second World War. The Spanish Goverment and the Army did not intend to kill anyone, but just the opposite. It was a tough measure, true, but needed as a consequence of the cruel and destructive way the rebels acted during the war. But it was fully done under International War Laws and practices (not the case, sadly and unfortunately, with the German Nazis). The United States ambitioned Cuba at any cost, and the Yellow Press in America started a campaign of lies and real fake news against General Weyler, the Army and Spain. Those lies have been repeated by cubans (particularly by the Comunist Party, interested in creating a “foreign enemy”) and americans for many years since then. Please, use reliable and independent sources before writing. As a curiosity, let´s inform that similar measures of “concentrating” civilians were used by the Americans themselves during their recent Civil War, prior to supporting the Cuban rebelion against Spain.

  3. Mi permetto di segnalare un ulteriore errore nell’articolo che riguarda il campo di concentramento di Ferramonti. Al suo interno, al massimo della sua capienza, fuori reclusi non più di 3mila persone e non certamente 8mila. Fu un campo tipicamente voluto dal regime fascista e nulla ha a che vedere con l’occupazione nazista. Fu infatti liberato dagli inglesi il 14 settembre 1943. Nel suo interno, certamente il gruppo maggiore era ebraico, con minoranze di perosne non di religione ebraica ma provenienti da paesi nemici del fascismo (greci, slavi, cinesi, etc). La presenza di antifascisti, cioè oppositori del regime, fu di fatto quasi irrilevante: dalle carte documentarie ci fu il passaggio a Ferramonti di alcuni antifascisti che provenivano da Manfredonia un paio di mesi prima della liberazione del campo. Tuttavia, che questi siano davvero poi arrivati a Ferramonti e si siano poi fermati nel campo è posta in dubbio dal fatto che non vi sono tracce della loro presenza fra la documentazione sia degli inglesi che degli stessi ebrei. Probabilmente queste persone immediatamente cercarono di fuggire per aggregarsi alla lotta partigiana invece di oziare a Ferramonti. Per ultimo, mettere Ferramonti alla stregua di campi nazisti non è corretto e forse sarebbe stato meglio prima documentarsi

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