Violenza per l’indipendenza: causa o strumento?

Violenza per l'indipendenza: causa o strumento?

La violenza per l’indipendenza è da sempre oggetto di dibattito e uno dei temi ad essa relativi e tra i più discussi è la sua origine. Difatti, focalizzandosi su quale sia la causa che porta il popolo oppresso ad adottare la violenza come mezzo di resistenza e lotta per la rivoluzione, si scopre che la violenza è anche una delle principali cause.

Frantz Fanon, filosofo francese, nei suoi studi illustra la natura multidimensionale della violenza per l’indipendenza. La visione tradizionale della violenza come strumento di lotta contro il colonizzatore si arricchisce: essa trae origine dalla violenza stessa del sistema coloniale che è istituito e continua a vivere sulla violenza che però non si esaurisce nell’impatto e viene rimandata al mittente dai colonizzati.

Per questa ragione, in riferimento alla violenza per l’indipendenza, spesso si utilizza il termine counter-violence: l’origine della “seconda” violenza è nella “prima”, la decolonizzazione attrae e richiama la violenza che può essere considerata la medicina per la stessa. In altre parole, la violenza utilizzata nella lotta al sistema coloniale non rappresenta un nuovo fattore ma una nuova direzione della violenza già esistente.

Il fatto che la violenza per l’indipendenza nasca dalla violenza dei colonizzatori non significa che sia la stessa. Difatti, la counter-violence presenta una differenza sostanziale perché non è un semplice strumento di difesa e di lotta per l’indipendenza, ma ha anche l’obiettivo di costruire un mondo con un nuovo ordine che onori tutti nella società, un sistema di integrazione e unificazione di tutti gli esseri umani. Il colonialismo, invece, è discriminante per natura e il colono fonda un sistema colonizzato anche attraverso la violenza che non si presenta sempre come esplicita e fisica, un esempio è l’istruzione differenziata per i giovani colonizzati e i figli dei colonizzatori.

La natura multidimensionale della violenza per l’indipendenza si esplicita anche nella libertà per cui il singolo individuo lotta. Difatti, prendendo in mano le armi, il colonizzato decide di ritornare protagonista della sua storia, ad essere umano dopo il tentativo dei coloni di disumanizzarlo, di riprendersi tutto ciò che il colonialismo gli aveva portato via e cancellare la sua relazione col colonizzatore. Naturalmente, la violenza ha origine da quella utilizzata dal sistema per privarlo della sua identità anche quando si parla del livello individuale.

Caso Algeria

Emblematico della violenza per l’indipendenza è il caso dell’Algeria che, dal momento in cui è diventata colonia francese nel 1830, ha “vissuto” sotto la violenza dei francesi, violenza che non si manifestava solo fisicamente ma anche nella privazione della libertà e soprattutto dell’identità culturale, oltre che le condizioni sociali ed economiche in cui erano costretti a vivere. Ciò ha portato ad attentati terroristici sempre più frequenti a partire dal 1954, di cui erano bersaglio prima l’amministrazione coloniale e poi la popolazione europea che viveva nel paese, fino all’indipendenza nel 1962.

Lo spargimento di sangue che porta all’indipendenza non nasce quindi dai movimenti insurrezionali bensì dallo stesso sistema che si vuole abbattere. E secondo alcuni storici non vi è altra strada per la libertà: la counter-violence può essere descritta come la “torcia” che guida i coloni nell’oscurità creata dal colonizzatore che li aveva resi ciechi.

 

Fonte immagine di copertina: Pixabay

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