Ghe Kalè: il lusso possibile al centro della Campania

Ghe Kalè

Ghe Kalè, ci siamo stati e…

Mangiare bene, se possibile con ricercatezza e in un bell’ambiente, sembra essere il leitmotiv delle nostre uscite e dei nostri impegni economici abituali. Indubbiamente, la qualità media si è alzata sia per la cucina, per il mood, la location.

Bisogna altrettanto ammettere che, purtroppo, a volte il rapporto qualità/prezzo non coincide e scoraggia molti “buoni palati” dall’uscire a cena e concedersi delle chicche gastronomiche, impauriti dai conti salatissimi.

Ghe Kalè, ristorante di San Paolo Bel Sito (Napoli), ha tra i suoi mantra il “lusso possibile”. Eroica Fenice è stata invitata con mano a tastare questa realtà.

Ghe Kalè: dove, come?

Ghe Kalè: dal greco classico, gea kalè, buona terra. La stessa fraseologia dal quale, probabilmente, deriva il nome del Monte Cicala, sotto il quale si è stanziato il nostro ristorante.
Ci troviamo a San Paolo Bel Sito, piccolo paese da tremila anime ad appena qualche passo dalla più famosa Nola. Il Monte Cicala, sopra menzionato, viene anche descritto dal filosofo Giordano Bruno, che qui ebbe i natali. Un monte che ha fatto la fortuna degli autoctoni, per posizione geografica e prosperità. Siamo pressappoco al centro della Campania, nè più nè meno che nella sua pancia; quasi equidistanti dalle cinque province, un perfetto crocevia.

Il ristorante Ghe Kalè: le persone, l’ambiente

La Famiglia Bifulco, proprietaria della tenuta dove alloggia il Ghe Kalè, è una di quelle famiglie dove l’ospitalità sembra innata. Proprietaria di diversi boutique hotel e bnb a Napoli (tra i quali, ricordiamo, Le Stanze del Vicerè, Dei Decumani e il nuovissimo Hotel Santa Brigida), porta il folklore artistico partenopeo in provincia.

L’arredo, impreziosito con sapienza qui e lì tra le camere, è stato affidato a Le voci di dentro, storica bottega di artigianato partenopeo. Ci si muove agilmente tra kitsch, barocco e neoclassico.

Il piano inferiore dell’edificio è dedicato al progetto bistrot, una perla rara aperta in alcune serate dedicate, con menu differenti (talvolta, semplificati), e una limonaia che vede vita in climi decisamente più clementi.

Gli ambienti presentano un lusso distratto, intellettuale, con opere di valore sapientemente utilizzate come arredi.

La cucina è affidata all’executive chef Raffaele de Rise, solida personalità nolana formatasi nelle cucine di Gennarino Esposito (La Torre del Saracino, due stelle Michelin) e al sous chef Simone Heredia Jimenez, esperto nei diversi tipi di cotture all’aperto (brace, barbecue all’italiana e all’americana, e molti altri).

Il ristorante Ghe Kalè: le proposte, i prezzi

Se “Lusso possibile” è il payoff di Ghe Kalè, non resta che andare a verificare sul menu.

I piatti hanno un costo variabile: gli antipasti vertono intorno ai 16 euro, con una proposta ad appena 8 euro (la “zeppola salata”); i primi piatti, vanno dai 12 ai 16 euro; così anche i secondi piatti.

Menzione a parte per le portate “della tradizione”, a prezzi decisamente più contenuti: presenti ragù e carne alla brace, rispettivamente ad 8 euro e 10 euro.

Per quanto riguarda i vini, la carta è corposa ma le proposte abbastanza semplici. Intuibili le molte referenze campane. I ricarichi non sono eccessivi, segnale che non è il beverage a dover coprire costi che la struttura non sa come rimpinguare, e qui al Ghe Kalè sembra l’abbiano capito bene.

Abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare il menù degustazione di mare, a 45 euro (vini esclusi).

La panificazione è affidata allo chef, che produce anche piccola pasticceria (come vedremo), grissini, ed altre delicatezze di lievito e farina.

Apertura: amouse bouche in 4 battiti, con mini flan di caciocavallo campano, mini babà rustico, cialda di sugna con fonduta di fagioli, tartelletta salata con cozze. Sfizi bilanciati che offrono uno spunto panoramico sulla Campania d’entroterra, molto curiosa del mare.

Antipasto: Polpo cotto a bassa temperatura, poi arrostito, in compagnia del cavolfiore in due consistenze (crema e intero ripassato arrosto).  Riconosciuta la qualità alta della materia prima, è sfiziosa la doppia cottura che regala al polpo consistenza e sapidità. Sa di terra e delle pianure dell’Agro l’abbinamento con le consistenze differenti di cavolfiore.

Primo: cappellacci di pasta fresca a cura dello chef, ripieni di mousseline di gamberetti rosa del golfo di Salerno, broccoli friarielli saltati, completati con brodo di cottura dei gamberetti stessi. Buona la consistenza della pasta, che regge il condimento delicato dei gamberetti. I friarielli, scenicamente belli, danno un bel colpo di acidità. Il brodo a completamento, ricorda invece il più classico “brodo di polpo” napoletano, sorseggiato nei secoli scorsi qua e là e talvolta in qualche oscuro chioschetto in giro per la città, in condizioni igieniche precarie.

Secondo: Trancio di ombrina cotto al vapore in cesto di bambù, con fiori di camomilla, con lupini su mattonella di finocchio. Completato con aria di prezzemolo. La cottura perfetta del pesce, appartenente alla famiglie delle orate, fa da sola il piatto. I fiori di camomilla hanno insaporito con dolcezza e favorito una cottura morbida, la mattonella di finocchio fa da rinfrescante insieme all’aria di prezzemolo, i lupini impreziosiscono un piatto bello ed anche buono.

Pre dessert: babà in tazzina con confettura di albicocche. Gioiellino questo babà in tazzina, con sola bagna in acqua e zucchero, poggiato sulla confettura di albicocche.

Dessert: bavarese ai limoni della Costiera, su biscotto all’olio extra-vergine d’oliva. Un dolce “pulisci-palato”, semifreddo con forte sentore di Costiera. Il biscotto di appoggio è neutro, buono da mangiare anche da solo.

Il ristorante Ghe Kalè: considerazioni

Il payoff “Lusso possibile” ci pare davvero ben rispettato. I piatti sono ben eseguiti, senza particolari arzigogolature che potrebbero renderne difficile la comprensione ad un pubblico variegato. Questa è una sicura chiave di successo per rendere “il lusso”, la competenza, la preparazione materie fruibili da vasta parte dei milioni di campani che ogni settimana esce fuori dalle mura domestiche per consumare un pranzo, una cena, oppure una sfiziosità.

Raffaele de Rise ha il grande merito di avere una preparazione eterogenea, che gli permette di spaziare con coscienza nei diversi campi della cucina. Insieme a Simone Heredia Jimenez, di sicuro si potrebbe parlare di un duo affiatato dietro i fornelli, a formare la cerniera tra la voglia di tradizione senza disdegnare però qualche virtuosismo.

L’accoglienza della famiglia Bifulco, la location, ed anche il paese fanno il resto. Adatto per cene di gruppo, ricevimenti, o anche soltanto per prendersela comoda in due.

Contatti ed info generali: Ristorante Ghe Kalè, Via Tommaso Vitale 35, San Paolo Bel Sito (Napoli). Telefono: +39 081 82 42 897.

A proposito di Nunzia Clemente

Food lover, sometimes food teller. Poetry addicted.

Vedi tutti gli articoli di Nunzia Clemente

Commenta