Kodomo no Omocha: 5 differenze tra l’anime e il manga

Kodomo no Omocha: 5 differenze tra l’anime e il manga

Era l’estate del 2000 quando è stato trasmesso per la prima volta in Italia uno degli anime shōjo più amati e famosi di sempre: Rossana, il cui titolo originale è Kodomo no Omocha (Il giocattolo dei bambini), spesso abbreviato in Kodocha.

L’esuberante Sana Kurata (Rossana Smith nella versione italiana), giovanissima stella televisiva dedita anche alla lotta contro il bullismo all’interno della sua scuola, si è conquistata la simpatia di milioni di bambini, e la sua storia d’amore con il compagno di classe Akito Hayama (conosciuto in Italia come Eric Akito) ha fatto sognare anche tantissimi adolescenti. Come la maggior parte degli anime che hanno accompagnato la nostra infanzia, Kodomo no Omocha è tratto da un omonimo manga, creato da Miho Obana e pubblicato in Giappone sul mensile Ribon. Tra il manga e l’anime di Kodomo no Omocha vi sono diverse differenze, che si manifestano soprattutto nella seconda parte della storia: pur mantenendo toni leggeri, che lo rendono un prodotto adatto ai lettori più giovani, la storia originale di Kodocha tocca tematiche piuttosto delicate, censurate o riprodotte con diverse modifiche nella versione animata per rendere la serie più accessibile a un pubblico infantile.

Non avete mai letto il manga Kodomo no Omocha e siete curiosi di conoscere i punti della storia che risultano diversi rispetto all’adattamento animato?

Vi riportiamo di seguito cinque tra le maggiori differenze tra le due versioni di Kodomo no Omocha

1. Il rapporto tra Sana e Rei

Vi ricordate Robby, il simpatico manager di Sana con la bizzarra abitudine di indossare sempre gli occhiali da sole? Nell’adattamento animato di Kodomo no Omocha è evidente un particolare attaccamento da parte di Sana nei suoi confronti, ma ciò viene ricondotto al fatto che la ragazzina veda nell’uomo la figura paterna che non ha mai avuto. La situazione cambia completamente nel manga: Sana, infatti, considera Robby (il cui nome originale è Rei Sagami) non solo il suo manager, ma anche il suo fidanzato: i due dormono nello stesso letto e Sana dona spesso, di nascosto, dei soldi all’uomo per ringraziarlo per essere un ottimo compagno. Inoltre, la giovane protagonista definisce l’uomo come il suo amantenuto, dall’unione tra le parole amante e mantenuto. Inizialmente, sia Rei sia Misako, madre di Sana, tendono ad assecondare le fantasie della ragazzina e non contraddirla per non ferire i suoi sentimenti; quando Rei inizia a frequentare Asako Kurumi (conosciuta in Italia come Alicia), però, la situazione diventa insostenibile a causa della gelosia di Sana. Misako decide, quindi, di aprire gli occhi alla ragazzina, rivelandole che Rei non ha mai ricambiato i suoi sentimenti e che le ha sempre riferito dei soldi che la ragazzina gli donava, spiegandole anche che mantenuto non è esattamente un termine lusinghiero!
Inoltre, nel manga viene rivelato anche il motivo per cui il giovane manager indossa sempre i suoi occhiali da sole: si tratta di un’imposizione della stessa Sana che, innamoratasi di Rei proprio grazie ai suoi bellissimi occhi, desidera che nessun’altra donna possa avere l’opportunità di vederli.  

2. La storia familiare di Akito


Immagine da Kodomo no Omocha, vol. 01

Che Akito sia un ragazzino piuttosto difficile, con una situazione familiare non propriamente idilliaca, risulta chiaro anche guardando l’anime. Nel manga di Kodomo no Omocha, però, la sua situazione familiare e la conseguente condizione psicologica del ragazzo vengono ulteriormente approfondite. Come viene accennato già nell’anime, il disprezzo che il padre e la sorella di Akito mostrano nei suoi confronti deriva dal fatto che la madre del ragazzino sia morta dandolo alla luce. Per questo motivo, la sorella lo apostrofa spesso, nel manga, come Akuma no ko, traducibile come demonio o figlio del demonio: ciò suona ben diverso rispetto all’appellativo di diavoletto che siamo abituati a sentire nella versione animata! Tutto ciò ha provocato un crescente senso di colpa e frustrazione nel ragazzo, che a seguito delle discussioni familiari arriva a compiere gesti di autolesionismo o a desiderare la morte: in una scena del manga (censurata nella versione italiana dell’anime, ma presente in quella giapponese), lo si vede porgere un coltello alla stessa Sana, chiedendole di ucciderlo.  

3. Il lavoro di Sana

Nell’adattamento animato italiano di Kodomo no Omocha, Sana viene rappresentata come una giovanissima attrice, nonostante si cimenti spesso ance nel canto e nella danza. Effettivamente, nella versione originale, la ragazzina viene definita come idol, che è il termine con cui, in Giappone, ci si riferisce a ragazzi che fin da giovanissimi sono attivi in vari ambiti artistici, quali il canto, la danza e la recitazione. La modifica è probabilmente dovuta alla connotazione spesso negativa che il termine idol, che viene ricondotto spesso a personaggi privi di capacità artistica e apprezzati nel mondo dello spettacolo principalmente per il proprio aspetto esteriore.

4. La vera madre di Sana

Una delle maggiori censure subite da Kodomo no Omocha riguarda la storia della vera madre di Sana, che tratta di questioni decisamente troppo spinose per il pubblico infantile a cui si rivolge l’adattamento animato. Nel manga, Keiko, madre biologica della protagonista, è rimasta incinta di Sana a soli 13 anni, a seguito di una violenza sessuale da parte di suo zio. Dopo aver partorito, l’allora quattordicenne Keiko, confusa e sconvolta, decide di abbandonare la bambina appena nata su una panchina in un parco: qui viene ritrovata da Misako, che da poco aveva appreso di non poter avere figli. La donna interpreta l’avvenimento come un segno del destino e decide di portare la bambina con sé. Quando Keiko, anni dopo, si presenta alla sua porta per conoscere sua figlia, non riceve un’accoglienza particolarmente calorosa: Misako, infatti, schiaffeggia la ragazza, mostrandole il suo disprezzo per aver abbandonato la piccola Sana.

5. Il finale

I capitoli finali della versione a fumetto di Kodomo no Omocha presentano una storia che si discosta parecchio da quella che abbiamo visto nell’anime: nel manga, infatti, vengono trattate tematiche quali la depressione, la sessualità e il suicidio, argomento già toccato attraverso nei primi volumi tramite le vicende familiari di Akito.
Nel corso degli episodi finali dell’anime conosciamo Nakao, amico di Akito e appassionato di Karate. Il ragazzo ha come idolo il professor Sengoku, ma ben presto scopre che il professore non è neanche a conoscenza della sua esistenza: disperato, tenta di togliersi la vita in un’aula della scuola, ma fortunatamente il tentativo fallisce. Sana e Akito aiutano il ragazzo a risollevarsi emotivamente, per poi scambiarsi un tenero bacio sul terrazzo della scuola. I due si fanno, poi, una promessa: se Akito riuscirà a diventare cintura nera di karate, potranno rivelarsi i propri reciproci sentimenti e stare finalmente insieme.

Gli ultimi volumi della versione cartacea di Kodomo no Omocha seguono, invece, una narrazione decisamente più drammatica: l’amico di Akito, chiamato qui Komori, in preda alla disperazione, non solo è desideroso di togliersi la vita, ma propone allo stesso Akito – da lui considerato l’unica persona in grado di capirlo e di volergli bene – di suicidarsi insieme. Akito rifiuta la macabra proposta e tenta di far ragionare Komori, raccontandogli che la madre ha perso la vita per permettergli di nascere e di quanto l’aver preso coscienza di ciò gli abbia fatto comprendere che la vita sia un dono prezioso. Komori, completamente fuori di sé e incapace di ragionare, pugnala Akito a un braccio, provocandogli un’emorragia. Fortunatamente, in ospedale riescono a salvare la vita del ragazzo, che però si ritrova ad avere una mano paralizzata. Dopo la convalescenza, Sana e Akito si mettono finalmente insieme, ma la paralisi del ragazzo sembra essere irreversibile: il padre di Akito propone, quindi, di trasferirsi a Los Angeles, dove il ragazzo potrà ricevere cure migliori e recuperare completamente l’uso della mano. Venendo a sapere del probabile trasferimento del ragazzo, Sana cade in una sorta di depressione, che nel manga viene definita la malattia della bambola. La ragazzina risulta completamente apatica, perdendo il suo sorriso e qualsivoglia espressione facciale, ma sembra non essere cosciente di ciò. Nel tentativo di aiutare la ragazza a guarire, Akito si ritrova ad assecondare qualsiasi suo desiderio, incluso l’intraprendere un’avventata fuga d’amore, nella speranza di posticipare la partenza del ragazzo. È proprio nel corso della loro fuga che Sana, guardando delle foto scattate durante la giornata, realizza di aver perso le proprie espressioni facciali: Akito si vede costretto a parlarle della sua malattia, e nel farlo si abbandona a un profondo sfogo, confessando alla ragazza di aver accettato il trasferimento poiché necessario per la sua salute, ma che l’ultimo dei suoi desideri è allontanarsi da lei. Il ragazzo scoppia, quindi, a piangere, risvegliando così le emozioni di Sana, che il giorno dopo lo accoglie con un sorriso imbarazzato, dimostrando di essere finalmente guarita. La ragazza sollecita, quindi, Akito a partire: i due continuano la loro relazione a distanza, finché il ragazzo, dopo aver completato la riabilitazione e ottenuto la tanta agognata cintura nera di karate, ritorna in Giappone, ricongiungendosi definitivamente con la sua amata.  

Conoscevate queste differenze tra la versione cartacea e quella animata di Kodomo no Omocha?

Immagine in evidenza: copertina di Kodomo no Omocha, vol. 10

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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