Orange di Ichigo Takano | Recensione

Orange di Ichigo Takano | Recensione

Orange di Ichigo Takano è un manga shojo pubblicato su Bessatsu Margaret e poi su Monthly Action dal 2012 al 2015. È stato il quinto manga più consigliato dalle librerie giapponesi nel 2015. In Italia è edito da Flashbook. Un adattamento anime, coprodotto da TMS Entertainment e Telecom Animation Film, è stato trasmesso in Giappone nel 2016 ed è attualmente disponibile su Crunchyroll. Sono stati realizzati anche un film live action e due spinoff, ovvero Orange -Mirai- e Orange -to you, dear one-.

La trama

La storia ha come protagonista la sedicenne Naho Takamiya che, al suo primo giorno di scuola, riceve una lettera dalla sé stessa che vive dieci anni nel futuro. Se dapprima sembra uno scherzo, la lettera si dimostra spaventosamente autentica, prevedendo in modo dettagliato tutti gli avvenimenti della giornata, come il fatto che Naho si sarebbe dimenticata di impostare la sveglia o l’arrivo di un nuovo compagno di classe, Kakeru Naruse, che entrerà a far parte del suo gruppo di amici. Proprio su Kakeru si incentra lo scopo dell’intera lettera. Profondamente segnato da un grande peso che si porta dentro, il ragazzo morirà suicida qualche mese dopo. La Naho del futuro chiede quindi alla sé stessa adolescente di stargli vicino e di fargli capire quanto tenga a lui, per cancellare un rimpianto che continua a non darle pace nemmeno dieci anni dopo.

Le tematiche

Attraverso Orange, Ichigo Takano affronta in modo delicato tematiche quanto mai attuali, nel contesto della cultura giapponese così come nella cultura occidentale, quali l’incomunicabilità, il rimpianto, il senso di colpa, le apparenze, il suicidio e l’importanza dell’amicizia.

Naho è una ragazza molto dolce e responsabile, ma ha una grande difficoltà nell’esprimere i propri sentimenti, in particolare se negativi, non solo per paura di ferire chi ha attorno, ma soprattutto per non causare problemi agli altri ed evitare di mostrarsi inadeguata e non all’altezza delle aspettative.

Un esempio è rappresentato dall’episodio delle scarpe da ginnastica che le scuole giapponesi forniscono ai propri studenti. A Naho sono state consegnate di una taglia troppo piccola, il che le causa dolore e ferite quando le indossa. Tuttavia, la ragazza continua a usarle per non dover “causare problemi a nessuno”, sopportando fastidio e malessere com’è solita fare. O ancora, il rimpianto descritto nella lettera di essersi tirata indietro durante la partita di softball, per paura di causare la sconfitta di tutta la sua squadra.

La sua bassa autostima e la sua paura di esprimersi la rendono completamente incapace di comunicare i propri sentimenti a Kakeru, finendo spesso per sembrare indifferente e crudele e causando non pochi problemi e allontanamenti tra i due.

Agli occhi dei lettori, dunque, Naho può risultare spesso noiosa e snervante, ma solo se ci si sofferma in modo superficiale sul suo carattere. Chiunque viva il suo stesso disagio nell’esprimere se stesso (cosa tutt’altro che rara soprattutto tra i giovani) non può far altro che empatizzare con il personaggio e riconoscere quel senso di impotenza tanto forte quanto odiato.

In questo senso è evidente come la lettera venuta dal futuro abbia non solo lo scopo di salvare Kakeru, ma anche Naho stessa, per imparare finalmente a dare importanza alla sua persona e ai suoi sentimenti, smettendo così di condurre passivamente un’esistenza costellata di rimpianti.

Seguendo la storia dal punto di vista di Naho, è possibile comprendere la sua personalità anche grazie alle sue riflessioni. Per quanto riguarda Kakeru, invece, il suo personaggio e i suoi pensieri restano perlopiù oscuri, contribuendo ad alimentare quella immagine tranquilla e sorridente che tutti hanno di lui, ma che cela una profonda voragine fatta di tristezza, abbandono e lacerante senso di colpa. Una voragine che coglierà tutti di sorpresa quando Kakeru, in quella che sembra una notte come tante, deciderà di porre fine alla sua esistenza.

Nel suo personaggio, l’incomunicabilità si traduce nel nascondere a tutti il proprio dolore, anche alle persone più vicine. Questo dolore è generato dal dilaniante senso di colpa di aver causato il suicidio di sua madre, donna dalla psiche vacillante con la quale Kakeru aveva un rapporto complicato. Il ragazzo, infatti, brama le rassicurazioni e le attenzioni che la madre, sotto il peso della sua malattia, non ha potuto garantirgli. La sua sofferenza ha quindi disperatamente bisogno di essere accolta e cullata. Questo spiega la sua gioia enorme quando scopre che Naho gli ha preparato l’obento per il pranzo, mostrando interesse e attenzione nei suoi confronti, come una madre.

Come già detto, la calma e l’allegria di Kakeru sono solo di facciata, eppure chiunque gli stia attorno, compresi i suoi amici, non si accorgono di nulla, se non dopo la sua morte. È una situazione tristemente frequente, innanzitutto nel contesto giapponese, in cui mantenere un’apparenza perfetta è cruciale a causa della fortissima pressione sociale. Tematiche come depressione e disturbi mentali sono considerati grandi tabù, nonostante la loro diffusione, il che porta a un numero spaventosamente alto di persone che decidono di farla finita.

Ma questo non è soltanto un problema giapponese (o dell’estremo oriente in generale), poiché anche le società occidentali esercitano una grande pressione sugli individui e non garantiscono gli aiuti psicologici adeguati.

È anche all’interno di questo contesto che Orange ricorda come non sempre sia tutto come sembra, che grandi dolori spesso passano inosservati, celati dietro il sorriso o l’ironia delle persone più insospettabili. L’invito del manga non è certo quello di vivere in modo ansioso le proprie relazioni, bensì in modo attivo, di osservare con maggiore attenzione le persone attorno a sé e prendersene cura. Non cadere vittima di quella superficialità e quella trascuratezza che spesso isolano le persone e, allo stesso tempo, lasciarsi aiutare, riconoscendo e accettando il proprio diritto al benessere. Allo stare meglio.

Quando Naho e i suoi amici diventano più attenti, mostrando vivo interesse per Kakeru, cominciano a far breccia nel suo cuore, a guadagnare la sua fiducia, tanto che il ragazzo inizia a rivelare alcuni dei suoi drammi. In questo scambio, il gruppo di amici impara a poco a poco a capire Kakeru, a stargli accanto nel modo giusto, e allo contempo Kakeru impara ad aprirsi e a lasciarsi aiutare. E sarà proprio il loro rapporto a insegnargli che esiste sempre del bene nel mondo per cui vale la pena vivere, e il bene dei propri amici è uno di questi.

Target e alcune criticità

Con Orange, Ichigo Takano manda un messaggio fruibile da qualsiasi lettore, a prescindere dall’età e dalla provenienza, e sempre attuale. Il target è tuttavia incentrato principalmente su un pubblico adolescenziale, in quanto affronta tematiche sentite ma senza discendere troppo negli aspetti più turbolenti. La storia conta solo 6 volumi (13 episodi nella versione animata), perciò il poco tempo a disposizione si concentra perlopiù sui protagonisti, Naho e Kakeru, e sull’evoluzione del loro rapporto. Di conseguenza altri aspetti vengono poco approfonditi, come il gruppo di amici di Naho (di cui solo Suwa risulta un po’ più caratterizzato grazie al suo ruolo nella storia), la malattia della madre di Kakeru e il suo rapporto con lui, che rimangono più superficiali.

Altra superficialità riguarda il viaggio nel passato delle lettere, la cui modalità non viene mai spiegata, indebolendo così l’elemento fantascientifico della storia.

Il sequel spin-off Orange -Mirai- inoltre non aggiunge nulla che sia degno di nota, ripercorrendo la storia dal punto di vista di Suwa, con un finale che risulta un po’ deludente.

I disegni

I disegni presentano uno stile arrotondato e semplice, tipico dello shojo e che tiene conto della caratterizzazione dei personaggi. In molte opere, infatti, anche molto acclamate da pubblico e critica, i personaggi hanno un aspetto poco dettagliato o molto simile che li porta a essere confusi facilmente. In questo caso, invece, per quanto si riconoscano i tratti tipici dell’autrice, i personaggi sono ben distinguibili e il loro aspetto suggerisce tratti della personalità, come nel caso del viso tondo e timido di Naho, le espressioni giocose e vispe di Azusa, il sorrisone contagioso di Suwa e l’espressione tranquilla, ma dall’aria un po’ cupa, di Kakeru.

Tra un capitolo e l’altro, inoltre, l’autrice inserisce delle delicate tavole ad acquerello, dallo stile semplice e sognante, stralci di quotidianità e che aggiungono all’atmosfera della storia.

Giudizio finale

In conclusione, Orange di Ichigo Takano può essere un’esperienza di lettura godibile per chiunque ami il genere e sia alla ricerca di una storia breve che sappia coinvolgere ed emozionare con tematiche anche più pesanti, offrendo un’importante lezione: forse il passato non si può cambiare, ma il presente sì.

 

Fonte immagine per Orange di Ichigo Takano: Amazon.it

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