Effetti speciali nel cinema: dall’inizio ai giorni nostri

Effetti speciali nel cinema: dall'inizio ai giorni nostri

Oggi gli effetti speciali nel cinema sono diventati un elemento ordinario, ma fino a pochi decenni fa molte delle scene che vediamo erano pura utopia. Ripercorriamo la storia degli effetti speciali, o più correttamente VFX (Visual Effects), un viaggio che unisce artigianato, illusione e innovazione tecnologica.

Timeline dell’evoluzione dei VFX

Periodo Innovazione e film di riferimento
1895-1902 Trucco dello stop-motion: The Execution of Mary, Queen of Scots (1895).
Effetti illusionistici: Viaggio nella Luna (1902) di Méliès.
Anni ’20-’30 Effetti ottici complessi: Metropolis (1927).
Animazione a passo uno: King Kong (1933).
Anni ’60 Fotografia motion-control e slit-scan: 2001: Odissea nello spazio (1968).
Anni ’70-’80 Effetti pratici e body horror: La Mosca (1986).
Primi usi estesi della CGI: Tron (1982).
Dagli anni ’90 a oggi CGI fotorealistica e performance capture: Jurassic Park (1993), Il Signore degli Anelli (2001).

I pionieri: dal trucco alla magia di Méliès

Il “papà” degli effetti speciali può essere considerato il trucco fotografico usato in The Execution of Mary, Queen of Scots (1895). Il regista Alfred Clark fermò la ripresa, sostituì l’attrice con un manichino e riprese a girare, mostrando una decapitazione realistica per l’epoca. Ma fu l’illusionista Georges Méliès a trasformare il trucco in arte. Il suo Viaggio nella Luna (1902), celebrato da istituzioni come il MoMA di New York, utilizzò per la prima volta esposizioni multiple, modellini e dissolvenze per creare un mondo fantastico.

L’era degli effetti pratici: da Metropolis a Kubrick

Prima del digitale, l’ingegno era tutto. Nel capolavoro di Fritz Lang Metropolis (1927), venne perfezionato l’effetto Schüfftan, che usava specchi per proiettare gli attori all’interno di scenografie in miniatura. Un altro colosso, King Kong (1933), stupì il mondo con l’animazione a passo uno (stop-motion). Decenni dopo, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968) stabilì un nuovo standard, combinando la fotografia motion-control e la tecnica slit-scan per creare sequenze spaziali mai viste prima.

La rivoluzione digitale: dalla fantascienza alla CGI

Gli anni ’70 videro la nascita di Industrial Light & Magic (ILM), fondata da George Lucas per Guerre Stellari. Come documentato sul sito ufficiale di ILM, l’azienda ha guidato la transizione verso il digitale. Allo stesso tempo, il cinema horror esplorava gli effetti pratici con maestri come David Cronenberg, inventore del genere body-horror con film come La Mosca. Ma è a partire dagli anni ’90 che la CGI (Computer-Generated Imagery) cambia tutto. Jurassic Park di Steven Spielberg (1993) mostrò al mondo i primi animali digitali fotorealistici, aprendo la strada a epopee come Il Signore degli Anelli.

Il futuro degli effetti speciali

La tecnologia si evolve sempre più velocemente e oggi la nuova frontiera è rappresentata dall’intelligenza artificiale (IA). Strumenti basati sull’IA stanno già rivoluzionando il settore, accelerando processi come il de-aging digitale, la creazione di ambienti complessi e le simulazioni fisiche con un realismo senza precedenti. Tuttavia, il dibattito di fondo rimane attuale: la tecnologia, inclusa l’IA, non serve a sostituire l’ingegno umano, ma è uno strumento di supporto sempre più potente al servizio della visione creativa.

Articolo aggiornato il: 14/09/2025

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A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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