Estate, l’intervista al regista Alessandro Montone | NiC

Alessandro Montone

Estate è un cortometraggio drammatico diretto da Alessandro Montone (il quale ha scritto il soggetto assieme a Simone Elia) con protagonisti Patrizio Recchioni e Morgana Assogna.

Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

Estate di Alessandro Montone, la genesi di un cortometraggio in cui emerge lo scontro fra Natura e civiltà urbana

Iniziamo l’intervista con la seguente domanda rivolta ad Alessandro Montone: potresti raccontare la genesi del tuo cortometraggio Estate?

Estate, insieme all’opera precedente: Edos, nascono dal concetto di Archetipo come struttura. Il linguaggio della fiaba e il ruolo simbolico dato dall’accostamento delle immagini propongono una riflessione sugli archetipi strutturali che sono alla base di qualunque narrazione. È il confronto tra Eros e Thanatos in un’ambientazione favolistica, con un supporto psicologico dato dalle riflessioni freudiane sul sentimento di vita e il sentimento di morte. La genesi del progetto prende ispirazione da Talkien e Greta, una poesia scritta da me.

Il cortometraggio ci presenta due protagonisti, ovvero un ragazzo di nome Gerasimo, un operaio torinese, e una fanciulla nativa del luogo, il cui nome è Margareth. Per chi proviene da un percorso accademico umanistico-letterario, la contrapposizione fra la città di Torino e la campagna ricorda quella della trama Paesi tuoi di Cesare Pavese. In questo caso si tratta di una citazione del celebre romanzo oppure è solamente una coincidenza?

Il cortometraggio, rappresentando un tema molto caro a tutti i “provinciali” che cambiano la loro vita andando a vivere nella città e il rapporto tra natura e industria, può trovare diversi spunti nella letteratura e nel cinema: da Pavese a Pasolini, con i suoi Ragazzi di Vita, fino a finire ai cortometraggi di Cecilia Mangini (La canta delle Marane). Si può intuire che sia soltanto una coincidenza, ma in un certo senso quando si trattano temi così universali, è inevitabile finire con il citare opere che racchiudono un sentimento comune.

Estate
Fonte foto: Alessandro Montone

La ninfa e l’operaio: l’incomunicabilità di due mondi (troppo) diversi 

Dalla visione di Estate è possibile osservare come Gerasimo non riesce a relazionarsi con la Natura a differenza di Margareth, la quale sembra essere felice e libera. Quindi, lo spettatore potrebbe trovare nella coppia di giovani una contrapposizione fra la Natura e la Civiltà?

In Estate il personaggio di Gerasimo rappresenta l’uomo moderno, immerso nella riproducibilità tecnica e nella tecnologia, che annichilisce e aliena ogni sentimento. È il confronto tra la civiltà dei consumi e del sempre nuovo, contrapposto alla civiltà del riutilizzo, dell’oralità e della cura. Il personaggio di Gerasimo è a sua volta simboleggiato da un alberello di ferro, la riproduzione tecnica dell’ambiente naturale, mentre il personaggio di Margareth è rappresentato dall’albero della vita, contenitore di vita e morte.

 Inoltre, a quale personaggio preferirebbe accostare la figura di Margareth: ad una ninfa della mitologia classica, quindi una divinità boschiva della cultura greca, oppure all’immagine del “buon selvaggio” di Jean-Jacques Rousseau oppure a quella di Ermione, la fanciulla protagonista della poesia La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio, nonché la rappresentazione dell’ideale panico del poeta di Pescara?

Margareth, come le ninfe della mitologia classica o il “buon selvaggio” di Rousseau, mette in scena quel sentimento di vita e amore incondizionato fanciullesco. È l’Eros freudiano che va a scontrarsi con il Thanatos, con quel sentimento di morte che reclude l’uomo moderno nel narcisismo e nello sguardo verso se stesso. Al contrario Margareth, con la sua “cura” verso l’altro e le sue conoscenze di derivazione orale, abbraccia la triste condizione dell’operaio, rivendendo in lui il riflesso della figura paterna sul letto di morte.

Alla fine della vicenda, mentre Gerasimo si illude di una presunta storia d’amore con la fanciulla, costei gli confessa un segreto. Quali sono le motivazioni (o le scelte artistiche) che ti hanno spinto per l’opzione di un finale del genere?

Il finale è un’irruzione della realtà a gamba tesa, è la messa in discussione dell’archetipo favolistico che prevede sempre un lieto fine. Per Margareth e Gerasimo non c’è un lieto fine, ma solo l’amarezza data dall’impossibilità di poter migliorare l’altro. I due personaggi, ciclicamente, si ritrovano al punto di partenza. Il bimbo che nascerà è l’essere umano che integrerà i due archetipi.

Infine, per quanto riguarda le domande più tecniche, dove hai scelto di girare Estate e come è stato lavorare all’aria aperta e non al chiuso? E qual è stato il tuo rapporto con Simone Elia durante la scrittura del soggetto?

Estate è stato girato a Roma Sud nelle zone di Spinaceto e Tor Marancia, dopo un lungo percorso di location scouting. Il progetto è stato realizzato nel mese di luglio, configurandosi come una sfida per l’intera troupe e per i due grandi interpreti: Patrizio Recchioni e Morgana Assogna. Estate è un progetto totalmente autoprodotto, che è stato possibile solo grazie all’immenso aiuto dato da ogni personalità che ha collaborato nella realizzazione: dal grande lavoro di Problem solving e gestione della troupe dell’Aiuto Regia Andrea Vinci, dalla disponibilità e professionalità dei due Interpreti Patrizio Recchioni e Morgana Assogna, dalla dedizione e la pazienza degli Assistenti di produzione Elena Coletta e Malek Belkhir, dalla Consulenza Artistica di Giuseppe Matera e dalla Consulenza alla Fotografia di Amir Hossain Nouri. Inoltre ringrazio di cuore il supporto dato dall’Associazione Culturale Inveritas News, che fin da subito ha creduto in Estate e Simone Elia che con la sua passione e professionalità ha dato un contributo fondamentale nella scrittura e nella produzione del progetto. Il percorso di scrittura con Simone Elia è nato da una visione comune del concetto archetipico freudiano e dai tanti spunti dati per la costruzione narrativa e psicologica dei personaggi. Le nostre comuni radici provinciali e il nostro approdo a Roma sono state indispensabili per la costruzione di questi due poli tanto diversi, quanto uguali.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Alessandro Montone per la fotografia

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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