Finali Disney: cosa c’è in realtà dietro questi happy ending

Finali Disney: cosa c’è in realtà dietro questi happy ending

Fin da bambini abbiamo sempre sognato con i fantastici capolavori Disney che ci hanno abituato a credere nel potere dell’amore che vince sempre su tutto, nel “vissero per sempre felici e contenti”, dunque a non disperare mai perché tutto si sarebbe concluso con un lieto fine. Tuttavia, dietro i finali Disney che ci hanno sempre commosso, si nasconde una realtà diversa. Le fiabe che hanno ispirato i produttori Disney infatti, hanno dei finali  al dir poco brutali. Scopriamoli insieme! Ma vi avviso, alcuni di questi potrebbero lasciarvi senza fiato e rovinarvi la magia che vi ha accompagnato per tutta l’infanzia.

La Bella Addormentata e la violenza del re

Chi non conosce la storia de La Bella Addormentata nel bosco, ovvero Aurora, cresciuta con tre simpaticissime fatine? La versione del cartone, uno tra i finali Disney più dolci, vede la principessa pungersi il dito con un fuso, per via di una maledizione di Malefica; questo la farà cadere in un sonno profondo e sarà il bacio del vero amore del principe a risvegliarla. La versione del 1600 tuttavia, è del tutto diversa. La principessa, che si chiamava Talia, non venne risvegliata dal bacio del principe, bensì violentata dal re mentre dorme. La cosa ancora più incredibile è che nove mesi dopo partorirà due gemelli e grazie ad uno di loro che ha succhiato via la spina dalla madre, la principessa si risveglierà e si innamorerà del re.

La Sirenetta diventa schiuma

La Sirenetta, il cartone animato Disney che ha affascinato grandi e piccini, si ispira alla favola del noto Hans Christian Andersen. In questa favola però, Ariel non vende la propria voce ad Ursula, bensì non ha più la lingua. Nonostante questo sacrificio la dolce Ariel non riesce a coronare il suo amore: il principe Eric, di cui era follemente innamorata, tanto da voler diventare un’umana, sposa un’altra ragazza. Ariel si ritrova ad affrontare un dilemma poiché può scegliere di uccidere il principe e tornare dalla sua famiglia o di suicidarsi gettandosi in mare e diventando schiuma; purtroppo sarà la seconda opzione quella che la povera Ariel sceglierà. Quindi, è uno dei finali Disney in cui la giovane coppia che si sposa, ha completamente ribaltato il finale di Andersen.

La brutta sorte delle sorellastre di Cenerentola

Pur di sposare il principe e ricevere la scarpetta di Cristallo, le sorellastre di Cenerentola, Anastasia e Genoveffa, nella versione originale dei fratelli Grimm tentano di ingannare il principe in un modo al quanto disgustoso: una delle due sorelle infatti, si taglia l’alluce mentre l’altra, il tallone, pur di riuscire ad infilarsi la scarpetta. Come vengono smascherate? Gli uccellini, amici di Cenerentola, trovano il sangue sulle loro calze e per vendicarsi, beccano loro gli occhi e le accecano. Nel cartone invece, le sorellastre di Cenerentola, sono solo gelose di lei e cercano di interferire nella loro relazione. Quindi, Cenerentola ha uno tra i finali Disney che più si distacca dalla favola dei Grimm. 

La morte di Quasimodo ed Esmeralda

La fantastica storia della carismatica Zingara e il povero Quasimodo ha fatto sognare tutti ma mentre nel finale Disney c’è sempre un lieto fine che in questo caso vede il dolce Quasimodo accolto da tutti i gitani come un eroe, nella storia originale Esmeralda viene impiccata e Quasimodo dopo aver gettato Frollo dall’alto della cattedrale di Notre Dame, muore accasciato accanto al corpo della zingara. 

Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia

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2 Comments on “Finali Disney: cosa c’è in realtà dietro questi happy ending”

  1. Chiedo venia: ho letto e riletto l’ultima parte perché volevo essere certo di non aver travisato.
    Non ho travisato. 🙂
    C’è davvero scritto che nel film d’animazione si lascia intendere che Quasimodo ed Esmeralda si sposano.

    Per favore, correggete. 🙂 Se lasciate così com’è sembra che non avete né visto il film né letto alcunché in proposito.
    Ditemi che avete scritto in fretta, fra un impegno e l’altro, vi prego. 😉

    Il resto dell’articolo è interessante ma questo scivolone rovina parecchio l’insieme. 🙂

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