Howard Hawks – Susanna!: analisi

Howard Hawks

Howard Hawks è stato un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore, figura fondamentale per la storia del cinema grazie alla sua ampia e varia produzione di pellicole.

È stato infatti considerato – fino agli anni ’50-’60 – un regista di punta del cinema hollywoodiano, poiché rispettava a pieno i dettami di Hollywood, ovvero la cosiddetta “sceneggiatura di ferro“. Con tale espressione si va ad indicare una scrittura blindata in cui gli sceneggiatori dovevano rimanere confinati nel copione. Di conseguenza non dovevano essere solo rappresentati una serie di eventi, fatti, relazioni, rapporti, ma anche dialoghi tramite cui dare adito a blocchi di censura.

Successivamente agli anni ’60, alcuni critici e registi hanno individuato in Howard Hawks – ma anche in Hitchcock – una certa autorevolezza nelle produzioni, riuscendo così a permanere all’interno dei canoni hollywoodiani ed esprimendo allo stesso modo la loro visione del mondo; possiamo in definitiva definirli registi che seguivano le regole ma rappresentavano solo ciò che volevano.

Uno dei film più importanti di Howard Hawks è Susanna! (Bringing Up Baby), che è stato realizzato nel 1938.

Il paleontologo professor David Huxley si dedica da diversi anni alla ricostruzione di un brontosauro all’interno di un museo naturale. Giunto al termine del suo intento – ovvero il giorno prima di sposare la sua segretaria – incontra casualmente l’ereditiera Susan Vance, una donna che incarna la sensualità assoluta, ma allo stesso tempo è stravagante e capricciosa. Tale donna gli causerà una lunga serie di guai, fino a portarlo all’inseguimento di un leopardo chiamato Baby. I due si innamorano ma distruggono in modo accidentale il brontosauro a causa di Susan.

ll film inizia con una classica inquadratura tipica del sistema hollywoodiano, ovvero una visione d’insieme in cui non riusciamo a cogliere dove siamo, in quanto la localizzazione – ovvero il museo di storia naturale – viene espresso nella seconda inquadratura. L’aspetto singolare di questa prima scena è come Hawks tenda ad inquadrare questi due personaggi in una posizione molto particolare: David è a favore di camera, mentre Susan è sempre messa di profilo, quindi non riusciamo mai a vederla pienamente in volto.

Nel cosiddetto decoupage classico, la conversazione tra due personaggi è una conversazione  che è di solito raccontata attraverso il cosiddetto campo e controcampo. Esso consiste nell’inquadrare una volta il personaggio maschile e una volta quello femminile, in modo da avere sempre i due punti di vista – e dunque – i due poli della comunicazione. Con Hawks si stravolge questo aspetto, in quanto continuiamo a vedere sempre Susan in una posizione marginale, ossia rispetto all’inquadratura. Pertanto, non riusciamo mai a cogliere quelle che sono le sue vere emozioni.

In questa pellicola denotiamo scene tipiche della commedia svitata, ad esempio lo scambio della borsetta o la rottura accidentale dell’abito, evento quest’ultimo che non fa che portare David ad un contatto fisico – molto ravvicinato – con questa donna che sta provando, in tutti modi, a respingere. In realtà è vista incarnare lo stravolgimento della vita dell’uomo, dal momento che sta per sposare la sua segretaria, la quale sta per avere un grande successo professionale, fuori dal comune.

All’interno del film viene posta particolare attenzione anche ai vestiti: Alice – ovvero la moglie di David – indossa un tailleur nero davvero austero, con bottoni chiusi fino al collo e con una pettinatura molto severa. La ritroviamo successivamente al telefono, seduta alla scrivania con una lampada accanto ed ad una finestra, con delle tende intorno .

Successivamente, si ha un’inquadratura di Susanna che è seduta a terra con un telefono bianco e che indossa un abito di organza. Esso ha delle trasparenze molto sontuose, ed il tipo di inquadratura impiegato è lo stesso che il regista aveva utilizzato – poco prima – per inquadrare Alice. Nella scena finale si denota una certa castità: invece di baciarsi, i protagonisti semplicemente si abbracciano.

Naturalmente durante gli anni ’20-’30 c’è un’attenzione particolare ai contenuti, che si basano sul periodo storico di riferimento. Anche Hawks segue tale scia all’interno del film. Più propriamente, lo fa mediante l’uso della gag, ovvero di quella componente tipica di un certo tipo di commedia, al semplice scopo di forzare certi messaggi. L’inquadratura del finale dell’opera ritorna infine alla scena iniziale, ovvero dritta al museo archeologico naturale.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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