Priscilla di Sofia Coppola | Recensione

Priscilla di Sofia Coppola | Recensione

Il 27 marzo 2024 esce nelle sale italiane il film Priscilla, diretto dalla regista Sofia Coppola e con protagonisti Cailee Spaeny e Jacob Elordi. Il film è tratto dall’autobiografia “Elvis and Me” scritto da Priscilla Presley – che è anche la produttrice esecutiva della pellicola – e racconta della tormentata storia d’amore tra lei e il re del rock’n’ roll Elvis Presley.

La trama di Priscilla

La storia ha inizio nell’autunno del 1959, quando Priscilla Beaulieu vive nella Germania Ovest in una base dell’aeronautica militare statunitense insieme alla sua famiglia. La giovane ha solo 14 anni quando si ritrova a partecipare ad una festa a casa di Elvis che, nonostante fosse già una celebrità, si trovava in Europa per lo svolgimento del servizio militare obbligatorio. Galeotta fu quella serata, perché da quel momento in poi gli incontri tra i due diventeranno sempre più frequenti, nonostante la reticenza della famiglia Beaulieu a causa della grande differenza d’età – 14 anni lei, 24 anni lui – fino a diventare una vera e propria relazione. Relazione che continuerà a distanza per circa due anni quando Elvis dovrà tornare alla sua carriera negli Stati Uniti, fino a quando, non senza sforzi, quest’ultimo convincerà la famiglia di Priscilla a farla trasferire da lui a Memphis, con la promessa che avrebbe vissuto con suo padre Vernon e avrebbe frequentato una scuola cattolica.

Sembra l’inizio di un sogno per la giovane Priscilla, che nell’estate del 1963, quando ha soli 18 anni, si trasferisce a Graceland, convinta di poter finalmente vivere il suo sogno d’amore con Elvis. Ma una volta chiusi dietro di sé i cancelli dell’enorme dimora dell’artista, e soprattutto dopo le loro nozze avvenute nel 1967, ciò che aspetta la giovane Priscilla è ciò che di più distante ci possa essere dalle sue aspettative. La ragazza, infatti, si trova inserita in un mondo totalmente estraneo a quello che aveva conosciuto fino a quel momento, in cui per adeguarsi è costretta a trasformare radicalmente il suo aspetto, dando vita all’icona senza tempo che ancora tutti oggi ricordano: i capelli tinti di nero per far risaltare i suoi occhi chiari costantemente cotonati, le ciglia finte, l’eye-liner nero intenso, abiti e minigonne estremamente alla moda, sono la concretizzazione dell’ideale pensato per lei da Elvis a sua immagine e somiglianza. All’interno di questo mondo lo sfarzo e la ricchezza sono accompagnati da un’emozione predominante: la solitudine. La realtà, infatti, è che Priscilla, nonostante si trovi a vivere circondata da tante persone e dal lusso in una casa immensa, quest’ultima diventerà per lei una vera e propria prigione dorata: un luogo soffocante e claustrofobico in cui la sua vita procede lenta e silenziosa – in contrapposizione alla carriera dinamica del re del rock’n’roll che alterna concerti in giro per gli Stati Uniti a set cinematografici – in costante attesa del ritorno di suo marito. Un matrimonio durato sette anni, in cui l’affetto e la tenerezza degli inizi avevano lasciato il posto nel corso degli anni ad una relazione sempre più controllante e ai continui tradimenti da parte di Elvis, alla grave dipendenza dalle droghe e alle sempre più frequenti esplosioni di rabbia. Una relazione che mostrerà tutta la sua tossicità, in cui la giovane Priscilla rimarrà schiacciata fino al 1972, anno in cui la coppia si separerà per poi divorziare ufficialmente l’anno successivo. Particolarmente toccante è la scena conclusiva del film, in cui Priscilla viene mostrata lasciarsi alle spalle Graceland sulle note di I Will Always Love You cantata da Dolly Parton. Una canzone che rappresenta il completamento del percorso di Priscilla alla conquista della sua libertà e la sua indipendenza lontana da Elvis, nonostante sia ancora bruciante e intenso l’amore nei suoi confronti.

Con Priscilla, Sofia Coppola crea una rappresentazione distante anni luce da ciò a cui siamo tradizionalmente abituati quando si parla di Elvis Presley, di cui è un esempio il recente film di Baz Luhrmann. La regista, infatti, mette da parte il mondo patinato del re del rock e il suo movimento di anche, per focalizzare la sua attenzione sull’interiorità di Priscilla. La regista, infatti, non si limita a raccontare della complessa storia d’amore che ha legato i Presley, ma riesce a dare voce ad una donna che per troppo tempo è rimasta in silenzio accanto al re del rock n’roll, senza la possibilità di trovare il proprio spazio. Questo film, così come aveva fatto il libro nel 1985, fa sì che gli spettatori scoprano le emozioni più personali ed intime di Priscilla, lo smarrimento e il dolore di una giovane donna che, con l’ingenuità dei suoi 14 anni e conquistata dal fascino e dal potere di un divo come Elvis, si è illusa di poter realizzare il proprio sogno d’amore, che invece ha mostrato gradualmente le sue crepe e i suoi aspetti più oscuri. 

Fonte immagine di copertina: Wikmedia Commons

 

A proposito di Rita Prezioso

Classe 1997, nata e cresciuta a Napoli. Curiosa per natura, da sempre appassionata di cultura in ogni sua forma, dall'arte alla musica passando per il cinema. Consumatrice seriale di serie tv e film. Nel tempo libero studentessa di Relazioni Internazionali.

Vedi tutti gli articoli di Rita Prezioso

Commenta