Street food Asia: tra storie di vita e cibo di strada | Recensione

Street food Asia: tra storie di vita e cibo di strada | Recensione

La docuserie Street food Asia è il primo dei tre volumi di serie documentario, usciti su Netflix e creati dagli americani David Gelb e Brian McGinn, sullo street food nel mondo. Il cibo di strada, o più comunemente chiamato street food, è uno degli elementi più significativi della cultura di un popolo, utile a definirne la storia e l’identità. «Lo street food è un elemento unificatore, fa da collante tra le persone» dice Jay Fai, una delle più grandi chef non solo dello street food thailandese, bensì di quello mondiale, intervistata nella docuserie Netflix: Street food Asia.

Vediamo insieme alcuni dei piatti, e delle storie dietro ad essi celate, condivisi dai più famosi rappresentati dello street food asiatico presenti in Street food Asia:

Bangkok, Thailandia

La prima puntata di Street food Asia si apre con la storia di Jay Fai, nota per aver rinnovato lo street food thailandese. Cresciuta nei bassifondi, figlia di un padre oppiomane e di una madre che vendeva noodles al mercato, ha lavorato come sarta per dieci anni, dai 15 ai 25 anni, fino a quando un incendio ha distrutto la casa in cui viveva, strumenti per cucire inclusi. Da quel momento in poi, Jay Fai ha deciso di aiutare la madre con la sua attività, ma lei non la incoraggiava molto. Infatti, i primi tentativi non sono stati particolarmente fruttiferi, eppure saranno proprio quelli a darle l’ispirazione giusta: una sera, dopo aver fatto bruciare l’olio in pentola, frustrata e arrabbiata, Jay Fai getta e salta ugualmente i noodles in padella, senza olio. Risultato? Degli ottimi noodles che hanno avuto un successone, e che hanno fatto pensare a Jay Fai di avere qualche possibilità. Il suo talento è giunto fino a politici e vip importanti dopo tanta strada e fatica. Oggi Jay Fai non gestisce più un carretto ambulante, ma un vero e proprio locale fisso. La sua cucina è famosa soprattutto per piatti innovativi come:
il Tom Yam asciutto, ovvero una zuppa senza brodo, i noodles saltati in padella senza olio, il porridge di riso asciutto e l’omelette alla polpa di granchio.

Osaka, Giappone

Osaka è anche detta la cucina del Giappone, e rappresenta la parte della nazione nipponica meno dedita alle apparenze e al fare le cose come si deve. Si dice che a Osaka si possono realizzare i propri sogni, o almeno è quanto dice l’esperienza del simpatico Toyo, protagonista della seconda puntata di Street food Asia. Dopo aver perso la madre all’età di 6 anni, la sua famiglia si è progressivamente sgretolata: il padre iniziò a bere e ad essere violento e le condizioni economiche non erano delle migliori. Così Toyo decise di lasciare la scuola, all’età di soli 15 anni, per occuparsi della famiglia. Dopo aver lavorato 2 anni come lavapiatti nel locale della zia, e 10 anni complessivi come dipendente in cucina, il sogno di Toyo era quello di aprirsi presto una sua attività; sogno che è riuscito a realizzare con non poche difficoltà, così diventando il proprietario dell’Izakaya che porta il suo nome.

Uno dei suoi piatti più curiosi è quello a base di tonno scottato: per non sprecare le parti di tonno crudo non commestibili, Toyo le scotta sul fuoco, girandole a mano nuda, prima immergendola in un contenitore di acqua gelata, poi a contatto diretto con la fiamma, regolata dall’altra mano. L’Izakaya Toyo è diventato famoso grazie al passaparola, reso speciale dalla comicità del suo proprietario.

Delhi, India

«I soldi non sono tutto, figlio mio. Fa che la gente ricordi il tuo cibo. Se piacerà, avrai sicuramente successo»

Tra gli chef della terza puntata di Street food Asia ricordiamo Dalchand, e queste sono le parole con cui non dimenticherà mai suo padre; parole che gli hanno dato la forza per portare avanti il chiosco di famiglia avviato dal nonno. La specialità di Dalchand è il Chaat, un piatto a base di patate dolci, aspro, croccante e piccante. Grazie al Chaat, la famiglia di Dalchand, dopo varie difficoltà, quali la povertà e l’abbandono da parte del fratello, oggi è di nuovo unita.

Yogyakarta, Indonesia

C’è molta tradizione nello street food indonesiano. È come un tuffo nel passato, perché la maggior parte dei venditori sono anziani, per lo più donne, che raggiungono anche i 100 anni di età. Tra queste ricordiamo la storia di Mbah Satinem, su cui si basa la quarta puntata di Street food Asia, famosa per i suoi Jajan Pasar (i dolci del mercato). La ricetta originale risale all’VIII secolo, e si tratta di dolci a base di riso, zucchero di jaba e cocco. Donne come Mbah Satinem sono un esempio di costanza, tenacia, passione ed indipendenza, che con amore e tenerezza, tra una risata e l’altra, racconta come abbia iniziato a cucinare insieme alla madre, ritenendosi più brava di lei, e come abbia conosciuto il marito, che oggi lavora insieme a lei, proprio al mercato mentre vendeva i suoi dolci. I Jajan Pasar di Satinem hanno acquisito particolare fama soprattutto grazie agli apprezzamenti di un esponente politico, che li ha graditi e sponsorizzati.

Goyang, Corea del Sud

Dopo la Guerra di Corea, per guadagnarsi da vivere e sfamare i propri figli, molte donne hanno iniziato a vendere cibo per strada, ricorrendo alle ricette di famiglia tramandate dalle proprie nonne. Lo street food, quindi, nasce spesso come mezzo di sopravvivenza, per poi diventare un’occasione per effettuare nuovi esperimenti culinari. Quella di Yoonsun Cho è la storia su cui si basa la quinta puntata di Street food Asia: indotta a lavorare per i debiti lavorativi accumulati dal marito, Yoonsun Cho decide di non abbandonarlo e di aprire il suo chiosco di involtini di carne e kimchi. Inizialmente non ha molto successo, né è particolarmente motivata, ma una nuova forza e ispirazione si accendono in lei in seguito al lutto improvviso del suo secondogenito. Decide, così, di proporre una ricetta di famiglia: i noodles tagliati al coltello. Grazie a questo piatto, Yoonsun Cho è riuscita ad estinguere i debiti del marito e a permettere al figlio di proseguire gli studi al college.

Ho Chi Minh, Vietnam

Il cibo di strada non è solo cibo, ma è anche la storia che c’è dietro. Infatti, lo street food vietnamita nel tempo ha subito le influenze della cucina cinese, francese e americana. Le lumache sono uno dei piatti tipici ma, nel gergo comune, quando in Vietnam si parla di lumache di mare, si fa riferimento anche alle vongole, ai granchi ed ai gamberetti. Altri cibi tipici sono il Bánh mì, ovvero la baguette francese, il Phở, zuppa di noodles, e il Cơm tấm, riso spezzato.

Singapore

Singapore è la parte più sud-orientale dell’Asia, ed essendo abitata da persone dalle origini più disparate, qui il cibo di strada è davvero l’unica cosa che le accomuna. Aisha Hashim è la protagonista della terzultima puntata di Street food Asia: figlia di pasticceri, decide di studiare in America per diventare un’ottima pasticcera, sognando di avviare lì la sua attività, fino a quando si trova costretta a tornare a Singapore per aiutare i genitori con la vendita della loro specialità: i Putu Piring, dolci di farina di riso, caramello e zucchero di palma. Grazie al supporto del suo ragazzo, poi marito, che l’ha aiutata a vedere la situazione da un altro punto di vista, Aisha è riuscita comunque a realizzare il suo sogno, occupandosi dell’attività di Putu Piring dei genitori, modernizzandola con nuove tecnologie di produzione e ampliando i punti vendita.

Chiayi, Taiwan

Chiayi è il centro della cultura, quindi anche del cibo di strada taiwanese, perché grazie alla sua posizione isolata non ha subìto particolari influenze esterne. Qui Grace aiuta i genitori a gestire il loro Smart Fish, attività di famiglia che vende principalmente stufato di teste di pesce. Quando era bambina, Grace veniva spesso bullizzata dagli amichetti, i quali non la chiamavano mai per nome, ma si rivolgevano a lei con l’appellativo Testa di pesce. Tuttavia, quello che in passato era un motivo di scherno, oggi è per Grace un motivo di vanto. Dopo essersi laureata all’università di Mapei in Scienze del Turismo, Grace è ritornata controvoglia a Chiayi per aiutare i genitori in difficoltà. All’inizio si scontravano spesso, ma col tempo è riuscita a convincerli a permetterle di usare le conoscenze acquisite all’università per modernizzare l’attività, così da prendersi i meriti per la popolarità che fino ad ora ha raggiunto.

Cordova, Filippine

Street food Asia si conclude con la storia di Florencio Escabas: dopo aver fatto il pescatore per circa 30 anni, ha deciso di aprire un ristorante per occuparsi della sua famiglia, puntando sulla zuppa di anguille come piatto principale. Florencio sostiene che le anguille abbiano la capacità di aumentare la libido, ed è stata proprio questa credenza, insieme alle effettive testimonianze di coppie di clienti in dolce attesa, ad aver reso famoso il suo ristorante. Florencio conclude l’intervista soddisfatto e felice di avere tramandato l’attività ai suoi figli e di poter dare ai suoi tanti nipoti un futuro migliore. Forse deve davvero dei meriti alle anguille per la famiglia numerosa che si ritrova, e per la gioia di poter insegnare ai suoi nipoti a pescare, proprio come, anni dietro, suo nonno era solito fare con lui.

Fonte immagine in evidenza: Netflix

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