Tarantino: 5 registi italiani che hanno influenzato il suo stile

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Quentin Tarantino si sa, ancor prima di essere uno dei più grandi cineasti contemporanei, è un accanito cinefilo. Difatti, la carriera del regista statunitense iniziò proprio mentre lavorava come commesso in una videoteca di Manhattan Beach, dove passava intere giornate a contatto con il cinema di qualsiasi genere e provenienza. Oggi lo stile di Tarantino è tanto unico quanto riconoscibile, anche grazie a tutte le influenze che il regista di Pulp Fiction ha assorbito nel corso della sua vita. In questo articolo vedremo 5 registi italiani che hanno particolarmente influenzato la regia di Quentin Tarantino.

Tarantino e la passione per i B-movie italiani

Tarantino ha da sempre affermato di essere un grande appassionato del cinema di genere (horror, poliziottesco, giallo, noir, western) e alcuni dei suoi registi di riferimento li troviamo proprio in Italia: Mario Bava, Fernando Di Leo, Umberto Lenzi e Ruggero Deodato, autori che qui in Italia non venivano considerati altro che registi di “serie b”, mentre all’estero i loro film erano presi come modello da cineasti e apprezzati dalla critica. Tarantino li considera dei veri e propri “maestri” per lui, tanto che molti dei tratti e delle caratteristiche presenti all’interno dell’opere di questi registi italiani, li ritroviamo nel cinema tarantiniano.

Vediamo dunque i 5 registi italiani che maggiormente hanno influenzato Tarantino.

1) Mario Bava

Uno degli esempi più celebri riguarda il film d’esordio di Tarantino, Reservoir Dogs (Le iene, in italiano) del 1992, chiaramente ispirato al film di Mario Bava del 1974 Cani Arrabbiati (distribuito in America con il titolo di Rabid Dogs). Il riferimento più palese all’opera di Bava lo troviamo già nel titolo, ma anche la trama prende molto dal cult italiano: un gruppo di criminali violentissimi chiamati solo attraverso alias, si ritrova ad interagire in uno spazio chiuso (la macchina per il film di Bava, il capannone in quello di Tarantino), dove lo scopo ultimo della banda passa in secondo piano mettendo in risalto le interazioni tra i vari personaggi. Quentin ha da subito affermato di essere stato molto influenzato dal film di Bava che, oltre ad essere ritenuto un punto di riferimento per il regista de Le iene, è considerato un “maestro” anche da autori del calibro di Tim Burton, Martin Scorsese e Joe Dante.

2) Fernando Di Leo

Così come per Bava anche Fernando Di Leo, con un suo film in particolare, ha influenzato Tarantino. Parliamo di La mala ordina del 1972, definito un vero e proprio capolavoro del genere noir/poliziottesco da Tarantino, il quale ripropone il duo di killer de La mala ordina nel suo Pulp Fiction del 1994, affidando il ruolo a John Travolta e Samuel L. Jackson.

3) Umberto Lenzi

Una scena di Napoli Violenta, di Umberto Lenzi, dove un bandito sulla funicolare sbatte la testa di una donna contro il vagone che arriva in senso contrario, fece impazzire Quentin che si innamorò del cinema di Lenzi, in particolare di Orgasmo del 1969. La scena, molto cruenta, riporta alla mente immagini dei film di Tarantino dove la violenza non viene di certo risparmiata.

4) Ruggero Deodato

Ruggero Deodato, scomparso il 29 dicembre 2022, con il suo Cannibal Holocaust, controverso film del 1980, ha conquistato Tarantino. Tra Deodato e il cineasta statunitense si instaurò un rapporto d’amicizia, tanto che Tarantino, per omaggiare il regista italiano, lo volle nel cast di Hostel: Part II da lui prodotto e diretto dall’amico e collega Eli Roth.

5) Sergio Leone e gli spaghetti western

Ma la più grande influenza del cinema di Quentin Tarantino è sicuramente riconducibile a Sergio Leone e ai suoi spaghetti western. Lo spaghetti western è uno dei generi che ha rivoluzionato la storia del cinema mondiale e che trova le sue origini proprio in Italia (da qui il nome “spaghetti”). Quando parliamo di spaghetti western, parliamo di film western di produzione italiana sviluppatosi negli anni 60’ e 70’, il cui massimo esponente fu proprio Sergio Leone. Leone, con la sua “trilogia del dollaro”, ha ottenuto un grandissimo successo negli USA e in tutto il mondo, divenendo uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Per Tarantino, come ammesso da lui stesso, Sergio Leone rappresenta la ragione per cui è diventato un regista, difatti dopo la visione di C’era una volta il west, il cineasta di Knoxville capì come andava fatto il cinema e nel 2019 omaggia la pellicola di Leone con C’era una volta a… Hollywood. Per Tarantino, Leone è il miglior regista italiano e la sua influenza nel cinema di Quentin è elevata, dal montaggio alle inquadrature, tant’è che agli inizi della sua carriera, durante le riprese de “Le Iene, Tarantino per chiedere all’operatore di macchina uno di quei primissimi piani sui dettagli, tipici di Sergio Leone, esclamava: «Give me a Leone!». 

 

Fonte immagine copertina: Wikimedia

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