The Gentlemen, la serie tv di Guy Ritchie | Recensione

The Gentlemen

The Gentlemen, la nuova serie televisiva ideata da Guy Ritchie, prodotta da Miramax e distribuita da Netflix. La nostra recensione!

The Gentlemen è una serie televisiva che combina la commedia d’azione al genere crime, ideata da Guy Ritchie con protagonisti Theo James, Kaya Scodelario, Joely Richardson, Daniel Ings, Jasmine Blackborow, Chanel Cresswell e Michael Wu, ai quali dobbiamo aggiungere anche l’attore feticcio di Ritchie ed ex-calciatore Vinnie Jones, Ray Winstone e Giancarlo Esposito (il noto interprete di Gus Fring, uno dei migliori personaggi di  Breaking Bad).  The Gentlemen è disponibile dal 7 marzo sulla piattaforma streaming Netflix.

The Gentlemen, la trama della serie televisiva ideata da Guy Ritchie disponibile su Netflix

Il protagonista di The Gentlemen è Edward “Eddie” Horniman, il tredicesimo duca di Halstead, il quale, dopo aver lavorato nei caschi blu dell’ONU al confine tra Turchia e Siria, decide di tornare a casa prima della morte del padre. In seguito alla lettura del testamento, Eddie scopre di essere stato scelto dal genitore come erede del titolo nobiliare rispetto al fratello maggiore Frederick, in quanto immaturo. Nonostante la possibilità di trascorrere il resto della sua vita nel lusso, il personaggio principale apprende l’esistenza del losco traffico di marijuana gestito (in precedenza) dal padre assieme al boss Robert Glass e alla figlia Susie, i quali controllano lo spaccio di tale stupefacente in Inghilterra. Eddie è costretto a immischiarsi negli affari della malavita a causa di un debito contratto da Frederick e per l’arrivo, sul suolo britannico, del gangster  afroamericano Stanley Johnston. 

Quando il genere crime e quello pulp incontrano la commedia

The Gentlemen è una serie tv che si ispira all’omonimo film diretto da Ritchie con Matthew McConaughey, Charlie Hunnam e Colin Farrell distribuito nel 2020. Il cineasta inglese sceglie di realizzare una serie tv dove la commedia incontra il pulp seguendo lo stesso canovaccio di altri suoi noti lavori: Lock & Stock – Pazzi scatenati (Lock, Stock and Two Smoking Barrels, 1998), Snatch – Lo strappo (Snatch, 2000) e RocknRolla (2008). In questa serie televisiva ritroviamo i classici topoi del cinema del regista: dei piccoli criminali inglesi che devono affrontare qualche boss molto più potente e appena giunto in Inghilterra (in questo caso Stanley Johnston); alcuni personaggi caricaturali oppure esagerati; la vicenda ambientata in una Londra lontana dai luoghi turisti, nei quartieri malfamati, i locali della malavita e le strade buie e sporche dove si può ascoltare il cockney.

The Gentlemen vanta diversi personaggi stravaganti, iperbolici, che cercano di divenire iconici: per esempio, l’immaturo Frederick costretto, per umiliazione, a vestirsi da gallo, oppure il caso John “The Gospel” Dixon, un predicatore che alterna la funzione religiosa ai traffici illeciti; il corrotto ispettore delle dogane Florian de Groot, un massiccio e barbuto belga che ama bere birra e che aiuta Susie con l’importazione di marijuana sul suolo dell’Unione Europea; infine, John Paul Ward, un traveller (si tratta di una minoranza etnica dedita al nomadismo, già rappresentata da Ritchie nel film Snatch grazie al personaggio di Mickey O’Neil interpretato da Brad Pitt) che entra nei traffici illeciti del duo Eddie-Susie per aiutarli. 

Giancarlo Esposito ci offre un’ottima interpretazione nonostante sia un personaggio secondario

Nonostante la sua ridotta presenza sullo schermo, Esposito ci colpisce con una sorprendete interpretazione, un personaggio scaltro che sa infiltrarsi nel settore dell’imprenditoria così come in quello della criminalità locale, un vero e proprio “Guglielmo il Conquistatore” giunto sul suolo britannico per creare un nuovo regno. Lo stesso vale anche per un “criminale indigeno” come Robert Glass, interpretato da Winstone, il quale, pur sembrando un energumeno che predilige la forza bruta alle armi, dimostra gusti raffinati per quanto riguarda la cucina, il vestiario e lo stile di vita.

Invece, al protagonista sembra mancare il giusto carisma scenico per il suo personaggio. Non riesce a trasmettere emozioni al pubblico e non riusciamo ad assistere a una svolta criminale della sua vita così come nella sua psiche, l’evoluzione da duca a criminale si rivela essere lenta ed abbozzata. 

Come entrare nel mondo della criminalità inglese grazie alla musica e al montaggio

Quello che può incuriosire della serie tv The Gentlemen è il massiccio impiego di musica classica e quella dell’opera per i momenti cruciali della vicenda; eppure, come ogni narrazione contemporanea della scena della malavita, non mancano canzoni trap e rap che trasmettono l’atmosfera di una periferia degradata e abbandonata. Tralasciando le prime due puntate dirette dallo stesso Ritchie, il montaggio frenetico (tipico del ex-marito di Madonna) è impiegato raramente rispetto ad altre sue opere: è stato utilizzato per velocizzare la narrazione in alcuni momenti, per esempio, alternando le scene che descrivono un piano con quelle riguardanti l’elaborazione di quest’ultimo.

The Gentlemen: un prodotto ben realizzato nonostante le aspettative del pubblico 

In conclusione,  The Gentlemen si rivela un prodotto ben realizzato, una serie televisiva che si lascia vedere, che ci strappa un sorriso nei momenti più comici e che riesce a intrattenerci. Nonostante questi presupposti, certamente, da un regista del calibro di Ritchie e dalla casa di produzione Miramax, lo spettatore si sarebbe aspettato qualcosa di diverso e più “coraggioso”, in particolar modo confrontando il prodotto di Netflix al film omonimo distribuito nelle sale cinematografiche inglesi nel gennaio di ben quattro anni fa. Sebbene sia capace di intrattenere facilmente lo spettatore, The Gentlemen non riesce a distinguersi dalla massa perché è una serie poco propensa alla sperimentazione stilistica (limitata nelle prime due puntate) che possa renderla un piccolo cult disponibile sulla piattaforma streaming.

Fonte immagine di copertina: si ringrazia Netflix Tudum per la foto 

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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