Al mondo esistono milioni di luoghi di culto, ma il Karni Mata Temple in India è senza dubbio uno dei più originali. Situato a Deshnoke, una piccola città del Rajasthan, questo tempio indù ha la caratteristica unica di ospitare e venerare più di ventimila ratti neri, tanto da essere universalmente noto come il tempio dei ratti. Nell’induismo molte specie animali sono considerate sacre, e qui i ratti sono i protagonisti assoluti. Sebbene non sia un luogo adatto a chi soffre di questa fobia, è una meta unica nel suo genere, adatta ai viaggiatori più avventurosi.
Indice dei contenuti
Credenze e fatti sul Tempio dei Ratti
Per comprendere la profonda devozione che circonda questo luogo, ecco una sintesi delle credenze più importanti che ogni visitatore dovrebbe conoscere.
Fenomeno del tempio | Significato e credenza |
---|---|
Presenza di 20.000 topi | Sono considerati la reincarnazione dei membri del clan Charan e quindi sacri (chiamati “kabbas”). |
Avvistare un topo bianco | È un segno di grandissima fortuna. Si crede che i ratti bianchi siano la reincarnazione di Karni Mata stessa o dei suoi parenti più stretti. |
Cibo mangiato dai topi (“prasad”) | Le offerte di cibo rosicchiate dai topi sono considerate benedette e vengono consumate dai devoti. |
Uccidere un topo accidentalmente | È considerato un grave peccato. La persona responsabile deve espiare la colpa donando al tempio una statua di un topo in oro massiccio o argento. |
La leggenda della dea Karni Mata
Sebbene i veri protagonisti del tempio siano i topi, il luogo di culto è dedicato alla dea Karni Mata, una saggia guerriera vissuta nel XIV secolo e considerata un’incarnazione della dea Durga. La leggenda che la lega ai ratti è molto affascinante. Si narra che il figliastro di Karni Mata, Lakshman, annegò in uno stagno mentre cercava di bere. La dea chiese a Yama, il dio della morte, di riportarlo in vita. Inizialmente Yama rifiutò, ma di fronte all’insistenza della dea, acconsentì a una condizione: tutti i seguaci maschi defunti del suo clan (i Charan) non sarebbero andati nel suo regno, ma si sarebbero reincarnati in topi. Di conseguenza, i successivi membri del clan, una volta morti, si sarebbero reincarnati in topi nel tempio, per poi rinascere nuovamente come esseri umani all’interno della famiglia.
I “kabbas”: i topi sacri del tempio
I migliaia di ratti, chiamati affettuosamente “kabbas” (bambini piccoli), sono venerati dai devoti, che li nutrono e li proteggono. Contrariamente a ciò che si può pensare, l’idea di camminare scalzi tra di loro o bere la stessa acqua e latte non disgusta i fedeli. Anzi, il contatto è ricercato: se un topo passa sui piedi di un pellegrino, è considerato un segno di grande benedizione. La maggior parte dei ratti è di colore nero, ma tra loro vivono pochi esemplari di ratti bianchi. Questi ultimi sono ritenuti i più sacri in assoluto e riuscire a vederli è un presagio di immensa fortuna.
Nonostante il luogo risenta di condizioni igieniche oggettivamente precarie, i ratti sono protetti e curati. Per questo motivo, il Karni Mata attira moltissimi turisti. I fedeli compiono lunghi pellegrinaggi, specialmente durante le due fiere annuali, e non è raro vederli distendersi per terra sperando di essere attraversati dai ratti o mangiare il “prasad”, ovvero le offerte di cibo benedette dal morso dei topi.
Visitare il Karni Mata: regole e consigli
Il tempio si trova a Deshnoke, a circa 30 km dalla città di Bikaner, nello stato del Rajasthan, ed è facilmente raggiungibile in taxi o autobus. L’edificio attuale, con la sua splendida facciata in marmo e le massicce porte d’argento decorate, fu completato all’inizio del XX secolo dal Maharaja Ganga Singh di Bikaner. Per chi desidera visitarlo, è fondamentale seguire alcune regole:
- Togliere le scarpe: come in tutti i templi indù, è obbligatorio entrare scalzi. Si consiglia di indossare dei calzini spessi per proteggere i piedi.
- Massima attenzione a dove si mettono i piedi: è fondamentale camminare con cautela per non calpestare e ferire nessuno dei topi. L’uccisione, anche accidentale, di un ratto comporta la già citata penalità di donare una statua d’oro.
- Nessun gesto brusco: i ratti sono abituati alla presenza umana e sono innocui, ma è bene non spaventarli.
Per maggiori informazioni turistiche sulla regione, è possibile consultare il sito del turismo del Rajasthan.
Altre informazioni e curiosità sul Karni Mata
Perché i topi sono considerati sacri nel tempio?
I topi sono considerati sacri perché i fedeli credono che siano le anime reincarnate dei membri del clan Charan, i discendenti e seguaci della dea Karni Mata. Venerare un topo, quindi, equivale a prendersi cura dell’anima di un antenato.
Cosa succede se un topo viene ucciso?
L’uccisione di un topo, anche se accidentale, è un atto gravissimo. La tradizione impone che chi commette questo peccato debba espiare la colpa commissionando e donando al tempio una statua di un topo delle stesse dimensioni, realizzata in oro massiccio o, in alternativa, in argento.
È igienico o pericoloso visitare il tempio dei ratti?
Le condizioni igieniche del tempio sono molto lontane dagli standard occidentali. Si cammina a piedi nudi su un pavimento ricoperto di escrementi e avanzi di cibo. Tuttavia, è interessante notare che, nonostante le migliaia di ratti e pellegrini, non sono mai state registrate epidemie o focolai di malattie legate al tempio. I devoti lo considerano un altro miracolo di Karni Mata.
Articolo aggiornato il: 04/09/2025