What in Hell is Bad?: l’Inferno come desiderio

What in Hell is Bad: quando l'Inferno diventa desiderio

Sviluppato da Neversoft e rilasciato ufficialmente il 4 ottobre, What in Hell is Bad? è il nuovo videogioco per mobile che fonde il genere otome a meccaniche di combattimento in stile difensivo.

In giapponese sotto il titolo di jigokunodokogawarui 地獄のどこが悪い? , questo gioco aggiunge prospettive nuove, rompendo lo schema dei classici videogiochi otome. Al di là della trama, rilevante è il suo rate di tipo R: contenuti espliciti, anche di natura sessuale. Tuttavia non vengono mostrati rapporti sessuali fra i personaggi. Anche se, per gli amanti del genere, gli sviluppatori potrebbero pensare di aggiungere ulteriori novità per attrarre ancora di più in massa i giocatori curiosi.

Immergendoci all’Inferno e provando quest’esperienza di gioco totalmente inusuale, abbiamo potuto appurare che oltre ad una consistente trama, vi sono diverse modalità che contribuiranno al fine di apprezzare questo nuovo videogioco per adulti, tra l’altro riccamente doppiato e con cuts in stile anime.

What in Hell is Bad? prosegue sulle orme dei consueti gacha games: giochi dove l’ottenimento di un personaggio, salvo situazioni specifiche, non è garantito. Ci si affida alla natura randomica del videogioco, con la speranza che il soggetto da noi desiderato divenga parte della nostra collezione. Esempi validi sono il famosissimo Genshin Impact, l’innovativo BL Nu: Carnival, Granblue Fantasy, Pokémon Masters EX, King of Fighters e così via.

Da questo punto in poi presenteremo alcuni aspetti legati a What in Hell is Bad?.

Trama

Il o la protagonista (il gioco è fortemente inclusivo e lascia scegliere il sesso del giocatore), mentre è concentrato a guardare video porno in camera del suo migliore amico di lunga data Kim Minhyuk, vede uscire dallo schermo un uomo tanto affascinante e appariscente, quanto insolito. Si rivelerà essere un Angelo che, contrariamente all’idea generale, sarà spietato e bramerà per la nostra dipartita.

Il temibile avversario innalza la propria falce e si appresta a colpire il giovane malcapitato, quando Minhyuk torna a casa e si sacrifica per la nostra salvezza. La situazione peggiora progressivamente, finché non arriva uno dei 7 Re degli Inferi a proteggerci. Risvolti inaspettati e promesse che ci porteranno a sperimentare un Regno all’insegna del desiderio.

Le influenze

In What in Hell is Bad? è interessante la ricostruzione di un mondo che poggia sul dualismo tra diavoli e angeli, rispettivamente a capo di Inferno e Paradiso. Si resta fedeli ad una nomenclatura che attinge al tradizionale immaginario ultraterreno. Tra i vari regni citiamo, ad esempio: Tartaros, Hades, l’Abisso, Niflheim, etc.

Ognuno di questi vede a capo ciascuno dei 7 Re a capo di una propria regione dell’Oltretomba, “accompagnati” dai propri diavoli. Nell’immagine in evidenza, da sinistra verso destra: Leviathan, Mammon, Satan e Beelzebub. Anche qui la scelta dei nomi non è casuale.

Modalità di gioco

Più precisamente What in Hell is Bad? è un videogioco di difesa. Ciò significa che su una mappa prestabilita, bisognerà collocare i personaggi ottenuti e fare il possibile per bloccare e sconfiggere i nemici, che tenteranno di raggiungere la nostra base e attaccarla, comportando un triste game-over. La strategia è fondamentale!

In aggiunta alla classica funzione di combattimento, vi è il Secret Club, probabilmente una delle modalità più curiose, che ci permetterà di donare attenzioni ai nostri diavoli, puntando al loro pieno soddisfacimento. Carezze, strizzate, morsi e tanto altro. L’innalzarsi dell’EroLvl porterà allo sblocco di ulteriori potenziamenti e contenuti, fra i quali scene esclusive di forte intimità.

Per chi volesse fare un tentativo, l’applicazione è disponibile sia su Google Play che su App Store, ma per chi intende provare il massimo dell’intrattenimento in compagnia dei Sette Peccati Capitali, si consiglia il download dal sito di EROLABS, distributore ufficiale di videogiochi di natura erotica, quali What in Hell is Bad? e il sopracitato Nu: Carnival. Motivo è l’assenza di censure che non garantirebbero una full immersion nel gioco.

Fonte immagine in evidenza: screenshot della copertina del teaser ufficiale del gioco.

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