La serie di Alone in the Dark: l’orrore prima di Resident Evil

Alone in the Dark

La serie di Alone in the Dark è una saga di videogiochi ideata da Frédérick Raynal per la compagnia francese Infogrames. Per la sua creazione, il programmatore ha preso ispirazione dai grandi maestri dell’orrore degli anni ’70, come George Romero e il nostrano Dario Argento.

Tra le prime idee nella progettazione della serie di Alone in the Dark, c’era quella di usare foto vere di ambienti reali da usare come fondali nei quali si sarebbe mosso il personaggio giocabile; dalle foto vere poi si è passato alla modellazione in 3D di questi ambienti, in cui era possibile muovere una telecamera e generare un’immagine bitmap: ecco che si hanno così gli sfondi pre-renderizzati, tecnica usata successivamente anche da tantissimi altri giochi, come Resident Evil.

Inizialmente Infogrames voleva sfruttare la licenza del gioco da tavolo The Call of Cthulhu, basato sui racconti di H.P. Lovecraft, ma Raynal ha utilizzato solo alcuni elementi come pretesto per inserire nella trama elementi occulti ed esoterici.

Il primo gioco delle serie di Alone in the Dark è quindi un survival horror che dà al giocatore la possibilità di selezionare uno dei due personaggi giocabili: Edward Carnby o Emily Hartwood, scelta che non influisce minimamente sulla trama o sulle meccaniche di gioco. Il personaggio si muove sugli sfondi pre-renderizzati con un sistema di movimento che i fan definiscono a carrarmato, perché il personaggio si può muovere solo in avanti e indietro e per cambiare direzione deve ruotare su sé stesso.

Il personaggio può eseguire tramite il menù dell’inventario diverse azioni, come combattere, aprire/cercare, spingere, chiudere e saltare; sistema abbastanza legnoso, ma dato dalle limitazioni dell’epoca. La capacità dell’inventario è, come qualsiasi survival horror che si rispetti, limitata, con la possibilità di fare spazio posando armi e altri oggetti sul pavimento. I nemici principali, le creature ispirate dai racconti di Lovecraft, possono essere sconfitte con armi o a mani nude, o addirittura completamente evitate risparmiando risorse preziose.

Altri pericoli includono le trappole sparse per il gioco, che possono uccidere il o la protagonista con un solo colpo. Per proseguire nel gioco è necessario risolvere i numerosi enigmi che spingono i giocatori a usare molto la testa, risolvibili usando oggetti chiave e leggendo le varie note sparse per gli ambienti, che contengono la soluzione agli indovinelli.

La trama del primo gioco della serie di Alone in the Dark vede Edward Carnby o Emily Hartwood investigare sulla morte del pittore Jeremy Hartwood a villa Derceto, che secondo molte dicerie è abitata da malvagi spiriti.

Dopo il primo, la serie di Alone in the Dark ha avuto diversi seguiti, spin-off e reboot. Il secondo capitolo, chiamato Alone in the Dark 2 ha una svolta più action del primo capitolo, dove Edward Carnby si batte con gangsters e pirati zombie facendo uso di un’ampia gamma di armi da fuoco. Il terzo capitolo, Alone in the Dark 3 è un survival horror a tema western, dove i nemici sono zombie cowboy. Il quarto capitolo, chiamato con il sottotitolo The New Nightmare, è un reboot della saga, ed è tra i capitoli più apprezzati dai fan della serie di Alone in the Dark: qui ritorna la possibilità di giocare con due personaggi, Edward Carnby e Aline Cedrac.

Nel 2008 viene rilasciato un quinto capitolo, semplicemente chiamato Alone in the Dark o nella versione completa su PlayStation 3 Alone in the Dark: Inferno, titolo strutturato a episodi come una serie tv e apprezzato per le tante innovazioni tecnologiche, come la possibilità di vedere gli oggetti e le armi raccolte da Carnby in un inventario interattivo che sposta la visuale all’interno della giacca del protagonista, oppure l’uso del fuoco per sconfiggere i nemici o risolvere enigmi: questo capitolo però è stato distrutto dalla critica e dai fan a causa dei tanti problemi a livello tecnico e di trama che lo affliggono.

Il capitolo più recente delle serie di Alone in the Dark, è un remake in stile più moderno dell’originale del 1992 sulla falsa riga dei remake di Resident Evil, ed è stato rilasciato quest’anno. Il nuovo capitolo, vede la star di Stranger Things David Harbour nei panni di Edward Carnby e l’eccezionale Jodie Comer nei panni di Emily Hartwood.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

A proposito di Claudio Facenna

Appassionato di videogames, film e cultura giapponese. Studia lingue e culture orientali e africane all'Università degli Studi di Napoli L'Orientale,

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