Emma di Jane Austen: la donna anticonformista | Analisi

Emma di Jane Austen: analisi e psicologia del romanzo

Tra tutte le opere che la Austen ci ha regalato, ci prendiamo un momento per analizzare quella che più delle altre ha fatto storcere il naso a più di un lettore.  Molti, addirittura, non sarebbero riusciti ad andare fino in fondo alla storia a causa della schietta arroganza della protagonista che, nonostante cerchi in tutti i modi di piacere alla gente che la circonda nel romanzo, fa fatica a fare lo stesso con chiunque si approcci alla sua conoscenza dall’esternoEmma di Jane Austen rimane comunque uno dei suoi romanzi meglio riusciti e stiamo per vedere il perché. 

Emma di Jane Austen: trama

Emma è una ragazza dell’alta società che vive con il padre (tormentato da ansie e preoccupazioni sulla propria salute e della gente a cui tiene), e che trova la massima soddisfazione nel dilettarsi a combinare matrimoni e lavorare quindi per il bene degli altri.  È la donna più ricca e intelligente di Highbury, e le piace mettersi alla prova sperimentando, sulla vita degli altri, le sue idee sull’amore e l’armonia dei caratteri, mantenendosi invece personalmente sempre lontana da tutto ciò. Caratteristica principale di Emma, infatti, è la sua volontà di non sposarsi, nascondendone la vera motivazione dietro la scusa di dover stare sempre insieme al padre e prendersi cura di lui. Possiamo già vedere come in Emma Jane Austen si distacchi, anche nella trama, dalla solita ragazza in cerca di marito.

Analisi e psicologia dei personaggi

Notiamo che, anche se tutte le eroine descritte dalla Austen avevano qualche tratto rivoluzionario che le allontanava dalle aspettative della società riguardo alla donna del secolo, Emma è completamente anticonvenzionale. Non ha bisogno di un marito per ottenere il rispetto e i privilegi che le spettano, perché in realtà li ha già, come da lei citato «Non ho nessuno degli incentivi che ha una donna per sposarsi!». In Emma Jane Austen usufruisce di una figura femminile a cui non manca niente, che vive nell’agio e che non ha bisogno di ulteriore prestigio in società, cosa che un buon partito potrebbe effettivamente darle. Nell’esclamazione «Certo, se mi dovessi innamorare sarebbe diverso!» si enfatizza, inoltre, l’importanza anche in questo romanzo dell’amore sopra l’interesse economico e sociale.

La ricchezza e l’intelligenza della protagonista cozzano sonoramente con la figura di Harriet Smith, che al contrario di Emma non ha alcun titolo né tantomeno un’ingente dote. Eppure, è proprio Harriet che Emma sceglie come amica con cui dilettarsi e passare le giornate passeggiando. Cosa c’è davvero dietro la volontà di Emma di diventare sua amica? La realtà è che Harriet rappresenta il poco, l’umile e la scarsità di acume, la semplicità nella sua sfera più banale e mediocre, ed è proprio la sua visibile inferiorità rispetto ad Emma che porta quest’ultima a volerla sempre accanto. La protagonista si assume il compito di rendere Harriet una donna di società nei modi e nei costumi, elevandola ad un ceto che in realtà non le appartiene per, così parrebbe, pura gentilezza nei suoi confronti. Ha la presunzione di far credere all’amica che uomini di ceti sociali più alti potessero effettivamente essere interessati a lei, sbagliandosi e causandole profondi dispiaceri.

Quello che Jane Austen fa in Emma creando questo personaggio è dar vita alla figura di una ragazza costantemente convinta di agire nel giusto, testarda e arrogante, ma dotata di un’arroganza che per molte delle figure che la circondano è solamente sintomo di intelligenza e buon senso. Ed effettivamente non mancano da parte loro continue lusinghe e complimenti, su quanto la dolce e cara Emma sia sempre al servizio degli amici e voglia sempre garantire loro la felicità. L’unica persona che riesce a vedere Emma come una donna molto sagace e vivace, perfettamente abile di mantenere delle conversazioni intelligenti e piacevoli, ma anche piena di capricci e presunzione è il signor Knightely, gentiluomo di cui, guarda caso, alla fine lei stessa si innamorerà.

Nonostante la protagonista sembra essere stata creata proprio per non piacere ai lettori, l’evoluzione della psicologia del personaggio basta per far cambiare idea. L’autoconsapevolezza che viene acquisita all’improvviso su tutti gli sbagli fatti e il male che la sua presunzione e arroganza hanno recato a molte persone a lei care, ci fa chiudere un occhio sui pensieri negativi suscitati dalle sue azioni, e ci fa invece apprezzare la bravura della Austen nel creare un personaggio così vicino alla nostra realtà e pieno di difetti che ci hanno tenuto stretti alla storia più di quanto si pensi. Emma di Jane Austen è quindi, nonostante la sua apparente non scorrevolezza e mancanza di intrattenimento, a detta di molti, uno dei suoi lavori più importanti. 

Fonte immagine: Pexels

A proposito di Nicole Nocera

Vedi tutti gli articoli di Nicole Nocera

Commenta