Ise Monogatari: i 4 racconti più conosciuti

Ise Monogatari: i 4 racconti più conosciuti

L’Ise Monogatari (伊勢物語, in italiano I racconti di Ise) è una raccolta di 125 sezioni – nel linguaggio tecnico sono chiamate “dan” (段) – composte intorno al 947 d.C. Appartenente al genere dell’Uta Monogatari (歌物語), i racconti ruotano intorno a dei fulcri costituiti da poesie a cui non ci si è preoccupati di dare una struttura unitaria.

I brani sono collegati tra loro in quanto recano un tema unico che si sostanzia nelle avventure amorose di un certo uomo, che la tradizione associa alla figura di Ariwara no Narihira (825-880). Fu un poeta famoso, un uomo che ha anteposto l’amore e la vena creativa alla carriera politica. Modello assoluto di eleganza cortese, costituirà la prefigurazione di figure letterarie come quella di Genji, protagonista del famoso Genji Monogatari.
Le poesie attribuite a Narihira contenute nell’Ise Monogatari, evidenziano a livello narrativo una certa progressione biografica. Si parte dalla giovinezza, poi ci sono le trasgressioni nella Capitale, il famoso esilio ad Est, il ritorno nella Capitale e infine, la morte. Proprio le trasgressioni e gli amori proibiti non fanno che aumentare il senso drammatico pur mantenendo eleganza di dizione e sottigliezza retorica.

Quali sono i racconti più famosi dell’Ise Monogatari?

  • Racconto n° 9
    Questo racconto prende il nome di Azumakudari (東下り, Viaggio verso Est). Esso ha ispirato una produzione artistica molto cospicua, tra raffigurazioni e oggettistica varia. Il tema del viaggio e della separazione da casa, uniti ad un lirismo che sottende una certa sensibilità, volta alla commozione, all’espressione aperta della tristezza, è la chiave di volta per la comprensione di questo brano. Non c’è giapponese che non conosca questo passo o che non lo abbia studiato a scuola. Un gruppo di amici, dalla Capitale Heian, si muove verso Est, ma i passi da percorrere insieme sono tanti e sembrano l’occasione giusta per comporre poesie che rechino un forte senso di malinconia;
  • Racconto n° 12
    Un uomo rapisce una donna e si nasconde in un campo dall’alta erba per non farsi catturare. Le guardie volte a ritrovare la ragazza, per scovare il rapitore, decidono in ultima ratio di bruciare il campo. A quel punto la donna non può che intervenire pregandoli di non farlo. Insieme a lei, proprio in quel campo, si nascondeva il rapitore che, si comprende, in quel breve tempo aveva ormai catturato il suo cuore;
  • Racconto n° 23
    Due bambini crescono insieme e, diventati adulti, si sposano. Quando muore il suocero, l’uomo decide di non trascorrere più il suo tempo con lei.  Al tempo in cui è stato redatto il testo, era fenomeno comune in quanto il padre della sposa garantiva copertura finanziaria. Lui frequenta la casa di un’altra donna e dato che la moglie lo lasciava andare senza sollevare questioni, egli si insospettisce. La prova diabolica lo poterà a spiarla, fingendo di incamminarsi per un nuovo viaggio. Una volta nascosto, la nota, in tutta la sua bellezza, che recita una poesia pensando al viaggio del marito. Quest’ultimo, colpito dalle sue buone maniere, smette di andare dall’altra donna. Un giorno però, assiste ad una scena che non avrebbe voluto vedere: la sposa, dimentica del proprio contegno, era intenta a riempirsi la ciotola di bambù con del riso. La connotazione didattica di racconti del genere testimonia una rigida etichetta a cui doversi uniformare;
  • Racconto n° 125
    L’importanza di questa sezione sancisce un concetto caro alla letteratura successiva di età Medievale, ossia la realizzazione della strada unica che prima o poi tutti percorrono, cioè quella della morte, in quello che riconosciamo come memento mori.

     

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Diana Natalie Nicole

Studentessa di Letterature Comparate, sostengo la continuità tra filosofia e letteratura, con qualche benigna interferenza di linguistica, arte e cultura.

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