L’amore fatale di Ian McEwan | Recensione

L'amore fatale di Ian McEwan | Recensione

Ian Russel McEwan è uno scrittore e sceneggiatore britannico, nominato tra i 50 più grandi scrittori britannici dal 1945. Tra i suoi romanzi più celebri ricorrono: Espiazione (2001), Nel guscio (2016), Lezioni (2023). L’autore viene spesso nominato anche “Ian Macabre”, per il tono cupo che contraddistingue alcune delle sue narrazioni. Parliamo qui di L’Amore Fatale di Ian McEwan, altro romanzo che ha portato all’autore molto successo insieme a quelli precedentemente menzionati.

Trama de L’Amore Fatale di Ian McEwan

L’Amore Fatale di Ian McEwan viene pubblicato nel 1997, e viene definito insieme a Espiazione uno dei suoi capolavori. Il romanzo è inoltre tratto da vicende realmente accadute.  Il protagonista del racconto è Joe Rose, scrittore britannico che vive con sua moglie Clarissa. Il racconto L’Amore Fatale si apre con la descrizione di una giornata apparentemente tranquilla: Joe e Clarissa, che stanno facendo un picnic nel parco per festeggiare il loro anniversario, si ritrovano coinvolti in uno strano incidente con una mongolfiera. Al suo interno si trovano un bambino con suo nonno, che aveva perso il controllo della mongolfiera, mettendo a rischio la vita di entrambi.  È così che Joe, insieme ad altri quattro che si trovavano lì, corrono ad aiutare il signore che nel frattempo è riuscito ad uscire dalla mongolfiera, lasciando il nipote ancora in balia dell’oggetto. Nel tentativo di salvare il ragazzo, uno degli aiutanti perde la vita. Da qui le vicende prendono una piega diversa: la vita di Joe cambierà per sempre da quel giorno. Questo perché uno degli aiutanti, Jed Parry, in quel momento di shock per aver assistito alla morte di un uomo, crea un forte legame con Joe, credendo che proprio lui gli avesse dato modo di farlo. In realtà Joe non ha idea di cosa fosse successo nella mente di quell’uomo nel momento in cui gli scambiò uno sguardo di pura comprensione e gentilezza, come scambio di intesa e unione di fronte a ciò che stava accadendo.  

Analisi del disturbo psichico nel romanzo

L’Amore Fatale di Ian McEwan è un romanzo che scava all’interno della psiche umana, aprendoci alla conoscenza di ciò che l’uomo, affetto da crisi interne, può arrivare a fare.  L’autore qui tratta la sindrome di De Clérambault, che riguarda l’ossessione o amore profondo verso qualcuno, e la non accettazione del rifiuto.  In quel momento Jed Parry, fortemente religioso, decide di aver avuto una connessione profonda con Joe, e che sia stato proprio quest’ultimo ad aprirsi a lui in quello che invece era un momento di pura e mera gentilezza. L’amore di Parry cammina insieme alla sua voglia di rendere Joe credente, convertirlo all’amore verso Dio, cosa scaturita dal rifiuto di Joe di pregare insieme a lui di fronte al corpo martoriato dell’uomo morto nell’incidente. In L’Amore Fatale McEwan descrive tutti gli stadi di questo disturbo, quindi oltre alla fase iniziale dell’innamoramento/ossessione, continua la storia mostrando come Parry non accetti in nessun modo la realtà, ovvero che Joe non prova nulla per lui e che tutto è frutto della sua fantasia. La cosa più sorprendente, e allo stesso tempo inquietante, è vedere come per Parry (che inizia a pedinare il protagonista, appostandosi anche davanti casa sua) ogni passo, ogni movimento delle mani di Joe, il suo andamento e le sue azioni giornaliere, siano un messaggio subliminale indirizzato a lui, con cui Joe gli esprime tutto il suo amore. La missione di Parry in questo caso è quella di trovare il modo di aiutare Joe a liberarsi di Clarissa, pensando che sia lei l’unico ostacolo tra i due, ovvero ciò che non permetteva al suo amato di dichiararsi apertamente. La vita di Joe inizia a diventare un incubo, peggiorata dal fatto che Clarissa  si rifiuta di credere a ciò che suo marito le dice, credendolo invece sull’orlo della pazzia. Solo quando la stessa Clarissa si trova faccia a faccia col pericolo, si rende conto di aver agito in maniera sbagliata.  

Ma L’Amore Fatale di Ian McEwan non tratta solo della malattia; centrale è anche la relazione coniugale che con l’avanzare delle vicende diventa sempre più debole, fino ad arrivare al punto di non ritorno. Certo è che motore di tutto rimane comunque l’instabilità di Perry, che non consapevole del male che sta provocando finisce per rovinare la vita della persona che amava o meglio, credeva di amare.

Fonte immagine: Einaudi

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