Canzoni d’amore, le 7 da ascoltare

Canzoni d'amore

Se esiste un genere di canzoni che non invecchia mai è quello delle canzoni d’amore. Eredi ideali della grande tradizione della lirica trobadorica medievale, con il trascorrere del tempo e l’evoluzione della musica, qualunque cantautore e gruppo musicale possiede nel suo repertorio almeno una canzone dedicata alla donna amata

Che siate romantici o meno, anche voi avrete dedicato una canzone d’amore alla vostra lei o al vostro lui, oppure nell’ascoltarle avrete viaggiato con la mente e vi siete immaginati mano nella mano con la vostra dolce metà. Ecco quindi una playlist di sette canzoni d’amore, da ascoltare e da far ascoltare alla persona di cui siete innamorati.

Canzoni d’amore, le nostre sei scelte

Tu non mi basti maiLucio Dalla

Iniziamo con un pezzo dell’immortale Lucio Dalla, tratto dall’album Canzoni del 1996: Tu non mi basti mai.

Protagonista indiscusso di questa canzone è il desiderio, la voglia di amare e di essere amati da qualcuna/o. Il cantante bolognese descrive il proprio amore nei confronti di una donna che forse non lo conosce nemmeno. Vorrei essere il vestito che porterai/il rossetto che userai/ vorrei sognarti come non ti ho sognato mai […] Vorrei essere l’uccello che accarezzerai/e dalle tue mani non volerei mai/vorrei esser la tomba quando morirai e dove abiterai.

Il desiderio espresso da Dalla trova la sua immedesimazione nelle piccole cose della donna: ecco quindi che immagina di essere il suo rossetto e il motore della sua macchina e persino la tomba in cui verrà sepolta. Una devozione assoluta e sincera verso la propria lei traspare da questa canzone.

I don’t want to miss a thingAerosmith

Spostandoci sul versante rock troviamo una canzone che avrete ascoltato più e più volte, complice il fatto che è stata inserita anche all’interno dello spot di un famoso amaro. Ovviamente è I don’t want to miss a thing, degli Aerosmith.

Steven Tyler, la voce della band, in questa vera e propria ballata descrive la paura di perdere tutte quelle cose che caratterizzano la donna che ama: i suoi occhi, il suo respiro, ma soprattutto i momenti di tenerezza passati assieme a lei. Da qui nasce la voglia di godersi quegli attimi fino in fondo, in quanto sa benissimo che non sono eterni e che non può permettersi di lasciarli andare: I don’t wanna miss one smile/ I don’t wanna miss one kiss/ Well, I just wanna be with you/ Right here with you, just like this.

La canzone fa parte della colonna sonora del film del 1998 Armageddon, diretto da Michael Bay. Può stonare un po’ questo particolare, dal momento che il lungometraggio è un disaster movie che ricicla il sempreverde topos del meteorite che, diretto sulla terra, minaccia di distruggere la terra. Proprio per questo la canzone fu nominata ai Razzie awards di quell’anno nella categoria “peggior canzone”. Ma la sorte ha strizzato l’occhio a Tyler e soci e la canzone ha avuto un successo globale. Dimostrazione che anche in un film tutto muscoli ed esplosioni pirotecniche può esserci spazio per coccole e tenerezze.

La canzone dell’amore perduto Fabrizio de André

Di canzoni d’amore de André ne ha scritte tante e di bellissime, ma tra tutte abbiamo scelto La canzone dell’amore perduto, tratta dall’album Canzoni del 1974.

È la descrizione di un amore finito, dove la passione si è oramai spenta e ciò che ne resta sono i ricordi. Questi vengono simbolicamente rappresentati dai fiori, dalle viole che sbocciavano come l’amore e che, una volta esauritosi, si appassiscono. Una similitudine tanto semplice quanto efficace per descrivere la nascita e la morte della passione.

Ma ogni fine coincide con un nuovo inizio e Faber ce lo spiega bene: Ma sarà la prima che incontri per strada che tu/coprirai d’oro per un bacio mai dato,/ per un amore nuovo. Questo significa che non bisogna rinunciare all’amore e sperare in esso, perché un’altra donna entrerà nella nostra vita che, ci piaccia o no, va avanti.

Wishlist – Pearl Jam

Eddie Vedder, voce dei Pearl Jam, scrive questo brano contenuto all’interno dell’album Yield del 1998. Si tratta di una delle canzoni d’amore più belle sfornate dal complesso di Seattle.

Il testo è contrassegnato dalla ripetizione anaforica del sintagma I wish (in italiano: vorrei) e se pensiamo al fatto che il titolo della canzone in italiano significa lista dei desideri capiamo che ci troviamo davanti ad un elenco di cose che il buon vecchio Eddie vorrebbe fare o essere.

Proprio per questa particolarità Wishlist non andrebbe neppure inserita in questa ideale playlist di canzoni d’amore. Eppure, se leggiamo prima il testo e poi chiudiamo gli occhi facendoci accompagnare dalla melodia, potremmo immaginare di riferire tutte quelle parole alla persona che amiamo: I wish I was the pedal break that you depended on/ I wish I was the verb “to trust”, and never let you down.

Canzoni d’amore, le ultime

Rimmel – Francesco de Gregori

Un altro classico della canzone italiana si aggiunge a questa playlist: l’intramontabile Rimmel, di Francesco de Gregori.

Tratta dall’omonimo album del 1975 è la canzone non soltanto di un amore finito, ma anche della materia di cui questo era fatto. Il cantautore romano si ritrova a raccogliere i cocci del concluso rapporto con la propria donna, tutto basato sul gioco e sull’inganno.

L’apparente semplicità del testo nasconde una complessità metaforica che richiama alla tematica del trucco e delle carte. Si può pensare al solo titolo, che ricorda tanto i cosmetici usati dalle donne quanto al trucco dell’inganno, così come a maniacalità stilistiche (il verso come quando fuori pioveva, dove le iniziali di ogni parola richiamano a cuori, quadri, fiori e picche, i semi delle carte da gioco) fino a giungere ad una figura emblematica: Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente, / ma uno zingaro è un trucco. Si tratta della figura dello zingaro e lo stesso de Gregori racconta che uno di questi gli predisse un futuro roseo con la propria ragazza, ma ovviamente si è trattato soltanto di una fantasia irrealizzabile.

Non resta che rassegnarsi alla fine del rapporto, non senza però rinfacciare alla sua lei il fatto che l’abbia preso solo in giro: Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo /e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro / o ancora i tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo li puoi nascondere o giocare come vuoi. Un congedo amaro, ma pur sempre un congedo.

 Heartbreak station – Cinderella

Un’altra canzone di congedo, un addio rivolto alla propria donna. Questo è Heartbreak station, brano del gruppo hard rock Cinderella pubblicato come singolo dall’omonimo album del 1990.

Tom Keifer, voce della band, immagina di trovarsi in una stazione e di vedere la propria donna salire sulla carrozza di un treno… oppure è lui stesso a salirci sopra. Infatti il treno ha un duplice valore simbolico, in quanto è inteso tanto come il simbolo di un amore perduto per sempre quanto di un mezzo per fuggire via dai ricordi di esso.

Look out my window / Sometimes it’s hard to see /The things you want in life /Come and go so easily. Anche in questo brano si ripresenta il topos della caducità delle cose e dell’amore in generale. Il frontman della band di Filadelfia non può fare altro che lasciarsi andare ai ricordi e ai progetti che aveva in mente con la donna (come de Gregori), ma senza avere la certezza di aver goduto pienamente dei momenti trascorsi assieme a lei (diversamente da Steven Tyler) e senza la certezza che, camminando per strada, incrocerà gli occhi di un’altra donna e se ne innamorerà (diversamente da de Andrè). Una riflessione un po’ pessimista e malinconica, ma non per questo Heartbreak station non può non rientrare tra le canzoni d’amore più belle.

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno – Max Gazzé (Canzoni d’amore, da ascoltare)

Ultimo, ma non meno importante, è il brano che Max Gazzé ha presentato alla recente edizione della kermese sanremese: La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, tratto dall’album Alchemaya del 2018.

Una canzone che è diversa da tutte quelle analizzate fino ad ora, anche perché narra di una storia presa dal folklore pugliese. Il protagonista è Pizzomunno, un marinaio del villaggio di Vieste che ha dato il suo cuore a Cristalda, la più bella tra tutte le donne. Ciò scatena la gelosia delle sirene, anch’esse innamorate di lui, le quali ordiscono un piano: mentre i due si trovano sulla spiaggia in cui sono soliti incontrarsi le perfide creature rapiscono Cristalda, trascinandola negli abissi del mare. Disperato il pescatore piange e si pietrifica letteralmente per la perdita, divenendo così l’enorme roccia che ancora oggi costeggia la spiaggia di Vieste.

Ma la leggenda vuole anche che ogni cento anni, in una notte di agosto, Cristalda riemerga dal mare e che Pizzomunno riacquisti temporaneamente le sembianze umane in modo che i due possano consumare il loro amore in piena libertà. Sorvolando sul significato eziologico degno di Ovidio, quella di Gazzè è tra le canzoni d’amore la più affascinante e struggente. In essa è racchiuso il significato stesso dell’amore, di quella volontà di tenere accesa la sua fiamma anche al costo di dover aspettare e soffrire. L’emblematico verso Io ti resterò per la vita fedele / E se fossero pochi, anche altri cent’anni riassume l’essenza di un sentimento con cui, volenti o nolenti, ci colpisce con tutta la sua irresistibile forza.

Ciro Gianluigi Barbato

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

Vedi tutti gli articoli di Ciro Gianluigi Barbato

Commenta