Di Pizza a Caserta: si ritrovano i magnifici sette della pizza

Di Pizza a Caserta: si ritrovano i magnifici sette della pizza

Di Pizza è approdato anche a Caserta Da Salvatore, la pizzeria di Emanuele Marigliano, dove i Magnifici Sette della pizza si sono incontrati per intavolare un dialogo tra artigiani pizzaioli e un pubblico selezionato di esperti del settore.

Di Pizza, l’evento itinerante che sta descrivendo le novità e i trend della pizza nelle principali città italiane, dopo aver incontrato più di 400 persone durante le tappe di Milano, Salerno e Verona e messo a confronto più di 300 pizzaioli professionisti, sceglie Caserta come quarta tappa.

Parlare di Caserta e del suo piccolo rinascimento gastronomico – che riguarda non solo le pizzerie – sembra quasi diventato pleonastico. Ma nel mare magnum di pizzerie, osterie, trattorie, pub e perfino speakeasy che stanno sorgendo nel capoluogo della Terra di lavoro ci sono delle belle storie da raccontare.

L’evento, tenutosi il 24 giugno presso Da Salvatore a Lusciano, ha l’obiettivo di far incontrare le pizzerie più rappresentative del territorio ed è stato pensato anche come strumento per entrare in contatto con un pubblico B2B a cui raccontare un nuovo progetto editoriale, nato dall’incontro tra Dissapore.com e Tanzen Vs Pizza che si chiamerà Garage Pizza: un sito, una community virtuale per i veri amanti della pizza. Proprio Dissapore infatti ha ideato il format Di Pizza, credendo fortemente nell’identità di questo prodotto del made in Italy.

“Caserta è una città in fermento, ricca di professionisti che ogni giorno conquistano l’esigente piazza casertana, con un mix vincente di capacità imprenditoriale e offerta gastonomica”, afferma Antonio Fucito, in arte Tanzen Vs. Pizza, food writer di Dissapore e tra i food influencer più attivi del momento.

Di Pizza: I Magnifici Sette

Tra le tappe di Di Pizza non poteva mancare Caserta, che da anni si è affermata come ambita meta gastronomica.

Caserta è, oramai dichiaratamente, una delle nuove città della pizza. Che sia tradizionale, a canotto o meno, tra città e provincia è impossibile non trovare, anche andando alla cieca, un locale degno di nota.

Lungi da noi e dallo spirito dell’evento stipulare alcuna classifica.

Bando alle ciance, di seguito i Magnifici 7 di Caserta.

I Masanielli -Sasà Martucci

Il suo segreto è la ricerca maniacale dell’ingrediente perfetto. Figlio d’arte, dunque, cresciuto tra sbuffi di farina e lieviti, tra il bancone a vista ed il caldo logorante del forno. Il menù concilia tradizione e innovazione, mare e terra, offrendo uno spaccato dei grandi classici e stuzzicanti giochi di contrasto ben centrati, all’insegna di una qualità indiscussa della materia prima.

Lo stile, fortemente identitario, regala un cornicione dalla corretta alveolatura ed un centro più sottile e morbido, nel quale si legge una mano capace e una mente sempre proiettata verso studi e miglioramenti, costantemente e appassionatamente.

Infatti in occasione di Di Pizza propone una Doc: Pomodoro San Marzano, pomodorino ciliegino, mozzarella di bufala e Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura; e una  Misticanza: base bianca, fior di latte misto bufala, 13 erbe miste selvatiche, battuta di pezzata rossa friulana e fruit passion maracuya.

La Contrada

Aversa, nel cuore pulsante di una città, che il weekend registra il tutto esaurito gastronomico, c’è il Ristorante Pizzeria La Contrada della famiglia Esposito. Il forno è diretto da Roberta Esposito. Il suo impasto ha la forza dell’integrale e la fragranza del pane. L’eleganza del topping, la cura del particolare ed un impasto veramente innovativo.

Le pizze proposte sono state: Fiori di Zucca (fiori di zucca, guanciale di Amatrice, Ricotta di fuscella, pacchetelle gialle del Vesuvio, mozzarella affumicata, pepe fresco) e un Ripieno con scarole, provola, alici.

Casa Vitiello

La gioventù ruggente della pizza è quella di Francesco Vitiello, in arte Ciccio. L’offerta culinaria della casa è di tutto rispetto. Ciccio si destreggia benissimo con gli impasti el a resa al palato è praticamente quasi sempre giusta, morbida e saporita. E varia, a seconda del tipo di impasto alternativo che propone di giorno in giorno: al grano arso, alla curcuma, al finocchietto e altro ancora.

Per la serata propone due pizze coraggiose: Fiore di Maggio (mozzarella di bufala, fiori di zucca, ricotta di bufala, pepe e speck di bufalo) e Il Rivoluzionario (impasto alla curcuma, salmone marinato a secco, maionese al mango, asparagi di mare, misticanza di erbe e straccetti di bufala)

Decimo Scalo

L’impasto convince, leggero, digeribile, vira sulla scioglievolezza, con il cornicione piuttosto pronunciato e un ottimo bilanciamento con la quantità degli ingredienti.  La proposta si mantiene su una Doc Rivisitata (Ombra di San Marzano, pomodori semi-dry, mozzarella di bufala, parmigiano e basilico)

Prima Classe

Enzo Bastelli, 27 anni, emigra da Napoli a Caserta. La sua pizza è un viaggio in prima classe, non solo per la qualità degli ingredienti, ma per l’attenzione ad ogni dettaglio. Qui la pizza è pensata, studiata e desiderata perché sia morbida e con un cornicione alto che si lascia mangiare fino all’ultima briciola.

Per Di Pizza propone: Una famiglia allardiata (pomodoro San Marzano al peperoncino e prezzemolo, pomodorini semi secchi rossi, julienne di pomodoro, lardo di maiale nero) e Ricomincio da tre (confettura di pomodoro San Marzano, cremoso al cioccolato bianco, menta, cocco rapè). La pizza dolce, la più coraggiosa.

Pepe in Grani

Franco Pepe non ha bisogno di presentazioni, premiato come il miglior pizzaiolo del 2018. Questa volta fa esprimere il suo team, che non delude le aspettative, presentando una pizza “a sorpresa”, un lontano parente di un ripieno al salame.

 

Da Salvatore di Emanuele Marigliano

Il padrone di casa: una pizzeria di stile marinaro con i toni del blu e le ancore a ricordare l’attività del genitore che lavorava al Porto. La pizza si presenta sottile, facilmente ripiegabile, profumata e con cornicione medio; al gusto è scioglievole, soffice e leggera.

È ottenuta con impasto preparato con biga, utilizzando farina 0 e lasciando fermentare 24 ore. Seguite da successive 36 ore di lievitazione. Anche la sua proposta è coraggiosa: La mela fermentata (porro caramellato, maialino sfilacciato, mele fermentate e fior di latte di Agerola) e il Giappone a Benevento (crema di fagioli neri, carpaccio di tonno, katsuobushi, caciocavallo podorico, fior di latte di Agerola).

La pizza è sicuramente una cosa seria, ma mangiare 12 tranci diversi è stata un’impresa eroica. Complimenti a tutti i giovani professionisti e a noi, che gli abbiamo reso onore fino all’ultimo morso.

A proposito di Valentina Bonavolontà

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