Napoli e la musica, una passione viscerale per Pizza Tales

Napoli e la musica, una passione viscerale per Pizza Tales

Continuano gli incontri di Pizza Tales, evento che celebra e promuove la cultura partenopea intrecciandone i poliedrici caratteri con il culto della pizza napoletana. L’evento rientra nelle proposte del festival Pizza Village 2023, ospitato dal 16 al 25 Giugno negli spazi della Mostra d’Oltremare. Protagonista della serata del 21 Giugno è stata la secolare tradizione musicale partenopea, celebrata e promossa nel talk “Napoli e la musica, una passione viscerale” da esperti del settore di indiscussa fama e vivo impegno nella sua promozione. 

Al dibattito, moderato dall’autore RAI Gino Aveta, hanno preso parte il regista e dirigente televisivo Francesco Pinto, il Maestro Paolo Acunzo, direttore d’orchestra di Sanitansamble, il giornalista e critico musicale Dario Salvatori e il pizzaiolo Salvatore Salvo della pizzeria Salvo, a cui sono affidati anche gli assaggi di pizza della serata.

Lo spunto di riflessione della serata è una delle arti che più di tutte incarnano a pieno l’essenza della cultura partenopea, la musica. La musica intesa come sottofondo di una storia lunga secoli e allo stesso tempo come colonna sonora di tutte le vite che ne hanno fatto parte, musica intesa come espressione artistica e culturale dotata di un incredibile e insuperabile potere comunicativo. Perché quella che lega Napoli e la musica è davvero una passione viscerale che, come osservato da Salvatori, affonda le sue radici nella storia della città unendosi alle altre arti espressive fin dal ‘500 e arrivando fino ai giorni nostri senza perdere mai quella vivacità che la rende in grado di proporre sempre prodotti comunicativi interessanti e creativi. 

Nelle parole che Salvatori e Pinto dedicano alla tradizione musicale partenopea si riconosce un interesse vivo e una passione ardente, la stessa passione che ha spinto Pinto a dare vita all’archivio storico della canzone napoletana, un archivio musicale che raccoglie tutte le canzoni della tradizione partenopea nelle sue più svariate versioni, comprese le 793 versioni che esistono della canzone ‘O sole mio.

L’impegno di proteggere la tradizione musicale partenopea attraverso la conservazione di tutte le sue innumerevoli espressioni e sfaccettature è però riconosciuto da Pinto e Salvatori come uno sforzo che deve superare necessariamente la staticità della formula archivistica. Perché se è vero che la tradizione musicale partenopea è una forma espressiva viva e attiva, come viva è la stessa lingua napoletana, allora è necessario che gli strumenti che si adottano per la sua promozione debbano essere animati dalla stessa vivacità, superando i limiti dell’archiviazione e approdando a forme più attive di produzione e promozione, in grado di intercettare e coinvolgere anche l’interesse e l’impegno dei privati.

Esempio di utilizzo creativo della tradizione musicale partenopea come strumento di riscatto ed emancipazione sociale è l’associazione e orchestra giovanile Sanitansamble, di cui il maestro Acunzo è direttore d’orchestra. L’iniziativa, nata del 2008 nel Rione Sanità su ispirazione dell’esperienza di El Sistema ideata in Venezuela dal Maestro Josè Antonio Abreu, promuove la pratica musicale come strumento educativo dei giovanissimi in contesti sociali problematici e, insieme con loro, come sistema virtuoso di emancipazione e promozione sociale per l’intero contesto in cui i giovani musicisti vivono. L’esperienza di Sanitansamble, che conta oggi 80 giovani musicisti dai 7 ai 24 anni guidati da 14 maestri e dal direttore Paolo Acunzo, è riuscita a replicare il suo virtuoso esempio attraverso la creazione della Piccola Orchestra di Forcella.

Ma come si passa da Napoli e la musica a Napoli e la pizza, lo scopriamo grazie alle parole di Pinto e Salvo che riescono a descrivere il potere identitario della città di Napoli attraverso la metafora di queste due forme d’arte così diverse tra loro. La musica è un tutt’uno con la lingua e, quindi, con l’identità più pura della città di Napoli, un’identità che rimane rigida e unitaria nonostante sia capace di contenere al suo interno un’infinità di aspetti e sfumature. Allo stesso modo la pizza è un’identità intraducibile in nessuna altra lingua del mondo che resta sé stessa nonostante riesca ad accogliere sulla sua superficie le più variegate componenti.

Fonte immagine in evidenza: Archivio personale

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