Gli effetti negativi del turismo: l’impatto dell’overtourism a Napoli

Turismo a Napoli: come l'overtourism sta distruggendo la città

Il turismo può essere un settore rivitalizzante per l’economia, ma quando il fenomeno diventa incontrollato, può risultare soffocante per i residenti, contribuire alla gentrificazione e trasformare il volto di una città. Da diversi anni, Napoli, città un tempo poco frequentata dai turisti, sta registrando un aumento dei flussi senza precedenti. Sebbene il turismo possa essere sostenibile, l’attuale modello sta cambiando il volto di Napoli, e (spoiler) non in modo positivo.

Overtourism a Napoli: i 5 effetti principali

Il capoluogo campano rientra ormai a pieno titolo nel club delle città soffocate dall’overtourism: questo termine indica l’impatto negativo del turismo sulla qualità della vita dei cittadini e sull’esperienza del turista stesso.

Problema Descrizione
1. Sovraffollamento Le vie principali, come i decumani, sono paralizzate dalla folla, rendendo difficili gli spostamenti per i residenti.
2. Perdita di autenticità Il centro storico si è trasformato in un bene di consumo per turisti, perdendo la sua identità originaria.
3. Sostituzione commerciale Le attività artigianali storiche vengono rimpiazzate da negozi di souvenir e ristoranti di bassa qualità a prezzi gonfiati.
4. Crisi abitativa Aumento incontrollato degli affitti e conversione delle case in b&b, con conseguente difficoltà per studenti e lavoratori.
5. Degrado ambientale L’aumento dei rifiuti aggrava le già esistenti carenze nella gestione della nettezza urbana.

Analisi dettagliata dei problemi causati dal turismo di massa

Girare per le vie principali della città è diventato un’esperienza soffocante. Spesso, per non perdere tempo e non ritrovarsi mischiati nella calca di persone che paralizza i decumani, occorre individuare scorciatoie. Il centro storico si è trasformato in un bene di consumo a cielo aperto, messo a totale fruizione dei suoi consumatori, i turisti. Attività artigianali tramandate da generazione a generazione sono state rimpiazzate da negozi di souvenir e ristoranti iperinflazionati che propongono prezzi esorbitanti. Inoltre, il turismo è un settore che necessita di nuovi terreni per nuove strutture ricettive. Ciò attira gli speculatori edilizi, portando a due gravi conseguenze: l’aumento incontrollato degli affitti e la minor disponibilità di case, che lasciano il posto a b&b e alberghi, sfrattando chi già vi alloggiava.

La Napoli che i turisti vogliono vedere: una critica

È utile una riflessione su un recente fatto di cronaca: a Scampia è crollato il ballatoio di una delle Vele, uccidendo tre persone e lasciandone sfollate 800. L’amministrazione comunale e lo stato, che investono solo sulla Napoli che aggrada ai turisti, hanno il peso della responsabilità. I media parlano di una rinascita della città: se si tratta di mangiare una pizza con vista sul golfo o di romanticizzare la povertà del Rione Sanità e dei Quartieri Spagnoli, allora Napoli vale la pena di essere visitata. Ma nessuno che la visita può conoscere i problemi reali: amministrazione negligente, servizi inefficienti, degrado, edifici ai limiti dell’agibilità, lavoro in nero e sfratti. È questa la rinascita di cui parlano i media?

Insomma, buonissima la pizza margherita… ma incide sull’indice della qualità della vita?

Verso un turismo sostenibile: quali soluzioni?

Per evitare che il turismo distrugga Napoli, è necessario un cambio di paradigma verso un modello più sostenibile. Le possibili soluzioni includono la regolamentazione degli affitti brevi per contrastare la crisi abitativa, l’introduzione di flussi programmati nel centro storico per gestire il sovraffollamento e la creazione di incentivi per le botteghe artigiane storiche. È fondamentale promuovere itinerari alternativi che valorizzino anche le aree periferiche, distribuendo i benefici economici e culturali su tutto il territorio e non solo sulla “cartolina” per turisti.

Fonte immagine: immagine propria

Articolo aggiornato il: 29/08/2025

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A proposito di Dario Muraca

Studente di Relazioni e istituzioni dell'Asia presso l'università L'Orientale di Napoli. Appassionato di scrittura e Asia orientale fin dall'infanzia, ho da qualche tempo maturato un forte interesse per le relazioni internazionali, che mi ha spinto a cimentarmi in un percorso di formazione capace di far convergere tutte e tre queste dimensioni.

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