Era il 18 agosto 1995, quando nei cinema statunitensi debuttò l’adattamento cinematografico di un videogioco popolare in quegli anni: Mortal Kombat. Diretto da Paul W.S. Anderson e sceneggiato da Kevin Droney, il film è tratto dall’omonimo videogioco della Midway Games (oggi NetherRealm Studios a causa del fallimento della precedente casa di produzione nel 2009) sviluppato dai programmatori Ed Boon e John Tobias.
La saga videoludica di Mortal Kombat: dalle sale gioco alle consolle casalinghe recenti
Mortal Kombat è un videogioco del 1992 realizzato per le sale giochi, il quale mescolava sapientemente fantasy e arti marziali, in un momento in cui spopolarono i picchiaduro grazie al successo di Street Fighter II della Capcom. I giocatori potevano scegliere diversi guerrieri, ognuno con la propria disciplina marziale, per affrontarsi in un duello all’ultimo sangue durante un torneo antichissimo. Il perfido sovrano dell’Outworld, Shao Kan, dopo aver conquistato diversi mondi, sfidava i campioni della Terra, protetta da Raiden, ovvero il dio del fulmine nella mitologia shintoista. Se i campioni del nostro mondo avessero perso il torneo, Shao Khan avrebbe invaso la Terra con le sue truppe mostruose.
Fra i personaggi disponibili c’erano l’attore e artista marziale Johnny Cage, l’agente di polizia Sonya Blade, il mercenario Kano, il monaco shaolin Liu Kang, il ninja non-morto Scorpion assieme al suo rivale Sub-Zero, lo stregone Shang Tsung e il già menzionato Raiden. Ad essi si aggiungono anche il mostruoso guerriero con quattro braccia Goro e il rettile antropomorfo Reptile. Inoltre, ogni personaggio di Mortal Kombat possiede una specifica e spettacolare mossa finale, la Fatality, usata per uccidere il proprio nemico dopo aver vinto due round del torneo.
Il successo spinse la Midway a realizzare versioni per altre console di quegli, come il Game Boy, il Super Nintendo, il Sega Mega Drive, e per il computer Amiga. L’arrivo del seguito Mortal Kombat II nel 1993 segnò la nascita di una saga di videogiochi il cui ultimo capitolo, dal nome Mortal Kombat 1, fu distribuito nel 2023 sulle console di ultima generazione. Alla serie principale dobbiamo aggiungere anche diversi spin-off, tra cui il crossover con l’Universo DC dal titolo Mortal Kombat vs DC Universe, e una serie di fumetti pubblicati fra il 1994 e il 1995 da Malibu Comics.
Quando un videogioco diventa un film, i precedenti casi di Mario Bros e di Street Fighter
Mortal Kombat rappresentò il terzo caso di un film tratto da un videogioco, preceduto da Super Mario Bros (1993) diretto da Rocky Morton e Annabel Jankel, con Bob Hoskins e John Leguizamo nei rispettivi panni di Mario e Luigi, e da Street Fighter- Sfida finale (Street Fighter, 1994) di Steven E. De Souza, con Jean-Claude Van Damme e Raúl Juliá (il Gomez Addams dei film degli anni Novanta) nei rispettivi panni del colonello William F. Guile e del generale M. Bison.
La produzione dietro questo film, distribuito nelle sale americane il 18 agosto 1995, era stata raccontata dal giornalista Aaron Couch in un articolo su The Hollywood Reporter di dieci anni fa.
L’idea di un produttore visionario per uno dei maggiori successi degli anni Novanta
Il film, arrivato al cinema il 18 agosto 1995, nacque grazie ad un’idea del produttore cinematografico Larry Kasanoff. Costui si era recato negli uffici della Midway per incontrare alcune conoscenze in merito alla realizzazione di un videogioco arcade basato sul cult fantascientifico Terminator 2-Il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgment Day, 1991) di James Cameron.
Kasanoff scoprì l’esistenza del celebre picchiaduro e decise di acquistarne i diritti di distribuzione; dal momento che, voleva espandere l’universo narrativo creato da Boon e Thobias attraverso anche altri medium. Secondo il parere del produttore, c’era del potenziale per un film di successo che sapesse combinare le arti marziali con l’idea di un vasto mondo immaginario, quindi bisognava fondere I 3 dell’Operazione Dragon (Enter the Dragon, 1973) con la saga fantasy-fantascientifica di Star Wars.
Nonostante gli sviluppatori della Midway fossero scettici a causa dell’accoglienza negativa e del flop di Super Mario Bros, Kasanoff propose il progetto alla New Line Cinema. La casa di produzione assunse il regista britannico Paul W. S. Anderson, il quale era reduce del successo di una pellicola drammatica a basso budget, ovvero Shopping con Jude Law e Sean Bean, girato per le strade di Londra. Mentre Kevin Droney stava scrivendo la sceneggiatura, la casa di produzione iniziò il casting per il film.
Il casting del film di Paul W. S. Anderson, fra volti nuovi e attori conosciuti
Il primo attore ad unirsi fu Robin Shou, il quale aveva lavorato per l’industria cinematografica di Hong Kong, in quanto anche esperto artista marziale. In seguito, si aggiunse Linden Ashby per il ruolo del personaggio di Johnny Cage. In origine, come affermato da Couch, la produzione aveva ingaggiato l’attrice Cameron Diaz, reduce del successo del film The Mask (1994) di Chuck Russell, per il ruolo di Sonya Blade. Mentre l’attrice provava alcune acrobazie di combattimento si fratturò il polso, ciò spinse a sostituirla con Bridgette Wilson.
La produttrice Lauri Apelian contattò Sean Connery per offrirgli la parte di Raiden, ma costui mostrò disinteresse e fu assunto Christopher Lambert. Quest’ultimo era noto per aver interpretato Tarzan\John Greystroke nel film Greystroke- La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie (Greystoke: The Legend of Tarzan, Lord of the Apes, 1984) di Hugh Hudson, Connor MacLeod in Highlander – L’ultimo immortale (Highlander, 1986) di Russell Mulcahy (1986) e del bandito Salvatore Giuliano in Il siciliano (The Sicilian, 1987) di Michael Cimino.
Al cast si aggiunse anche Talisa Soto nel ruolo della principessa guerriera dell’Outworld Kitana. Soto aveva recitato nel film di James Bond Vendetta Privata (License to Kill, 1989) e in Don Juan De Marco – Maestro d’amore (Don Juan DeMarco, 1994) di Jeremy Leven con Marlon Brando e Johnny Depp. L’attore giapponese-statunitense Cary-Hiroyuki Tagawa interpretò il cattivo Shang Tsung.
Le riprese in Thailandia, le coreografie di Shou e il singolo tecno-electro degli Immortals
Nell’articolo pubblicato da The Hollywood Reporter, Apelian racconta di aver collaborato con il Motion Pictures Association of America affinché il film non venisse vietato ai minori come il videogioco, a causa dell’eccessiva violenza e delle Fatality menzionate in precedenza, ma ricevesse una classificazione PG-13 (come per i film della Marvel o della Trilogia del Signore degli Anelli).
Pur di mantenere il budget basso, la produzione optò per girare il film in Thailandia. Dal momento che Robin Shou aveva lavorato con Jackie Chan, fu l’interprete di Liu Kang a suggerire al regista e ai produttori di girare nuovi combattimenti con delle coreografie curate. Si tratta delle scene che vedono coinvolti lo scontro fra Johnny Blaze e Scoprion e quello fra Reptile e Liu Kang. Lo stesso Shou si era avvalso di alcuni fili di ferro per effettuare alcune acrobazie, una tecnica che sarà usata quattro anni dopo per il film Matrix.
George S. Clinton si occupò della colonna sonora combinando musica tecno, electro e rock industriale, mentre il duo electro belga Immortals realizzò la celebre traccia Techno-Syndrome.
Il debutto di Mortal Kombat nelle sale cinematografiche il 18 agosto 1995
Mortal Kombat debuttò il 18 agosto del 1995 con un incasso 23,3 milioni di dollari per poi guadagnare 122 milioni a fine corsa. La scommessa di adattare il gioco di Boon e Tobias era stata vinta da Kasanoff. Il successo del film contribuì all’espansione dell’universo narrativo di Mortal Kombat, che divenne un vero e proprio fenomeno pop degli anni Novanta.
Nel 1997 uscì il sequel Mortal Kombat – Distruzione totale (Mortal Kombat: Annihilation) di John R. Leonetti, dove soltanto Shu e Soto tornarono a interpretare i rispettivi personaggi; ad esso si aggiunse la serie animata Mortal Kombat: Defenders of the Realm e la serie televisiva Mortal Kombat: Conquest con Paolo Montalbàn nei panni del guerriero Kung Lao. Il sequel diretto da Leonetti non ottenne lo stesso successo del primo. Soltanto Shou e Soto tornarono a interpretare di nuovo i loro personaggi nel secondo capitolo.
Il ritorno della saga di picchiaduro al cinema con il reboot di Simon McQuod
La saga è tornata sul grande schermo con il reboot omonimo del 2021 diretto da Simon McQuoid e sceneggiato da Gregg Russo e Dave Callahamm, basato su una storia di Oren Uziel, e distribuito dalla Warner Bros Pictures.
Quest’ottobre arriverà il sequel sempre diretto da McQuoid e sceneggiato da Jeremy Slater (l’autore della serie tv della Marvel Moon Knight) con Karl Urban (il quale aveva interpretato Éomer nella Trilogia del Signore degli Anelli, Leonard McCoy in quella di Star Trek di J.J. Abrams e Justin Lin e Billy Butcher nella serie tv The Boys) nei panni di Johnny Cage.
Fonte immagine di copertina: si ringrazia Warner Bros.com per l’immagine (https://irs.www.warnerbros.com/keyart-jpeg/movies/media/browser/mortal_kombat_2000x3000.jpg)