L’immagine dei sei marines che, il 23 febbraio 1945, piantano la bandiera statunitense sul punto più alto dell’isola di Iwo Jima è tra gli scatti più iconici della storia della fotografia di guerra. A catturare il momento giusto fu Joe Rosenthal, che proprio grazie a quello scatto vinse il Premio Pulitzer del 1945. Il dinamismo e la devastazione immortalati nell’immagine ben sintetizzano l’essenza distruttiva della guerra, paragonabile a un vortice che prima ingloba e poi rigetta. Lo scatto divenne così iconico che il fotografo statunitense dovette difendersi tutta la vita dall’accusa di aver preparato la scena, realizzando una foto priva di spontaneità.
23 febbraio 1945: la battaglia di Iwo Jima entra nella storia
Raggiunta la cima del monte Suribachi, Joe Rosenthal fece appena in tempo a voltarsi verso i sei marines e a premere il pulsante di scatto della sua Graflex 4×5. Seguirono ore concitate a causa dell’incertezza circa la riuscita della foto, con il rullino volato nel frattempo a Guam per essere sviluppato. Da lì venne trasmesso a San Francisco e domenica 25 febbraio l’immagine inondò le prime pagine dei quotidiani statunitensi.
Il 23 febbraio 1945 Joe Rosenthal consegnò alla storia e alla memoria collettiva uno dei momenti più significativi della battaglia di Iwo Jima, che da quattro giorni vedeva impegnate le truppe degli Stati Uniti e dell’Impero giapponese. Lo scontro si inseriva nella cornice della Seconda Guerra Mondiale, avviatasi nel 1945 verso la fine, con le potenze dell’Asse in incontrovertibile declino e gli Alleati protagonisti di una lunga serie di successi militari.
A causa della sua posizione geografica l’isola di Iwo Jima rappresentava un avamposto strategico, di scudo per le isole metropolitane dell’Impero giapponese suscettibili di sbarchi Alleati, sulla scorta di quanto avvenuto in Sicilia nel luglio del 1943 o in Normandia il 6 giugno 1944. Iwo Jima venne dunque militarizzata e difesa da migliaia di soldati giapponesi, che opposero per circa un mese una strenua resistenza all’invasione americana iniziata il 19 febbraio 1945. Dal suo canto, Washington vedeva nell’isola un avamposto da cui poter far decollare i caccia utilizzati per bombardare il territorio nipponico.
La battaglia di Iwo Jima fu uno degli scontri più sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale, in cui persero la vita 20 mila soldati giapponesi e circa 7 mila militari statunitensi. Lo scatto di Joe Rosenthal tiene accesa la memoria di Iwo Jima e di tutto il secondo conflitto mondiale, in un’ossimoro che vede contrapposti la forza creatrice dell’arte e quella distruttrice della guerra.
Licenza immagine: Wikimedia Commons