I corti della formica, anteprima XVII edizione

I Corti della Formica

Resoconto della conferenza stampa della rassegna teatrale I Corti della Formica, giunta alla sua diciassettesima edizione.

«Il teatro porta fortuna». Questa è la didascalia che si legge sul manifesto de I corti della Formica, rassegna teatrale giunta alla diciassettesima edizione che si terrà dal 13 al 16 ottobre al teatro TRAM di Napoli. Una didascalia enfatizzata anche dal disegno di Clelia Leboeuf ritraente una formica che, in una simpatica parodia dell’Amleto, tiene in mano una coccinella, simbolo per antonomasia di buon auspicio, in luogo del fantomatico teschio.

La stampa ha avuto modo di conoscere in anteprima il programma de I corti della Formica nella mattinata di sabato 8 ottobre. A presiederla il direttore artistico Gianmarco Cesario che ha parlato della lunga storia della rassegna, iniziata nel 2005 e che ora giunge all’edizione numero diciassette ritornando a casa sua, il TRAM, dopo che le precedenti edizioni erano state ospitate al Teatro Piccolo Bellini.

Tra i tanti partner c’è il supporto prezioso di Itinerari di Napoli, organizzazione di promozione di Napoli e della Campania nel mondo che, nella persona di Massimiliano Sacchetto, ha finanziato un progetto di vitale importanza per una città che si nutre di teatro e di cultura ma che le istituzioni, come accade troppo spesso, tendono a far finta che non esistano. Senza Itinerari di Napoli e tante altre organizzazioni il sipario sarebbe già calato da tempo sulla rassegna, per poi essere gettata nel mare dell’indifferenza come accade per ogni evento culturale e artistico. 

I corti della Formica, programmazione e spettacoli

La rassegna si terrà il 13, 14, 15 e 16 ottobre alle 20:30. Ogni serata prevede quattro spettacoli dalla durata di venti minuti, che saranno poi votati da una giuria popolare composta dal pubblico in sala e dalla giuria online, la quale vedrà i corti in differita sulla piattaforma di Itinerari di Napoli. A questa si aggiungerà una giuria composta da giovani allievi provenienti da scuole di teatro della città e una giuria di docenti. La somma di tutti i voti darà il nome del vincitore.

Ai vincitori delle diverse categorie (miglior corto, miglior regia, miglior testo, miglior attore e miglior attrice) verrà assegnato come premio una formica in ferro battuto, opera degli artigiani della bottega Corniceria Pitloo.

La serata di giovedì 13 si apre con Aloysia – Storia di una Janara di Luigi Parlato, con Rossella Castellano e lo stesso Parlato come attori. Un corto che, come rimarcato dall’attrice, presenta parallelismi con i recenti episodi di cui sono protagoniste le donne in Iran. Anche qui si parla di una donna, Aloysia, emancipata e libera, che durante la carestia campana del 1666 rimane vittima del clima di paura e discriminazione che avvolge la società dell’epoca. Luigi Parlato ha rimarcato il parallelismo di un’attualità in cui l’intolleranza e la diversità vengono «sbandierate per motivi politici» e di come i potenti, tanto ieri quanto oggi, guidino il popolo verso un unico bersaglio su cui scaricare le proprie colpe. Nel caso di Aloysia è una donna accusata di stregoneria, una Janara che cura e guarisce le persone con le erbe. Oggi, chi rientra in quelle che qualcuno ha chiamato con non poca ignoranza “devianze”.

Itria di Aurora Miriam Scala, con la regia di Maria Chiara Pellitteri, è stato scelto dalla rassegna EthnosFestival e anche questo si rifà a un fatto davvero accaduto: la rivolta pacifica del 2 dicembre 1968 di Abola, sedata con una repressione dove morirono due operai. Itria è una donna siciliana, moglie di una delle vittime che si lancia in un repitu, un lamento funebre in cui si mescolano i ricordi e il dolore del presente.

Carlotta Carpentieri e Giada Laporta portano in scena La Tenerezza, primo capitolo di una trilogia che si propone di riportare alla luce le numerose storie racchiuse negli archivi (Carlotta fa, di professione, l’archivista). «Mi è saltata in mente l’idea che queste vite, in qualche modo, dovessero essere ascoltate. Questo testo è semplicemente il racconto della protagonista, Nunzia, una donna che per varie ragioni ha passato la sua vita nei manicomi. Di manicomio in manicomio ha incontrato altre donne, altre vite con cui è entrata in contatto in modo particolare […] il suo racconto è la sua volontà di far conoscere cosa sono state queste vite: per lei e per la necessità che noi abbiamo di conoscere queste persone».

A chiudere la prima serata sarà Occidente di Antonio Mocciola, con Gregorio Del Prete e Giuseppe Cerrone. Uno sguardo crudo all’attualità, per la precisione le torture che avvengono nel carcere di Guantanamo dove un imam trentenne viene spogliato della dignità da un gruppo di guardie carcerarie.

Venerdì 14 si apre con La notte prima delle ferie di Valentina Varrella, diretto e interpretato da Marco Fandelli. Un testo che parla di violenza di genere o, per usare parole dello stesso attore/regista, «violenza assistita». L’obiettivo è  far sì che il pubblico si interroghi sulle azioni del protagonista, che rimane lontano dalla scena della violenza, creando un parallelo su come reagirebbe ciascuno di noi dinanzi a situazioni del genere.

Teodora degli Spiriti – Suite per un eccidio con Denise Capuano e di Danilo Rovani narra di un terribile eccidio avvenuto la notte di Pasqua del 1686 a Pentidattilo, in Calabria, nel castello del marchese Lorenzo Alberti. In quella notte il barone di Montebello, Ionico Bernardino, sterminò il marchese e la famiglia a eccezione della sorella minore Teodora, la quale riuscì a sfuggire. È proprio Teodora a ricordare il sanguinoso eccidio, nascosta nel cunicolo che la condurrà alla salvezza. Importante è la presenza della danza, rappresentata dal danzatore Cristian Luino: «Mi piaceva costruire qualcosa di onirico attorno a questo cunicolo buio, così mi è venuto in mente di proporre a Cristian questo esperimento, mescolando la danza con lo spettacolo».

Di diverso tenore USB di Salvatore Majorino, un testo comico con risvolti noir. Il regista definisce la sua una «storia di follia, un po’ pulp e un po’ comica, nata dall’esigenza di mischiare le parole e fare dei testi originali che possano divertire, ma comunque far pensare il pubblico».

Vaporosa Nebbiolina di Paolo Capozzo chiude la serata. Un testo metateatrale sulla demenza senile che colpisce l’attore protagonista mentre sta recitando il Romeo e Giulietta di Shakespeare, portandolo in un vortice in cui il passato e il presente finiscono per mescolarsi.

Fonès di Francesca Muoio e Luca Trezza apre la serata del 15 ottobre. «Avevamo dei testi scritti da noi e volevamo trovare un modo per unirli. La prima cosa che ci è venuta in mente è la voce e l’abbiamo chiamato Fonès. Abbiamo immaginato che sulle mura di Napoli ci fossero certe crepe, da cui uscivano le voci dei personaggi che hanno una ferita, una crepa. Abbiamo cercato di scandagliare più di una modalità dello stare in scena, piuttosto che la storia di tutti i personaggi». Antonio Vitale presenta invece Jastemma di Giovanni del Prete, un testo che richiama alla più concreta attualità con la storia di Gennaro, un uomo appena licenziato che si ritrova a vivere in completa solitudine, a cui si rivolge. Il regista specifica che la jastemma del titolo è metaforica, «una jastemma che il protagonista fa alla vita. È un corto che speriamo di poter sviluppare in un testo più ampio».

Il Pitone della Malesia di Simone Miglietta parla dell’analisi di un componimento erotico da parte di un poeta che si improvvisa regista e di un’attrice. Il testo presenta un interessante rovesciamento, con la scena che si svolge in una camera da letto e con i protagonisti che in realtà sono marito e moglie e che stanno discutendo di disfunzione erettile. Tempismo Sbagliato, Destino Cambiato? di Davide Raffaello Lauro richiama alle commedie romantiche americane con una donna e un ragazzo che si incontrano durante un matrimonio, rivelando un finale amaro.

L’ultima serata si apre con BenzoCaffeine di Pier Paolo Palma, di cui è interprete assieme a Georgia de’Conno. Il regista afferma che lo spettacolo nasce da un’esperienza personale: «Per un periodo della mia vita ho sofferto di attacchi di panico. In quello stesso periodo venivo spesso a Napoli ad accompagnare persone all’aeroporto. Nel parcheggio ho iniziato a scrivere questa cosa».

C’è una prima donna in quel ragazzo! di Fabio Catalano è un corto sull’identità di genere, trattata in modo diverso da come viene spesso intessa. Un uomo si trova a confronto con la sua parte maschile e quella femminile, che lo portano ad agire in diverso modo.

Domenica di Gennaro Esposito ha come tematica quella dell’abuso e parte come un dialogo tra due persone sull’argomento, lo stesso Esposito e l’attrice Federica Filibotto, proponendosi di raccontare l’orrore quotidiano senza cadere nella banalità. A chiudere la rassegna sarà Madrioska di Orlando Napolitano, interpretato da Valentina Elia con la regia di Marcello Menzella. Selezionato all’interno della rassegna Le Cortigiane, il corto racconta di donne e identità nascoste, proprio come in una matrioska.

Quest’anno la storia e l’attualità sono protagoniste de I corti della Formica nella speranza, forse più flebile viste le notizie che arrivano ogni giorno dal mondo, che gli errori del passato possano non ripetersi mai più. Noi facciamo gli auguri a tutti i registi, gli attori e le compagnie partecipanti e a Gianmarco Cesario, con l’augurio di tante altre edizioni di questa fantastica e necessaria rassegna

Immagine di copertina: Pagina Facebook ufficiale de I corti della Formica

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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