L’arte del ricamo, dalle sue origini antiche fino alla storia di Giulia Militello, che ha reso questa tecnica un’originale idea di business. Per una visione unitaria occorre definire cosa sia il ricamo. Per definizione, è l’arte di lavorare disegni ornamentali in rilievo con l’ausilio di fili di seta, cotone, oro e altri materiali, su qualsiasi tessuto, con un ago. Più chiaramente, è l’arte che consiste nell’arricchire una base lavorandoci sopra disegni floreali, geometrici o figurativi.
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Le origini e la storia del ricamo
Le origini del ricamo si perdono nell’antichità, ed è noto che questa pratica sia esistita persino prima della pittura. Probabilmente nacque quando, in epoca preistorica, si scoprì che era possibile non solo allacciare insieme delle pelli, ma anche adornarle con decorazioni. Con il tempo, la tecnica si è evoluta e l’ago è diventato il vero protagonista, passando da strumenti in osso, avorio o argento, fino a quelli moderni in acciaio. Molti storici concordano che il ricamo abbia avuto origine in Asia, in particolare in Cina. L’archeologo Howard Carter, inoltre, affermò di aver rinvenuto lavori ad ago nella tomba di Tutankhamon, risalenti a 1300 anni prima di Cristo.
Periodo storico | Evoluzione e utilizzo del ricamo |
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Antichità classica | Presente nella mitologia (la tela di Penelope) e come ornamento per personaggi illustri (Alessandro Magno) |
Medioevo (II – XII secolo) | Praticato principalmente nei conventi da giovani dame. Nascita di opere monumentali come l’arazzo di Bayeux |
Rinascimento | Diffusione dalle chiese alle corti e alle case private, sviluppo di tecniche regionali come le sfilature siciliane |
Età moderna | Diventa un’arte domestica e, successivamente, un’espressione di moda e design, fino a diventare un business innovativo |
Successivamente, come attestato da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Treccani, l’importanza del ricamo toccò gli ambienti ecclesiastici. Tra il II e il XII secolo, i conventi divennero centri di insegnamento di quest’arte per le giovani dame di nobile nascita, producendo capolavori come il celebre Arazzo di Bayeux. In questo periodo si svilupparono tecniche specifiche, come il ricamo su canovaccio a fili contati. Con le crociate e il Rinascimento, l’arte del ricamo si trasferì dalla Chiesa alle corti e alle case, sviluppando stili regionali: la Sicilia divenne famosa per le sfilature, mentre a Firenze si affermarono il ricamo in bianco e l’intaglio.
Il ricamo oggi: l’intervista a Giulia Militello di “Ric.Ama”
L’arte del ricamo suscita ancora oggi molto fascino, soprattutto tra i più giovani. Vediamo insieme la storia di Giulia Militello, ideatrice dell’azienda “Ric.Ama”.
Come è partita la storia della tua piccola azienda? Da dove è nata l’idea?
Tutto è iniziato nel 2020 durante la quarantena. Sentivo il bisogno di investire quel tempo in qualcosa di utile. In quel periodo era spopolato Harry Styles, così ho deciso di creare dei braccialetti ispirati alle sue canzoni. Il riscontro è stato positivo, grazie a TikTok. Avevo notato che in America andava molto il ricamo personalizzato, così ho deciso di investire i soldi ricevuti per il mio diciottesimo compleanno, con un aiuto dei miei genitori, per acquistare una macchina da ricamo. Questo mi ha permesso di offrire un prodotto di grande qualità e di lanciare un’azienda che oggi mi sta dando grandi soddisfazioni.
Tecnicamente come si ottiene un ricamo?
Tutto parte da un’idea. Poi si passa alla creazione del disegno, che può avvenire prendendo spunto da Pinterest o disegnando direttamente su iPad. Una volta pronto, carico il disegno sul PC e, con un programma specifico, lo converto in un file da ricamo, regolando colori e punti. Passo il file su una chiavetta USB che inserisco nella macchina. Prima di iniziare, bisogna intelaiare il capo, agganciare il telaio alla macchina e avviare il ricamo. Una volta terminato, si pulisce il lavoro dai fili in eccesso.
Quanto è difficile oggi giorno inventare un business che funzioni?
È abbastanza difficile. Il mondo di oggi offre molte possibilità, ma la difficoltà sta nell’essere costanti e nel crederci. Il trampolino di lancio mi è stato dato da TikTok, ma la sua visibilità è un mondo tortuoso: oggi un video va virale, domani no. Per questo non bisogna arrendersi se i risultati non arrivano subito.
La fascia d’età dei tuoi clienti è prettamente giovanile?
Sì, mi rivolgo a un pubblico giovanile, che a mio parere è molto aperto a nuove realtà come la mia. I giovani tendono a dare maggiore fiducia a business come il mio rispetto al mondo adulto. La mia community è sempre stata gentile e una clientela fedele è la ricetta per il successo!
Cos’è per te il ricamo, Giulia?
Credo che il ricamo abbia un valore aggiunto rispetto ad altre tecniche di stampa. Rimane inciso sul capo senza mai rovinarsi. In questo modo, ogni volta che si guarderà quel pezzo, ti verrà in mente la persona che te lo ha regalato o la frase del tuo cuore, ricamata in modo indelebile.
In tempi antichi l’arte del ricamo era prerogativa femminile, come la pensi?
Sì, è sempre stata associata alla figura femminile. Credo però che oggi un giovane di sesso maschile non debba essere fermato da questo giudizio. Il mondo del ricamo è bello perché non ci sono barriere. Se vedessi un mio coetaneo intraprendere il mio stesso percorso, sarei solo felice. Penso che non si debba credere, oggi, che questo mestiere possa avere delle barriere.
Fonte immagine in evidenza per l’articolo di Giulia Militello: Pixabay
Articolo aggiornato il: 23/09/2025