Stephen Hawking, il noto cosmologo e astrofisico, è morto questa notte nella sua casa a Cambridge, all’età di 76 anni. Nella sua vita ha coniugato ricerca, con opere tra le più importanti della cosmologia moderna a partire dalla sua tesi Properties of expanding universes, e divulgazione per il grande pubblico con testi come Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo. Una malattia degenerativa di cui soffriva sin da giovane aveva costretto l’astrofisico alla paralisi e lo aveva privato della voce: non gli ha impedito di divenire un’icona né essere ottimista. Più volte ha dichiarato: “A parte la sfortuna di contrarre la mia grave malattia, sono stato fortunato sotto quasi ogni altro aspetto“. L’intreccio della sua vita con la ricerca e la malattia è stato narrato nel film La teoria del tutto, storia di sofferenza e d’amore per sua moglie e la scienza.
Stephen Hawking, vita e morte di uno scienziato
Stephen Hawking nasce nel 1942 ad Oxford, nel Regno Unito. Si laurea a soli vent’anni all’università di Cambridge e allo stesso tempo riceve una diagnosi di atrofia muscolare progressiva che l’avrebbe portato alla paralisi: all’epoca gli erano stati predetti soli due anni di vita. Questo non ferma il suo lavoro di ricerca, dedicandosi in particolare alla storia dell’universo e ai buchi neri ossia regioni dello spazio con un’attrazione gravitazionale talmente forte che nemmeno la luce può sfuggirgli. Eppure nel 1974 il cosmologo pubblicò un articolo su Nature dal titolo Black hole explosions? che ipotizzava che in realtà i buchi neri emettessero radiazioni (poi dette radiazioni di Hawking) che avrebbero poi portato alla loro scomparsa (ipotesi confermata in maniera sperimentale nel 2010). Altro settore a cui ha dedicato le sue ricerche è lo studio delle teorie di Einstein, soprattutto di quelle relative alla gravità e alle singolarità (un punto dello spazio con una densità infinita), concetti strettamente correlati ai buchi neri. Negli anni successivi ha anche continuato a studiare i buchi neri e le loro proprietà, lavorando nel frattempo all’idea di una “teoria del tutto”. Questa teoria, tuttora non ancora realizzata, dovrebbe integrare la teoria della relatività e la meccanica quantistica.
Morto il divulgatore Stephen Hawking
Ricordiamo Hawking anche per il suo lavoro di divulgazione scientifica in campo fisico e cosmologico. Era un fermo sostenitore del fatto che le scoperte in questo campo dovessero essere comprensibili a tutti: “Se dovessimo scoprire una teoria completa per tutto, dovrebbe diventare comprensibile per tutti, non solo per un gruppo di scienziati“. Il suo primo libro di divulgazione è stato Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, del 1988, seguito da L’universo in un guscio di noce nel 2001 e da La grande storia del tempo nel 2005. Nel 2014 è uscito il film La teoria del tutto di James Marsh dedicato alla sua vita ed alla sua ricerca. Ha partecipato come ospite a svariati programmi televisivi, apparendo tra gli altri in I Simpson, Star Trek e The Big Bang Theory.
Francesco Di Nucci