Definita da Omero come la dea dalle dita rosse, miticizzata dagli antichi greci, proprio come i suoi fratelli Elio e Selene, tra le divinità più splendenti del Pantheon: tutto questo è la Dea Eos, o meglio la dea dell’Aurora.
Indice dei contenuti
Caratteristica | Descrizione |
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Ruolo | Dea greca dell’Aurora (equivalente romano: Aurora). |
Famiglia | Figlia dei Titani Iperione e Tia. Sorella di Elio (Sole) e Selene (Luna). |
Simboli | Ali, carro trainato da cavalli alati, mantello color zafferano, fiori. |
Amante più Famoso | Titone, principe troiano reso immortale ma non eternamente giovane. |
Figli Notevoli | I quattro Venti (con Astreo) e Memnone (con Titone). |
Chi era la Dea Eos
La divinità dell’Aurora è un Titano di seconda generazione, figlia di Iperione e Tia, entrambi nati dall’unione di Gea (la Terra) e Urano (il Cielo).
Oltre alla Dea Eos, Iperione e Tia erano i genitori di Elio e Selene, corrispettivamente il Sole e la Luna, e questi tre fratelli avevano il compito di portare la luce al mondo, seguendo un ciclo ben preciso. E proprio tra gli incarichi che spettavano alla Dea Luna e al Dio Sole, si inseriva Eos, che al termine di ogni notte guidava Elio ponendo fine all’oscurità e preparando il mondo al risveglio.
Il suo ruolo, apparentemente breve e meno importante rispetto a quello dei fratelli, era in realtà fondamentale: la Dea Eos era colei che faceva da tramite tra le tenebre e la luce, tra il riposo e il risveglio, e per questo fondamentale per il funzionamento dell’universo stesso.
Iconografia
La Dea Eos viene principalmente rappresentata come una giovane donna, ovviamente bellissima, che presentava due enormi ali su di sé.
Insieme alle sue ali, e talvolta su un carro trainato da due cavalli, anch’essi alati, si alzava in Cielo spuntando dal fiume Oceanus per guidare il Dio Sole, sempre alle sue spalle, prima di sparire nuovamente verso le acque e ricomparire solo quando fosse arrivato il turno della sorella Selene di alzarsi tra le stelle. E così per l’eternità i tre fratelli dovevano continuare questo ciclo.
Inoltre, suole essere ovviamente associata al colore dorato, le sue stesse braccia vengono definite di colore oro. I suoi vestiti erano sempre adornati da tantissimi fiori. La sua bellezza è seconda soltanto ad Afrodite.
Curiosità sulla Dea Eos
La Dea Eos, secondo la mitologia greca, si sarebbe sposata con Astreo, da cui ebbe quattro figli, i venti Apeliote, Zefiro, Borea e Noto.
Data la sua bellezza, Eos ebbe in realtà molti amanti, tra cui, secondo alcuni, Zeus, capo degli dei, e Ares, la divinità della guerra.
In realtà Ares aveva tradito Afrodite proprio con la Dea Eos, che per punizione venne condannata da Venere (nome della dea della bellezza per i romani) ad innamorarsi ripetutamente di mortali.
Proprio tra questi vi fu Titone, un principe Troiano, di cui la Dea Eos si innamorò perdutamente, tanto da chiedere a Zeus di renderlo immortale, dimenticando però ciò che l’aveva fatta invaghire del principe: la sua bellezza. Non avendo chiesto per lui l’eterna giovinezza, Titone divenne vecchio e Eos cercò di prendersi cura di lui, ma ormai stanca, decise di rinchiuderlo in una stanza all’interno della sua dimora, lasciandolo solo e triste per il resto dell’eternità a cui era ormai stato condannato.
Un altro aneddoto molto interessante, e in un certo senso drammatico, sulla Dea Eos riguarda suo figlio Memnone, nato dalla relazione con il principe Titone. Secondo il mito, Memnone fu ucciso da Achille, cosa che provocò un grandissimo dolore alla madre, che da quel giorno piange ogni mattina, e da qui nascono le gocce di rugiada.
Altre informazioni e curiosità sulla Dea Eos
Perché Eos è chiamata la dea “dalle dita rosse”?
Questo celebre epiteto, usato da Omero nell’Iliade e nell’Odissea, è una metafora poetica che descrive i colori del cielo all’alba. Le “dita rosse” (o “dita di rosa”) di Eos rappresentano i raggi di luce rosei e rossastri che si estendono all’orizzonte poco prima del sorgere del sole, proprio come le dita di una mano che si aprono per annunciare il nuovo giorno.
Qual è la tragica storia di Eos e Titone?
Eos si innamorò perdutamente del mortale Titone e chiese a Zeus di renderlo immortale, ma si dimenticò di chiedere per lui anche l’eterna giovinezza. Di conseguenza, Titone non poteva morire ma continuava a invecchiare, diventando sempre più debole e decrepito. Incapace di sopportare la sua condizione, Eos lo rinchiuse in una stanza, dove la sua voce si ridusse a un flebile ronzio, trasformandosi infine in una cicala.
Da dove nasce la rugiada secondo il mito di Eos?
Secondo la mitologia greca, le gocce di rugiada che appaiono ogni mattina sull’erba sono le lacrime della Dea Eos. Ella piange inconsolabilmente per la morte di suo figlio Memnone, re degli Etiopi, che fu ucciso dall’eroe Achille durante la guerra di Troia. Ogni alba, il suo dolore si manifesta sotto forma di rugiada.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 02/09/2025