Nati per leggere. La lettura al servizio dei più piccoli

Nati per leggere

Da quando esiste il mondo si conosce l’importanza del ruolo giocato dai genitori nell’educazione dei loro bambini. Un’educazione che, a causa di situazioni di disagio e di ambienti sfavorevoli, non è sempre possibile garantire. 

Il programma Nati per Leggere

Nato nel 1999 sulla scia del britannico Bookstart e dell’americano Reach out and read, il programma Nati per Leggere segue un obiettivo preciso: promuovere la lettura condivisa  in famiglia e ad alta voce, intesa come un momento che crea e rinforza lo sviluppo cognitivo del bambino,la relazione affettiva tra genitore e figlio e che è soprattutto capace anche di sviluppare tutti quei benefici psicofisici importanti nella fase dei “1000 giorni” (quella che va dai 0 ai 3 anni).

Il programma è promosso dall’alleanza tra l’Associazione Culturale Pediatri ACP, l’Associazione Italiana Biblioteche AIB e il Centro per la Salute del Bambino onlus CSBEsso vanta 600 progetti locali sparsi lungo la nostra penisola, a cui partecipano, migliaia e migliaia di volontari, vero motore del programma.

Nati per Leggere in Campania

In Campania il progetto giunge nel 2000 con la volontà di dare anche alla città di Napoli uno spazio di lettura funzionante, dal momento che la città non dispone di biblioteche per bambini.

Dapprima presente al PAN | Palazzo delle Arti di Napoli con il primo Punto Lettura della regione, dopo una lunga diatriba, Nati per Leggere Campania trova una nuova casa spostandosi nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Tiziana Cristiani, referente regionale di Nati per Leggere Campania, rivendica l’utilità sociale del programma e sottolinea l’importanza del legame empatico che si crea tra l’adulto che legge e il bambino, mostrando come anche i genitori stessi godano di enormi vantaggi dalla pratica della lettura di relazione. Pone l’accento, inoltre, sull’importanza della rivendicazione del “diritto alle storie” per tutte le bambine e tutti i bambini e, quindi, sull’importanza dell’esistenza di punti lettura in diverse aree della città: da Soccavo a San Giovanni a Teduccio, dalla Sanità a Piazza Ottocalli, passando per realtà complesse come il carcere di Secondigliano o quello minorile di Nisida – dove, ad esempio, i detenuti possono trascorrere qualche ora leggendo con i propri figli – Nati per Leggere Campania opera all’interno di una fitta rete di “alleanze educative” con le agenzie sociali del territorio, affinché i bambini possano godere di quante più numerose occasioni crescita.

Leggere per diventare grandi (divertendosi)

Per tutte queste ragioni, Nati per Leggere è quindi anche uno strumento di democrazia, qualcosa di utile e necessario per cercare di debellare condizioni di disagio e diseguaglianza sociale, per cercare di contrastare fenomeni di devianza e delinquenza di cui la Campania, troppo spesso, detiene il triste primato. Nessun bambino merita, infatti, l’esclusione dalle opportunità di crescita per via di una situazione sociale di partenza sfavorevole o di un contesto di vita più deprivante: al contrario, tutti i bambini hanno diritto ad essere protetti dallo svantaggio socio culturale e dalla troppo diffusa, ormai, povertà educativa: è questo il principio fondante di Nati per Leggere, che fa dell’universalità e della gratuità le parole-chiave della sua azione.

E questo ideale viene portato avanti anche attraverso iniziative giocose e coinvolgenti per i piccoli come la Tombola di Nati per Leggere, una tombola tradizionale con la sola differenza che i numeri delle caselle delle schede sono sostituiti con copertine di libri. Perché l’amore per la lettura si trasmette anche attraverso il gioco e il divertimento che ne scaturisce.

Ciro Gianluigi Barbato

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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