Operazione Odissea: contrasto allo streaming pirata

operazione OdisseaSu disposizione del GIP Alessandra Boffi del Tribunale di Roma la Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo di 152 siti che offrivano illegalmente in streaming film ed eventi sportivi, senza pagare per i relativi diritti e ottenendo un guadagno illecito.

Il nome dell’operazione è Odissea e si tratta del più grande sequestro anti-pirateria eseguito finora per numero di siti coinvolti; vi hanno partecipato le Unità Speciali della Guardia di Finanza di Roma e i Finanzieri del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione ed Editoria. Tra i tanti, sono stati colpiti anche portali noti come CineBlog01 e RojaDirecta, ma in quasi tutti i casi i siti sono nuovamente tornati online, seppur con un indirizzo diverso.

Operazione Odissea: 152 URL bloccate di siti con link streaming

Nella maggior parte dei casi il contenuto dei siti si trova su server esteri, sui quali le forze dell’ordine italiane non possono intervenire. Conseguentemente nell’operazione Odissea non è stato possibile eliminare i contenuti illegali e i provvedimenti sono stati solo di blocco, quindi di oscuramento delle URL (gli indirizzi web) e degli ip (gli indirizzi fisici dei server), non raggiungibili tramite provider internet italiani. È bastato infatti registrare un nuovo dominio (un indirizzo web) e cambiare indirizzo IP per tornare operativi anche in Italia. Per fare un paragone è come se su ordine della magistratura i gestori telefonici bloccassero le telefonate dall’Italia ad un numero telefonico estero: quel numero può comunque essere telefonato da altri paesi e il proprietario può registrare un nuovo numero telefonico che, non essendo bloccato, sarà raggiungibile anche dall’Italia.

L’operazione Odissea è stata eseguita soprattutto per contrastare i guadagni illeciti dei siti di streaming, legati alla pubblicità spesso molto invasiva, presente sui siti. Infatti gli utenti dei siti di streaming pirata non pagano proprio perché i siti guadagnano dalle pubblicità che ospitano: maggiori sono la quantità di pubblicità e la loro invasività, maggiori sono i guadagni. E ovviamente non pagando i diritti d’autore i siti di streaming devono solo affrontare i costi per i server e la connessione. La pirateria danneggia anche il settore audiovisivo in termini di mancati guadagni: secondo recenti statistiche un italiano su tre usufruisce di audiovisivi piratati con un danno per i mancati introiti di 500 milioni di euro.

Francesco Di Nucci

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