Luppolo selvatico: proprietà e usi in cucina

Luppolo selvatico: proprietà e usi in cucina

Il luppolo selvatico è una varietà di pianta, così chiamata perché cresce spontanea in corrispondenza di boschi, corsi d’acqua e altre zone caratterizzate da un clima fresco e non troppo ventoso. Sebbene sia ormai diffusa un po’ in tutta Italia, anche grazie alla coltivazione, il luppolo selvatico è presente per lo più al nord, dove il suo potenziale è sfruttato al massimo.

Il luppolo selvatico appartiene alla famiglia delle Cannabacee di cui fa parte anche la canapa  e si distingue per l’inconfondibile aspetto caratterizzato da foglie cuoriformi e fiori a pannocchia di colore verde chiaro. Il luppolo è comunemente noto per la sua centralità nella produzione di birra, ma non tutti conoscono il luppolo selvatico inteso come pietanza da portare a tavola: utilizzato per la preparazione di zuppe, frittate e risotti; spesso viene confuso con gli asparagi, a causa del suo colore e delle sue tenere cime da cui si distingue, però, per il sapore più amarognolo. In base alla regione, inoltre, il luppolo assume nomi differenti: in Umbria è infatti chiamato luperi, in Emilia Romagna vartìs, in Piemonte luvertìn, in Lombardia asparagina e  in Veneto bruscandolo e in tutti i casi il nome si riferisce unicamente alla cima che è la parte destinata alla consumazione, nonché l ‘unica parte commestibile e nota per le proprietà benefiche e i diversi usi che se ne possono fare in cucina.

Proprietà del luppolo selvatico

Da secoli ormai il luppolo selvatico è utilizzato contro i problemi di ansia, il nervosismo e l’insonnia, poiché favorisce il rilassamento grazie alla proprietà sedativa e calmante che lo contraddistingue, mentre la ricchezza di vitamine, magnesio e ferro del luppolo, lo rendono un ottimo alleato per la salute di ogni giorno. Si presta poi come un ottimo digestivo dalle proprietà diuretiche e lassative per la presenza di fibre e acqua che aiutano lo stomaco e l’intestino quando affaticati da pasti troppo pesanti ed eccessivi. Per questi motivi è consigliabile l’assunzione di tisane al luppolo reperibili in farmacia ed erboristeria.

Inoltre, secondo alcuni studi, il luppolo, contenendo antiossidanti come i polifenoli e i flavonoidi, aiuterebbe a prevenire anche l’insorgere di malattie e lo sviluppo di cellule maligne responsabili di alcuni tumori, mentre la presenza di fitoestrogeni avrebbe effetti vantaggiosi per i sintomi dovuti alla menopausa nelle donne.

Usi in cucina

Già Ugo Foscolo nel 1800 era a conoscenza del luppolo selvatico e dei suoi usi in cucina menzionati ne Le Ultime lettere di Jacopo Ortis in cui descrive un tipico piatto veneto, la minestra di luppolo selvatico. Ad oggi, nei periodi primaverili, questa pianta continua ad essere apprezzata e presentata all’interno di diversi piatti come minestre, frittate, risotti, come contorno a piatti principali o come pesto per condire la pasta. Nonostante, a quanto pare, il luppolo selvatico stia scomparendo a causa della crescente urbanizzazione, le famiglie del Nord Italia continuano a portare avanti – e in tavola – la tradizione che prevede lunghe passeggiate alla ricerca di questa pianta selvatica e la successiva preparazione di gustose frittate. Ma come si prepara la frittata al luppolo selvatico? Scopriamolo insieme.

Frittata di luppolo selvatico

Come prima cosa occorrerà sciacquare delicatamente le nostre cime di luppolo selvatico: ricordiamo che le altre parti della pianta non sono commestibili e al contrario possono essere nocive per l’organismo qualora assunte. A questo punto assicuratevi di avere in casa i seguenti ingredienti:

  • 200g di cime di luppolo
  • 4 uova
  • 30 ml di latte
  • Sale
  • Pepe
  • Parmigiano grattugiato
  • Olio

Potrete scegliere tra lessare o rosolare le cime di luppolo selvatico: nel caso della rosolatura, vi basterà aggiungerle a una pentola con dell’olio e uno spicchio d’aglio e lasciarle cuocere per una decina di minuti. Una volta cotte le cime di luppolo, occupatevi delle uova: sbattete le uova e aggiungete sale, pepe, parmigiano e latte. Quando il composto è bello spumoso e senza grumi, aggiungete le cime. A questo punto, mettete a scaldare una padella con un filo d’olio, versatevi le uova e lasciate cuocere da entrambi i lati: attendete alcuni minuti et voilà: la vostra frittata di luppolo selvatico è pronta.

Fonte immagine: Wikipedia

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A proposito di Martina Napolitano

Classe '99, sono nata a Salerno ma vivo a Napoli. Sono una studentessa di Mediazione culturale presso l'Orientale di Napoli, studio Inglese e Arabo e sono prossima al conseguimento della laurea triennale.

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