Arte dell’omiletica: significato e spiegazione

omiletica: significato e spiegazione

L’arte dell’omiletica (dal latino homilia, “arte del conversare”) è una materia appartenente agli studi teologici cristiani, disciplina che insegna il modo di comporre e recitare un discorso sacro, e che comprende tutte le forme di oratoria sacra (appunto, l’omelia), dell’arte della predicazione e dell’istruzione catechistica.

La forma più antica di omiletica appartiene al testo biblico, particolarmente alla Bibbia: parliamo ancora di un’omiletica semplice e non ancora legata alla retorica del discorso. Nell’Antico Testamento tutti i più grandi profeti si mettono in evidenza non solo per i loro scritti, ma soprattutto per la loro predicazione. Gli oracoli profetici erano probabilmente molto usati come proclamazione nell’ambito della vita cultuale durante l’Esilio. Modello per eccellenza fino al V secolo, fu lo stile omiletico di Origene (185-254), teologo e filosofo antico, il quale predicava sistematicamente attraverso tutti i libri della Bibbia in serie, capitolo per capitolo, versetto per versetto. Ma anche per quanto riguarda il Nuovo Testamento, Gesù stesso dedica gran parte del suo ministero alla predicazione, e la sua parola ha un forte impatto al quale nessuno rimane indifferente, dimostrando potenza e l’autorità di Dio stesso. Questa pratica ha continuato ad essere presente con uno scopo, oltre che missionario, anche di riunione dei credenti (specialmente nel Giorno del Signore).

Nel Medioevo, l’omiletica vede fiorire numerosi trattati con un nuovo obbiettivo di tipo sociale, atta a definire e divulgare un codice comportamentale educando il popolo su cosa è giusto e auspicabile fare e su cosa invece va evitato: infatti, si cercherà di rendere l’educazione capace di persuadere e convincere a mettere in pratica ciò che viene appreso.

I tempi mutano, e l’arte dell’omiletica deve riuscire a rispondere alle esigenze di nuove e più ampie popolazioni: nascono le artes praedicandi, veri e propri generi retorici che rendevano l’arte predicatoria più interessante e persuasiva. Si inseriscono dialoghi, contraddittori, pause ad effetto, intercalari, exempla, battute, fino ad arrivare a gesti, effetti speciali, immagini e tutto ciò che può impressionare e commuovere il pubblico. Si attuano, dunque, anche tutti gli elementi performativi: modulazione della voce, gestualità, espressioni, mimica facciale e corporale, quasi come piccole messinscene all’interno delle omelie. Ma anche dal punto di vista tematico si ha un’evoluzione, particolarmente con racconti sulla morte e sulle lotte di potere, oggetti fortemente suggestivi, predicazioni tenute presso cimiteri, minacce di pestilenze o sciagure. Insomma, lo scopo è triplice: attrarre, convincere e favorire la memorizzazione.

Nel periodo della Riforma Protestante, Il primo a distaccarsi dall’originale omiletica è Francesco d’Assisi, fondatore di uno degli ordini più rilevanti della storia della religione cattolica, in cui basò l’arte della predicazione omiletica come principio della sua missione apostolica.

Col passare dei secoli si predicano sermoni letterari: in Inghilterra, Paesi Bassi, Francia, America e in tanti altri luoghi, molteplici scrittori iniziano a praticare l’omiletica; parliamo di una tecnica contemporanea basata sulla teoria della comunicazione, costruita intorno alla teoria del linguaggio. Ancor oggi c’è un rinnovato interesse sulla predicazione dell’omiletica, che pone sempre nuove metodologie di utilizzo nei confronti di quest’arte.

Fonte articolo per Arte dell’omiletica: significato e spiegazione: Pixabay e Wikipedia

A proposito di Valeria Provvisier

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