Scrivere del “favoloso mondo” di Beatrix Potter non significa soltanto riferirsi a un mondo abitato da discoli coniglietti, buffe rane, ricci occhialuti e ochette con cappellini azzurri. I racconti favolosi (dal latino fabula, “breve racconto”) dell’autrice inglese, nati spesso dietro richieste specifiche per piccoli lettori o per ispirazione personale, erano presenti in lettere, appunti, parole scritte al margine di un quaderno oppure narrati con immagini e schizzi preparatori. Sotteso alla letteratura di Beatrix c’è un inesauribile bisogno di narrare, di scrivere, di comunicare. Tale narrazione nasce dalla semplice osservazione dell’ambiente in cui ella viveva e da quanto le accadeva. Non tutti sanno, ad esempio, che Beatrix fu anche una talentuosa naturalista e studiosa di funghi (disegnò le spore osservate al microscopio nel centro di ricerca botanica Kew Gardens) e che il suo studio accuratamente illustrato sulla germinazione dei funghi non venne mai considerato dalla Linnean Society perché scritto da una donna.
Beatrix Potter: fra acquerelli e coniglietti dal cappottino blu
Nata nel 1866 a Londra da famiglia benestante, Helen Beatrix Potter amò fin da piccola il disegno e la pittura e fu incoraggiata dai genitori, in particolare dal padre, grande frequentatore di gallerie d’arte, a coltivare il proprio talento artistico, anche grazie a un’insegnante privata che la fece esercitare nel disegno a mano libera, nella prospettiva e negli acquerelli. All’età di circa 6-7 anni, Beatrix cominciò a dedicarsi alla pittura dei fiori e dei piccoli animali del giardino (ad esempio ricci e coniglietti) e a riprodurre le illustrazioni dei libri come quelle di John Tenniel di Alice nel Paese delle Meraviglie, regalatole dal padre.
Quando a 18 anni la nuova governante, Annie, di poco più grande di lei, si sposò, Beatrix continuò a disegnare e a dipingere studiando da autodidatta, allegando alle lettere che esse si scambiavano moltissime illustrazioni che la stessa amica le consigliò di trasformare in libri per bambini. Fu proprio a Noel, figlio maggiore di Annie, spesso malato, che Beatrix raccontò una storia di quattro piccoli coniglietti: le deliziose Flopsy, Mopsy, Cotton Tail e il dispettoso Peter (nelle fattezze simile al suo coniglietto). Dalle lettere indirizzate a Annie e al figlio, nacque il primo libro per bambini di Beatrix Potter, The Tale of Peter Rabbit, stampato in 250 copie a spese dell’autrice nel 1902. Pubblicato a colori dalla casa editrice Frederick Warne & Company, era di piccole dimensioni e costava solo 1 scellino.
Il libro, dal linguaggio non molto semplice, aveva come protagonisti i quattro coniglietti della storia narrata al figlio di Annie. Quando un giorno mamma coniglio decide di allontanarsi per fare provviste, raccomandando di non avvicinarsi al giardino di Mr McGregor che aveva già mangiato papà coniglio, Peter disobbedisce e, da bravo ingordo di carote, fugge nel giardino proibito. Scoperto e inseguito dal padrone di casa perde i suoi abiti e, punito da mamma coniglio, andrà a letto dopo aver cenato solo con un cucchiaio di camomilla.
«Andate pure nei campi o lungo il sentiero- dice mamma coniglia a Peter e ai suoi fratellini- ma non entrate nel giardino del signor McGregor; laggiù il vostro papà si è messo in un bel pasticcio: la signora Mc Gregor ne ha fatto un pasticcio di coniglio!».
Ma non sono solo i quattro adorabili coniglietti della storia di Peter Coniglio – nel 2018 resi vivi nel film Peter Rabbit con riprese dal vivo e computer grafica- i fortunosi personaggi delle storie ideate dalla Potter. Nel 1902 Beatrix Potter stampò 500 copie di The Tailor of Gloucester (la storia di alcuni topini sarti che sostituiscono il sarto ammalato della città a pochi giorni da Natale, cucendo una giacca color ciliegia per il sindaco di Gloucester che deve sposarsi) e poi The Tale of Squirrel Nutkin (la storia del rosso e discolo scoiattolo Nutkin) pubblicate da Warne nel 1903 quando Beatrix aveva già conosciuto Norman Warne, figlio del suo editore.
Da questo momento inizia la vendita di peluche, libri, giochi da tavolo, coperte, figurine e tazze da tè illustrate con i disegni di Peter Rabbit e di tutti gli animali del bosco, come il riccio Mrs Tiggy Winkle o l’ochetta vanitosa Jemima, oggi online o nel parco a tema a Bowness on Windermere (Cumbria). Ma è a Hill Top Farm, a New Sawrey vicino Lake District, dopo la prematura morte di Norman per leucemia linfatica dopo un mese dalla proposta di nozze, che Beatrix realizzò le sue più belle illustrazioni e storie, ambientate proprio sullo sfondo della campagna inglese della piccola dimora di Beatrix.
Autrice di 24 racconti, tradotti in 35 lingue, Beatrix è certamente l’autrice di libri per bambini più celebre al mondo. Anche in America, per il cui pubblico scrisse The Fairy Caravan e Sister Anne, fu molto apprezzata e oggi le collezioni pubbliche della Free Library di Philadelphia e la biblioteca per bambini alla Princeton University espongono sue opere.
– Questo libro mi ha letteralmente cambiato la vita, signor Warne.
– In che senso?
– Ebbene…Prima di tutto mi ha offerto l’occasione di dimostrare a mia madre che una donna nubile di 32 anni può fare cose più interessanti che accettare inviti per il tè e dispensare sorrisi nei salotti.
I suoi disegni (fra i più riprodotti al giorno d’oggi), eseguiti soprattutto con la tecnica dell’acquerello e dell’incisione, ritraggono piccoli animaletti del bosco, dei giardini e della campagna inglese. Esattamente come nelle favole dell’antichità (genere letterario ben diverso dalle fiabe), anche in quelle della Potter i personaggi sono animali dai tratti antropomorfici, con linguaggio e comportamenti (e persino abiti!) umani, e sono accompagnate da una ‘ morale’ relativa a un comportamento o a un principio etico. Le sue storie presentano il ricorrente elemento della disobbedienza alla mamma (con la quale la stessa Potter non aveva un buon rapporto) o ai genitori, ma soprattutto le eccessive premure delle mamme verso figli dispettosi, irrequieti e tanto curiosi, esattamente come nella storia di Peter Coniglio, simbolo della produzione letteraria della Potter.
Ispirate alle storie di Esopo, dei fratelli Grimm, di H. C. Andersen, di Shakespeare e di Walter Scott e alle leggende scozzesi, le narrazioni della Potter sono ironiche, imprevedibili e mai scontate, ma soprattutto sono la prova dell’abilità dell’autrice nel realizzare prodotti librari destinati a un pubblico di lettori piccoli e adulti.
Fra le avventure e i problemi legati alla quotidianità dei piccoli animaletti del bosco, il rischio della morte, l’incombere del pericolo (soprattutto rappresentato dagli umani), e il senso di protezione della famiglia, nido (in alcune storie non metaforico!) sereno e lontano dai pericoli, quello dipinto da Beatrix Potter è davvero un favoloso mondo in cui, nella dolcezza delle saltellanti rane dello stagno e nella furbizia delle volpi con il panciotto, si strizza l’occhio a quella realtà sincera e meravigliosa dell’età infantile.
Fonte immagine: Flickr
Eleonora Vitale