Hic et nunc, qui e ora. Origine e significato

hic et nunc

Spesso, parlando di teatro, lo si definisce il luogo dell’hic et nunc, ovvero il luogo dell’unicità. Tutti o quasi, sanno che questa espressione, di origine latina serve ad indicare il qui e l’ora. Pochi o quasi, però, sanno da dove questa derivi, chi la utilizzò prima che questa si sedimentasse nei nostri modi di dire. 

Erroneamente, a lungo, Orazio è stato considerato il padre di questa locuzione, che, in realtà apparteneva già prima ad un uso comune della lingua latina. Se letteralmente indica il presente, l’immediatezza ed era per questo utilizzata per dare ordini che si voleva fossero eseguiti in maniera istantanea, sicuramente Orazio, facendone uno dei punti fermi della sua poetica, la connotò di un valore più profondo, esistenziale. 

Nelle sue Odi che racchiudono un altro celebre motto, carpe diem, il poeta di epoca augustea, si interroga spesso sulla condizione umana, sul carattere effimero di questa e sulla necessità che l’uomo ha di vivere il presente, goderne, consapevole del tempo limitato a sua disposizione, consapevole del carattere fugace e sfuggente della felicità. E dunque per Orazio l’unico modo di sfuggire alla propria finitezza, è cogliere a pieno l’attimo presente, godere a pieno dell’hic et nunc, l’unico momento in cui è possibile agire e vivere, senza tener conto né del passato ormai andato né del futuro incerto. 

L’eredità oraziana sarà presa in prestito da tante correnti filosofiche moderne, come l’esistenzialismo. Martin Heidegger, filosofo tedesco di fine Ottocento, nella sua opera, L’analitica dell’esistenza, afferma che la soggettività dell’uomo è sempre connessa con l’hic et nunc in cui agisce, il suo esserci (da-sein) è sempre connesso alla temporalità. La corrente esistenzialista vede nell’uomo un essere fragile e infelice proprio per la sua natura effimera.

Ancora, la locuzione hic et nunc fu assurta da Ernst Jünger a motto della figura del Ribelle: il motto del Ribelle è: «Hic et nunc» – essendo il Ribelle uomo d’azione, azione libera ed indipendente. (…) Non è una libertà che si limita a protestare o emigrare: è una libertà decisa alla lotta.

Qualunque sia la sfumatura di significato data alla locuzione nel corso dei secoli, l’importanza del qui e ora, vale a dire dell’attimo presente, è un insegnamento da tenere sempre in mente, un invito a non sprecare la vita cullandosi tra i ricordi del passato o le aspettative del futuro, ma a godere del presente, l’unico tempo che realmente ci appartiene.  

Fonte foto: Scuola di lingua e cultura italiana 

 

 

 

A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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