Filottete (in greco antico: Φιλοκτήτης) è una figura della mitologia greca, figlio di Peante. La sua storia, narrata da Sofocle nella tragedia omonima, ma anche da Eschilo, Euripide e Omero, è quella di un eroe segnato da un grande dono e da una terribile sofferenza.
Indice dei contenuti
Le tappe fondamentali del mito di Filottete
Evento Chiave | Descrizione |
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Il Dono | Riceve in dono da Ercole il suo arco e le sue frecce infallibili. |
La Colpa | Infrange il giuramento fatto a Ercole, rivelando il luogo della sua pira. |
La Ferita | Viene morso al piede da un serpente, subendo una ferita incurabile e maleodorante. |
L’Abbandono | Viene abbandonato dai Greci sull’isola deserta di Lemno per 10 anni. |
Il Ritorno | Viene recuperato da Ulisse e Neottolemo perché una profezia lo lega alla vittoria su Troia. |
La Vendetta | Guarito a Troia, uccide Paride con le frecce di Ercole, risultando decisivo per la caduta della città. |
Il dono di Ercole e la promessa infranta
Secondo il mito, Filottete fu un grande arciere e proprio da Ercole aveva ricevuto il suo arco e le sue frecce, come ringraziamento per aver dato fuoco alla sua pira sul Monte Eta. Ercole, morente a causa di una veste intrisa del sangue velenoso del centauro Nesso, preparò un rogo e ordinò ai suoi servi di appiccare il fuoco, ma nessuno osò farlo. Solo Filottete acconsentì. Come ricompensa, Ercole gli donò le sue armi infallibili, facendogli però promettere di non rivelare a nessuno il luogo della sua sepoltura. In seguito, Filottete, interrogato a proposito, prima si rifiutò, poi, condotto sul sito, batté con il piede proprio nel punto della pira, finendo per infrangere la promessa.
La ferita e l’abbandono sull’isola di Lemno
Dopo aver tradito la promessa, Filottete parte armato con le armi di Ercole verso Troia. Proprio in questo frangente viene morso da un serpente (mandato da Era per punirlo) allo stesso piede con cui aveva indicato la pira. La ferita che ne deriva è incurabile e talmente maleodorante da esasperare i Greci. Su consiglio di Ulisse, decidono quindi di abbandonarlo sull’isola di Lemno, dove Filottete rimase per 10 lunghi anni. In questo periodo, nonostante la sofferenza, non morì: riuscì a sopravvivere proprio grazie all’arco di Ercole, con cui cacciava per procurarsi cibo.
La profezia e il ritorno alla guerra di Troia
Dopo dieci anni di guerra, ai Greci viene profetizzato dall’indovino Eleno che, per vincere, hanno bisogno dell’arco e delle frecce di Ercole. Per la missione vengono scelti Ulisse e Neottolemo, figlio di Achille. Filottete è ovviamente adirato con Ulisse e i comandanti Menelao e Agamennone. Ecco perché Ulisse escogita uno stratagemma: Neottolemo dovrà fingere di aver litigato con i Greci, guadagnarsi la fiducia di Filottete e farsi consegnare le armi. Inizialmente, Neottolemo, per sua natura onesta, non è d’accordo, ma alla fine si lascia convincere. Riesce a ottenere le armi ma, all’ultimo momento, si pente dell’inganno e le riconsegna a Filottete. Proprio mentre la situazione precipita, appare Ercole in forma divina, che convince Filottete a recarsi a Troia.
Una volta lì, i medici figli del Dio Asclepio guariscono la sua tremenda ferita. Sarà proprio Filottete a risultare decisivo per la vittoria, uccidendo Paride, causa della guerra, con una delle sue frecce infallibili.
Articolo aggiornato il: 02/09/2025
Fonte immagine: Wikipedia