Dio Ares: chi era e cosa simboleggiava la divinità

Dio Ares: chi era e cosa simboleggiava la divinità

Dio Ares: dal mito classico al personaggio di film, fumetti, romanzi e videogiochi.

Il Dio Ares è una delle divinità del Pantheon greco che poi sarà ripreso dalla religione romana con il nome di Marte. In realtà, in entrambe le culture antiche, Ares viene identificato come il Dio della Guerra. Il dio è figlio di Zeus e di Era, nonché fratellastro di Athena. Egli si distingue dalla sorellastra in quanto egli tende a prediligere gli aspetti più sanguinari delle battaglie, al contrario Athena si contraddistingue per l’attuazione di strategie e l’astuzia nel combattimento. Scopriamo insieme i miti e le curiosità che ruotano intorno alla divinità più temuta dell’Olimpo.

Dio Ares: l’origine e le principali caratteristiche.

Dio della guerra e del furore bellico, sin da Omero, i soldati sono spesso definiti “servitori di Ares”. Benché egli appartenga al gruppo delle dodici divinità olimpiche, né il mito né i riti antichi sembrano dedicargli ampio spazio o cospicuo onore, se non in poche e circoscritte località. In particolare, a Sparta, Ares veniva invocato perché concedesse il suo favore prima delle battaglie ed è presente nelle leggende riguardanti la fondazione di Tebe. Il dio appare spesso attorniato da una serie di divinità minori che rappresentavano le personificazioni dei sentimenti e dei valori bellici: i due figli, Deimos e Fobos, avuti dall’unione con Afrodite, i quali incarnavano gli spiriti del terrore e della paura. Sorella e degna compagna del sanguinario Ares era Enio, dea degli spargimenti di sangue, Bia, la violenza e Cratos, la forza bruta. Solitamente Ares scendeva in guerra accompagnato da Cidoimo (il demone del frastuono della battaglia), dai Makhai (spiriti della battaglia), dagli Hysminai (gli spiriti dell’omicidio), da Polemos (uno spirito della guerra minore) e dalla figlia di Polemos, Alalà, personificazione del grido di guerra dei Greci e il cui nome Ares decise di usare come proprio grido di guerra.

Proprio Enio era probabilmente, in origine, la compagna di Eniàlio, dio della guerra noto già da età micenea, e in séguito identificato con Ares, di cui “eniàlio” costituisce un epiteto sin da Omero. Il fatto che Ares raduni su di sé le prerogative di un antico dio miceneo corrobora l’ipotesi, formulata da molti storici delle religioni, secondo cui egli sarebbe originario di un’area geografica extragreca e verosimilmente della Tracia. A differenza di tutte le altre divinità incute ai greci grande timore e diffidenza. Generalmente andava in battaglia indossando un’armatura bronzea ed impugnando una lancia. I suoi animali sacri erano il cane e l’avvoltoio, ma gli vengono attribuiti anche animali come il barbagianni, il picchio e il gufo reale.

Il dio greco fu poi identificato dai Romani con il dio Marte, che costituisce, in realtà, un’antica divinità italica venerata già da Umbri ed Etruschi e considerata capostipite dei Marsi, dei Mamertini e dei Marrucini. In ambito romano, Marte fu oggetto di un culto più ampio di quello che conobbe in Grecia: a lui era dedicato il Campo Marzio, un tempio presso la Porta Capena e presso la Regia del colle Palatino, dove peraltro risiedeva il collegio dei sacerdoti Salii, cui era affidato il culto dei dodici ancilia (scudi sacri) che la tradizione voleva discesi dal cielo per costituire una garanzia dell’invincibilità romana. Da Marte prende il nome il mese di marzo, durante il quale avveniva la maggior parte dei riti a lui dedicati: appare evidente che, al di là delle prerogative provenienti dalla sfera del greco Ares, Marte assomma in sé le caratteristiche di un antico dio agricolo.

Ares e Afrodite: il dio della guerra innamorato.

Sembra impossibile credere che un dio sanguinario come Ares possa provare sentimenti amorosi. E invece molte furono le amanti della divinità della guerra, tra donne mortali e divine. Ovviamente la più famosa delle sue amanti è Afrodite, dea della bellezza. La leggenda cantata da un aedo nella reggia del re dei Feaci Alcinoo, racconta che il dio fu sorpreso, insieme all’amante Afrodite, durante uno dei loro incontri amorosi, dal dio del sole Helios. Quest’ultimo riferì ciò che aveva visto al deforme marito di Afrodite, il dio del fuoco Efesto, il quale decise di tendere una trappola alla moglie infedele ed al suo amante. Forgiata una rete dorata, Efesto li intrappolò, bloccandoli, nell’atto dell’unione.  Non ancora soddisfatto, il dio del fuoco andò a chiamare gli altri dèi e dee dell’Olimpo: le dee si rifiutarono di accrescere ulteriormente la vergogna dei due amanti, mentre gli dèi accorsero nella camera di Efesto a sbeffeggiare i due intrappolati. Per intercessione di Poseidone, infine, Zeus liberò i due dei dalla catena dorata. Ares, per la grande vergogna, fuggì nella sua terra natia, la Tracia. Dall’unione tra Afrodite e Ares nacquero sette figli: Eros, Anteros, Armonia, Imero, Deimos. Phobos e Athys.

Il Dio Ares nella cultura di massa.

Ares è un personaggio DC Comics, in particolare è il principale nemico di Wonder Woman. Il dio è anche un personaggio Marvel Comics, in cui è un nemico di Ercole e vuole conquistare l’Olimpo. È presente, inoltre, in alcuni videogiochi come God of War e Assassin’s Creed: Odyssey. Infine, è l’antagonista terziario del romanzo Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini e l’antagonista principale della saga letteraria Ragazze dell’Olimpo.

 Immagine in evidenza: Marte spogliato da Venere e dalle Grazie (1824), opera di Jacques-Louis David, Wikipedia.

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

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