Cibi vietati in Asia: tra tabù religiosi e credenze popolari

Cibi vietati in Asia: tra tabù religiosi e credenze popolari

Il cibo, oltre a rappresentare il principale sostentamento per l’essere umano e il mondo animale, è spesso caricato di significati religiosi e spirituali, ed è strettamente legato a superstizioni locali, che variano da paese a paese. Così come in Italia la religione cristiana impone regole alimentari, soprattutto durante ricorrenze religiose come Pasqua e Natale, anche in Asia esistono principi secondo cui determinati cibi possono o non possono essere consumati. Esploreremo i cibi vietati in Asia, quei cibi e usanze ancora ancorati alla storia del passato.

Cibi vietati in Asia nella religione

Nel Buddhismo non esistono cibi “vietati” in senso stretto, ovvero da evitare obbligatoriamente. Il Buddha storico non ha imposto delle regole ufficiali, piuttosto ha fornito dei consigli utili per intraprendere la retta via verso l’illuminazione. La maggior parte dei buddhisti sceglie un’alimentazione vegetariana, rispettando così i principi del Canone Pali: il rispetto verso ogni forma vivente e il principio della non-violenza secondo cui è consigliato astenersi dall’uccidere animali. Di conseguenza il consumo di carne animale nel buddhismo è criticato, ma non è un proibito. Infatti, ci sono anche quei buddhisti che consumano carne animale ma in modo contenuto e senza contribuire direttamente all’uccisione degli animali. Altri la accettano solo se gli viene offerta, seguendo il principio di generosità. Inoltre, per il raggiungimento dell’illuminazione, è consigliato anche non bere alcolici.

Nell’Induismo, contrariamente alle raccomandazioni del Buddhismo, è proibito mangiare la carne bovina. La mucca è considerata un animale sacro, poiché alcune divinità induiste sono associate a mucche e a tori; inoltre, questi animali svolgono un ruolo essenziale nella vita agricola, soprattutto nell’aratura dei campi e nella concimazione. Per questo motivo, molte persone seguono una dieta vegetariana, e in alcuni casi anche vegana.

Inoltre, si ritiene che il terrore e la violenza vissuti dall’animale al momento della morte lascino un’impronta energetica profonda nella sua carne, influenzando chi la consuma al punto da indurlo ad assumere comportamenti istintivi e aggressivi, quasi animaleschi.

Nell’Islam, il corano, testo sacro della religione, vieta l’assunzione di carne di maiale e di tutte quelle carni non consacrate nel nome di Dio. Quest’ultimo principio è detto halal: sono quelle carni che possono essere mangiate nell’Islam, perché uccise secondo il rituale di macellazione halal. Non è inoltre permesso bere alcolici.

Credenze popolari sui cibi 

Esistono anche delle credenze e superstizioni molto radicate nella cultura asiatica. Ad esempio, in Cina, tagliare i noodles è considerato di cattivo auspicio: la loro lunghezza simboleggia longevità e lunga vita, quindi spezzarli equivale a “spezzare la propria vita”.

Nel sud-est asiatico il durian, frutto particolarmente famoso per il suo odore pungente, è spesso vietato nei templi o durante le cerimonie religiose. Si ritiene, infatti, che il suo aroma così intenso possa coprire o disturbare la presenza degli spiriti.

In Corea del Sud, mangiare pollo fritto o qualsiasi cibo oleoso durante il periodo di ammissione agli esami può essere considerato di cattivo auspicio. Si teme, infatti, che il successo “scivoli via”, proprio come accade ai cibi oleosi.

Fonte immagine: Freepik – KamranAydinov  https://it.freepik.com/autore/kamranaydinov

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