Cinese antico, medio e moderno: le differenze

Cinese antico, medio e moderno: le differenze

La lingua cinese attraversa 3 fasi principali: cinese antico, cinese medio e cinese moderno o mandarino.

Cinese antico

Il cinese antico è quello che si ha essenzialmente nei primi mille anni a.C., in particolare dal 1.200 a.C. fino all’anno zero. Il cinese antico è diviso in fasi: la fase delle ossa oracolari e la fase della scrittura sui vasi che dura fino al 600 a.C., a questa fase del cinese antico risalgono le prime opere letterarie: Il Classico delle Odi e dei Documenti. Nel periodo successivo, dal 600 al 300 a.C. c’è una nuova fase del cinese antico, è il periodo in cui vengono scritti alcuni testi storici come, ad esempio: La Tradizione di Zuo oppure I Discorsi degli Stati. Infine dalla dinastia Qin alla dinastia degli Han anteriori, c’è quest’ultima fase del cinese antico, che coincide con il periodo in cui il cinese classico si stabilizza come lingua letteraria. Perché proprio in epoca Han avviene questa stabilizzazione del cinese classico come lingua letteraria? Perché in epoca Han si ha un impero centralizzato, duraturo e stabile.

Dal cinese medio al moderno

Dall’altra metà della dinastia Han, quindi intorno all’anno zero fino a metà della dinastia Tang (800 d.C), si ha il cinese medio, con cui c’è la consapevolezza – per la prima volta – della presenza dei toni. I toni del cinese medio non sono esattamente gli stessi di quello moderno, perché la lingua moderna nasce alla fine della dinastia Tang. Il termine “mandarino”, oltre che per indicare un antico funzionario dell’impero, si usa anche per riferirsi alla “lingua dei mandarini”, il cosiddetto guānhuà 官话 ovvero la lingua franca utilizzata tra i funzionari durante le dinastie Ming e Qing. Si trattava di un tentativo di elaborare una parlata comune, perché i funzionari della Cina venivano da zone lontanissime tra di loro, dove si parlavano lingue e dialetti diversi, quindi bisognava trovare una lingua comune per capirsi. La lingua comune, allora, adottata fuil guānhuà 官话 (lingua dei funzionari), basata sul dialetto del Nord.

Perché il dialetto del Nord?

Innanzitutto, perché il potere politico in Cina si è mantenuto spesso al Nord; però, anche per una ragione linguistica: i dialetti del Nord formano un unico gruppo. La Cina del Nord è una grande pianura dove non ci sono tanti ostacoli, quindi è più facile spostarsi; anche se il Nord della Cina è molto grande, parlano tutti una lingua piuttosto simile; mentre il Sud della Cina è del tutto diverso dal punto di vista geografico, inoltre c’è una grande frammentazione dovuta ad motivo geografico, infatti i dialetti del Sud della Cina si dividono in sei gruppi diversi. 

Le fasi del mandarino

Il cinese moderno ha le sue prime fasi (mandarino antico) nella tarda epoca Tang, all’incirca tra l’800 d.C. e 1200, quindi tra i Tang e i Song. Tra il 1200 e il 1600 c’è il mandarino medio, in particolare nel 1200 sale al potere la dinastia Yuan, dei Mongoli, e con cui la capitale diventerà Pechino, chiamata Dàdū 大都, cioè grande metropoli/città, da allora in poi la lingua mandarina si basò sul dialetto pechinese. 

Fonte dell’immagine in evidenza: Pixabay

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