Commercio triangolare: quando nasce la tratta degli schiavi

Commercio triangolare: quando nasce la tratta degli schiavi

A partire dal XVI secolo e fino ai primi anni del XIX secolo, nacque una tratta commerciale attraverso l’Oceano Atlantico, alimentata principalmente dalla compravendita di schiavi. I continenti coinvolti all’interno del commercio triangolare erano l’America, l’Europa e l’Africa. Quest’ultima, in particolare, fu quella più negativamente colpita dal Triangolo del Commercio, a differenza dell’America e dell’Europa che hanno tratto maggiori benefici da quest’accordo. Il commercio triangolare, infatti, oggi viene anche definito Tratta degli schiavi.

L’accordo del commercio triangolare

La struttura di questo concordato era organizzata in modo da ricevere da un continente e vendere al terzo. In questo modo l’Europa esportava manufatti, tessuti e beni di lusso in Africa per ricevere dall’America materie prime come zucchero, cotone, legname, pellicce e tabacco. Quest’ultima, invece, riceveva dall’Africa capitale umano. Si stima che negli anni della tratta siano stati deportati dai 14 ai 17 milioni di africani nel Nuovo Continente, senza distinzione di sesso o di età. Gli africani caduti nella tratta erano costretti a subire un brutale viaggio di tre mesi verso l’America, su quello che oggi viene definito Middle Passage, ovvero la traversata dell’Atlantico.

Sebbene ogni continente avesse qualcosa da guadagnare da queste transazioni, il prezzo da pagare fu eccessivamente alto. Milioni di africani furono catturati e mandati non solo in America, ma in diverse località del mondo come schiavi. Addirittura, a poco a poco, nacquero in Africa piccole bande criminali locali che organizzavano rapimenti ai fini della vendita.

In America, invece, il prezzo del commercio triangolare fu pagato dai nativi americani. Le condizioni in cui venivano trasportati gli schiavi africani in America, fece sì che le malattie contratte durante il viaggio si diffondessero a macchia d’olio all’interno di tutte le loro tribù. Nello specifico, l’afflusso di numerosi popoli stranieri nel paese causò l’introduzione di diversi batteri, molti dei quali i corpi dei nativi americani non potevano combattere. Inoltre, entrò in vigore una rigida gerarchia sociale, che contrapponeva razze e gruppi di persone. Europei, persone miste, nativi e schiavi tutti improvvisamente appartenevano a un rango specifico nella società stabilito dalla propria provenienza. Uno dei pochi effetti positivi fu certamente la nascita dell’economia delle piantagioni che non avrebbe visto la luce se non attraverso l’istituzione della schiavitù.

I benefici dell’Europa

A trarre maggiore beneficio dal Triangolo del Commercio fu l’Europa che, oltre all’aspetto economico e produttivo, vide un’enorme diffusione dei costumi culturali europei. Secondo le testimonianze in nostro possesso oggi, è possibile sapere che il primo paese a gestire il traffico di schiavi africani fu il Portogallo, che iniziò a commerciare e successivamente addirittura a rapire gli africani. Gli esploratori europei, infatti, riuscirono a convincere molti re africani a rapire persone di altri regni promettendo loro beni come pistole e rum. Una volta in Portogallo, uomini, donne e bambini africani ridotti in schiavitù furono costretti a sopportare estenuanti ore di lavoro.

Questa pratica del commercio degli schiavi si espanse in tutta Europa e infine nelle Americhe. Spagna, Portogallo e Francia iniziarono a inviare africani catturati nelle loro colonie nei Caraibi e in Sud America all’inizio del 1500. Questi paesi diedero il via a un periodo di violenza e oppressione che durò oltre 300 anni.

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A proposito di Cinzia Esposito

Classe ’96 e studentessa magistrale in Corporate communication e media all’Università di Salerno. Vengo da una di quelle periferie di Napoli dove si pensa che anche le giornate di sole vadano meritate, perché nessuno ti regala niente. Per passione scrivo della realtà che mi circonda sperando che da grande (no, non lo sono ancora) possa diventare il mio lavoro.

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