Ogni letteratura mondiale possiede una tradizione di poesie d’amore. Alla donna amata i poeti hanno dedicato le parole più dolci e appassionate, spesso toccando le sfere del misticismo e della sacralità. Ma non è raro leggere anche versi più spinti, concentrati sulla carnalità e sul possesso fisico della donna che si leggono nei componimenti lussuriosi.
In questo articolo abbiamo raccolto cinque componimenti lussuriosi che dovreste assolutamente leggere. Tenete a freno i vostri istinti più bassi e buona lettura!
AVVERTENZA: Il contenuto dell’articolo potrebbe urtare la vostra sensibilità.
Componimenti lussuriosi, le nostre scelte
Schiava d’amore – Saffo
Tremori inebrianti assalgono
membra ossessionate.
Dall’inferno
paradisiaci influssi
ungono insaziabili orgasmi,
varando il talamo.
Taci ora!
Rovesciami, inginocchiati
Oltraggiami!
La storia di Saffo, poetessa greca originaria dell’isola di Lesbo, è nota anche a chi non ha intrapreso studi umanistici. Ella era nota per aver fondato un tiaso, un luogo di devozione alla dea Afrodite, dove si riunivano delle ragazze che si esercitavano nel canto, nella musica e nella poesia. La leggenda vuole che Saffo fosse innamorata di una di loro, cosa assolutamente normale in un mondo come la Grecia classica in cui l’amore omosessuale era ben accetto rispetto a quanto avviene nella società odierna, e che le avesse dedicato un numero indefinito di versi.
Uno di questi componimenti lussuriosi è il sonetto che abbiamo riportato sopra, che ben delinea la carica erotica della poetessa. Viene descritto, con un realismo incredibile, il momento in cui Saffo si congiunge sessualmente con la propria amante fino a raggiungere l’orgasmo. Nient’altro da aggiungere, le parole del sonetto bastano e avanzano per descrivere la scena.
Dialogo tra omo e donna che fotte – Giorgio Baffo
Dame la Mona. Oh! Dìo, zà vegno dentro,
zà me par de morir, debotto sboro,
che dolcezza in sborar,che gran contento,
questa è la volta che sborrando moro.
Felice mi ghe digo a sto momento,
tenir el Cazzo in Potta al mio tesoro,
ma oh! Dìo che sboro ancora, e za me sento
morir dal gran piacer: Mona t’adoro.
Ma zà el cazzo me tira:oh! Dio no posso…
vegno dentro, oh! che gusto ,oh! che sollazzo.
Dame le tette, Za te son addosso.
Tiote quel che ti vuol, no me n’impazzo
pur che ti spenzi quel to Osello grosso.
Sì, Cara, zà ho sbora’ con tutto el Cazzo
Un salto di molti anni ci porta dritti nel ‘700, con uno dei poeti più originali per quanto riguarda i componimenti lussuriosi: Giorgio Baffo.
Nato a Venezia nel 1694 e morto nel 1768, il signor Baffo ebbe una prestigiosa carriera politica che lo portò a ricoprire vari incarichi per la repubblica della città. Egli tuttavia amava dilettarsi nel comporre poesie in dialetto veneto, senza mai però pubblicarle. Solo nel 1771 fu pubblicata un’edizione postuma delle sue Poesie.
I componimenti lussuriosi spaziano per generi e tematiche: la riflessione filosofica, la denuncia contro la corruzione della città e le frecciatine al clero. Ma Giorgio Baffo è noto soprattutto per i suoi sonetti licenziosi ed erotici, motivo per cui fu tanto osteggiato dalla critica letteraria fino al ‘900.
E i 14 endecasillabi che avete appena letto rispondono proprio alle sue necessità libertina. La scena descritta sembra essere proprio quella di un’eiaculazione, con il nostro eroe che possiede la propria donna e descrive gli attimi in cui sente il proprio vigore raggiungere il picco massimo. Anche qui poche parole, bisogna leggere e basta per capire.
Mia crudele amica – Gabriele d’Annunzio
Perché, perché, o mia crudele Amica
non vi lasciate mettere l’Uccello
in quella ricca e opulenta fica
che nel suo genere è il perfetto bello?
Vorrei essere davvero una formica
per entrare quatto quatto in quel corbello:
sapete, non m’importerebbe mica
di restar preso nel cresputo vello.
Voi fareste addolcir qualunque amaro
noi tutti quanti ripetia in coro:
Voi siete qualche cosa di ben raro
Portate di bellezze un gran tesoro
via, via, prendere un pugno di denaro
e lasciatemi entrar nel vostro foro
Crediamo che sia inutile stare qui ad elencare la fama di amante di cui godette in vita Gabriele d’Annunzio. La sua poesia, carica di un elemento erotico che si lascia abbracciare dall’ immedesimazione naturale, è quasi sempre indirizzata alle donne da lui amate (tra cui l’attrice Eleonora Duse).
Ma con questo sonetto dal titolo Mia crudele amica, il Vate ha osato veramente tanto. Una vera e propria richiesta alla propria amata di renderlo felice dagli affanni della vita, facendo sì che il suo “viril membro” entri all’interno del suo.. “recipiente”. Forse complice la tradizione della lirica trobadorica, dove alcuni componimenti erano spesso e volentieri “spinti”, d’Annunzio scrive quello che tra i sonetti lussuriosi è il più forte e trasgressivo dell’elenco. Un’altra prova degna del “superuomo amante”, da inserire accanto alla foto da nudista che si fece fare sulla spiaggia di Francavilla al mare (se vi va cercatela, ma a vostro rischio e pericolo).
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia di Carlos Drummond de Andrade
Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia
di magnificare il mio membro.
Senza che lo sperassi, sei caduta in ginocchio
in posizione pia.
Quello che è stato non è stato sepolto.
Per sempre e un giorno
il pene riceve la pietà osculante della tua bocca.
Oggi non ci sei né so dove sarai,
nell’impossibilità totale di un gesto o di un messaggio.
Non ti vedo non ti sento non ti stringo
ma la tua bocca è presente, adorante.
Adorante.
Non credevo d’avere tra le cosce un dio.
Considerato uno dei maggiori poeti brasiliani, Carlos Drummond de Andrade, fu sostenitore del verso libero: il lasciarsi andare al fluire dei pensieri e dei sentimenti senza restrizioni di alcun tipo. Questa poesia erotica ne è la prova.
L’atto sessuale è qui descritto non solo con certa naturalezza, ma addirittura assume una sfumatura “romantica”. Se si cambia qualche parola il componimento potrebbe descrivere tranquillamente una scena di distacco tra due amanti, con lui che esprime quanto si senta vuoto senza la presenza di lei. Protagonista è invece il membro maschile e il dono che la donna gli ha concesso, proprio una notte di sesso. Significativi gli ultimi quattro versi, dove il sacro si mescola al profano e il membro maschile viene innalzato (è il caso di dirlo) a feticcio sacro.
Il Giardino Delle Tue Delizie di Ana Rossetti
Fiori, frammenti del tuo corpo;
a me reclamo la sua linfa.
Stringo tra le mie labbra
la lacerante verga del gladiolo.
Cucirei limoni al tuo torso,
le sue durissime punte nelle mie dita
come alti capezzoli di ragazza.
La mia lingua già conosce le più morbide strie del tuo orecchio
ed è una conchiglia.
Essa sa del tuo latte adolescente,
ed odora delle tue cosce.
Nelle mie cosce contengo i petali bagnati
dei fiori. Sono fiori frammenti del tuo corpo.
Ana Rosetti è considerata dalla critica come una delle più importanti poetesse spagnole del periodo seguente alla fine del franchismo. Fin dagli anni ’80, periodo di inizio della sua carriera letteraria, la Rosetti ha pubblicato opere sia di narrativa che di poesia e, in quest’ultimo campo, prevalgono i componimenti lussuriosi.
Il giardino delle tue delizie, come è facile immaginare, descrive chiaramente un rapporto sessuale che però è orientato verso la tematica lesbico/omosessuale. Altro elemento particolare che va notato è il fatto che, con una certa probabilità, la donna con cui la Rosetti si unisce è abbastanza giovane: questo lo si deduce si dall’uso di quel “latte adolescente”, ma anche da termini naturali quali “fiori”, “conchiglia”, “petali” e quanto altro. Tutti elementi che richiamano ad una natura rigogliosa e fiorente, similitudine perfetta per indicare la giovinezza che fiorisce.
Fonte immagine per l’articolo Componimenti lussuriosi: <a href=’https://it.freepik.com/vettori-gratuito/pacchetto-fumetto-di-adesivi-rossi_1325920.htm’>Designed by Freepik</a>