Continental breakfast: la nuova opera di Anna Uddenberg

Continental breakfast: la nuova opera di Anna Uddenberg

Lo scorso aprile la nuova opera di Anna Uddenberg Continental breakfast è stata quella che più ha lasciato sbalordita la critica, tanto quanto i visitatori alla Meredith Rosen Gallery di New York. Nella mostra personale di Uddenberg, un’artista d’arte contemporanea svedese già nota per la manipolazione di materiali come poliestere, legno o pelle sintetica, vi erano posti tre attrezzi pseudo-funzionali immersi in un’ampia stanza bianca con moquette blu, soffitto ribassato e decorato con luci fluorescenti, il tutto accompagnato da una leggera musica di sottofondo.

Le tre sculture di Anna Uddenberg

Intitolate T-Top Tummy Tuck, Premium Economy I e Premium Economy II (tutte del 2023), le tre sculture di Anna Uddenberg possiedono un’estetica ambiziosa degli anni Novanta, in cui le capacità tecnologiche del presente non avevano raggiunto il futuro iper-meccanizzato che aeroplani e strutture mediche desideravano raggiungere. Durante l’inaugurazione della mostra, le performer Sally von Rosen e Mădălina Stănescu, vestite con un tailleur, o meglio una divisa, ed i capelli pettinati all’indietro, hanno radunato la folla e a turno hanno montato e smontato le sculture di Uddenberg, salendo e scendendo dalle stesse. Nonostante il loro uso indiscernibile, questi oggetti sembrano essere quasi di uso comune, come se si potessero trovare a casa, in aereo, in hotel o in ospedale, in quanto il loro scopo estetico è proprio quello di sembrar quanto più familiari possibili, come delle poltrone potremmo anche dire. Le due hostess indossano degli abiti che suggeriscono una posizione di potere, ma nonostante ciò, volontariamente salgono su queste poltrone in una posizione tale che, nel momento in cui si sistemano, non riescono più a muoversi. Tutto ciò si fa metafora di come l’essere umano sia schiavo della tecnologia e che nonostante sia esso a crearla, sembra quasi che la stessa abbia preso il sopravvento sul desiderio di potere e controllo dell’uomo, il quale gli si sottomette con piacere.

Il titolo dell’opera Continental breakfast fa riferimento alla “colazione continentale” che viene servita negli aerei o negli hotel: per quanto le persone la vedano come un lusso, in realtà viene servita con prodotti assolutamente banali e comuni; quindi il borghese del 2023, per l’artista, sceglie di lasciarsi viziare e di farsi ricoprire di vantaggi e lussi in cambio di  se stesso.

Durante la mostra, la stessa Uddenberg ha dato le sue considerazioni sull’effetto della sua opera:

«Ero piuttosto scioccata da quanto fossero tutti in silenzio. La folla si è sottomessa agli artisti e gli artisti alle sculture, proprio come una hostess che dimostra l’uso della cintura di sicurezza dell’aereo e della maschera di ossigeno. Potrebbe dirci cosa fare e noi potremmo rannicchiarci sotto il suo sguardo, ma alla fine è soggetta alle stesse restrizioni del nostro ambiente condiviso, e c’è qualcosa di perversamente eccitante nel guardarla sottomettersi anche agli oggetti inanimati che, per quanto brevemente, strutturano la nostra esistenza».

In gran parte del lavoro passato di Anna Uddenberg, e non solo Continental breakfast, è, infatti, molto più evidente nella sua iper-sessualizzazione del corpo femminile, disponendolo in posizioni contorte su, o addirittura, come mobili. Ma sostituendo i manichini delle opere precedenti con performer dal vivo, le tre sculture in mostra al Meredith Rosen suscitano un’eccitazione e una paura molto più viscerali. Uddenberg fa sì che gli spettatori si sentano intrappolati tra sentimenti contrastanti di potere e al contempo un desiderio imperturbabile di essere dominati da questi dispositivi e dalle persone che li gestiscono. È proprio la natura stessa banale di questi aggeggi, la vaga plausibilità che un giorno potresti incontrarli senza la distanza che l’arte prescrive, che li rende così credibili e, diciamo così, distraenti. È questo un futuro che siamo destinati a manifestare? Ci si può chiedere.
In un certo senso, le sculture di Uddenberg possono suggerire che siamo sulla strada per mettere in scena una distopia fantascientifica in cui la tecnologia fa confondere il piacere con il dolore in uno spettacolo body-horror da non poter ignorare.

Continental breakfast di Anna Uddenberg e la critica femminista

Secondo una parte della critica femminista, l’opera di Anna Uddenberg, Continental breakfast, potrebbe essere anche metafora della strumentalizzazione del corpo femminile in una società patriarcale dove la donna viene ancora troppo spesso identificata con il solo ruolo di genitrice. In questo senso, le performer poste in quella posizione, sembrano diventare parte stessa della macchina, mettendo in scena in maniera cruda e brutale quello che volgarmente sembrerebbe una “macchina sforna-bambini” al servizio di chiunque. Chiaramente non è l’interpretazione voluta dall’autrice di per sé, ma potrebbe essere uno spunto di riflessione. Voi che ne pensate?

Fonte immagine per l’opera Continental breakfast di Anna Uddenberg: Profilo Instagram Anna Uddenberg 

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