Cos’è il salario minimo: perché è così importante?

cos'è il salario minimo

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di salario minimo, soprattutto in televisione e nei giornali dato che è stato aperto un dibattito sull’inserimento di una legge che lo introduca anche in Italia. Ma cos’è il salario minimo e perché è così importante?

Scopriamo cos’è il salario minimo

Per capire cos’è il salario minimo dobbiamo rifarci alla definizione che lo descrive come la più bassa remunerazione che lo Stato impone ai datori di pagare ai propri dipendenti in base ad una determinata quantità di lavoro, può quindi essere istituito in relazione a ora, giorno, settimana o anno, ponendosi l’obiettivo di garantire un livello minimo di reddito al fine di assicurare ai lavoratori abbastanza fondi per affrontare le spese necessarie a vivere in condizioni dignitose. La particolarità del salario minimo è quella di non poter essere ridotto da nessun tipo di accordo, né pubblico né privato.

La sua storia

Guardando alla sua storia possiamo capire ancor meglio cos’è il salario minimo e come funziona. Questo è stato adottato per la prima volta in Nuova Zelanda nel 1894 e successivamente è stato introdotto in molteplici Paesi. In Europa 21 Paesi su 27 hanno introdotto una legge sul salario minimo, dei sei Paesi che non lo hanno adottato fanno parte: Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia.
Ovviamente il salario minimo non è lo stesso per tutti i Paesi: questo viene stabilito da Paese a Paese in base al costo della vita e alle esigenze dei lavoratori.  Infatti, se pensiamo alla differenza del costo della vita tra paesi come la Romania e la Norvegia capiamo che sarebbe impossibile avere lo stesso salario minimo in tutti i Paesi.

L’importanza del salario minimo

Avendo capito cos’è il salario minimo, la sua importanza inizia a risultare più chiara. I benefici dell’introduzione del salario minimo sono numerosi: abbiamo – innanzitutto – l’aumento del tenore di vita dei lavoratori. Uno stipendio più alto corrisponde necessariamente ad un benessere maggiore per la popolazione, il che comporterebbe un incremento del benefit lavorativo. Uno degli obiettivi con cui il salario minimo viene introdotto è quello della riduzione della povertà. Inoltre, il salario minimo potrebbe portare ad un miglioramento delle posizioni lavorative, contribuendo a ridurre le disuguaglianze economiche e garantendo che tutti i lavoratori (anche quelli meno abbienti) ricevano un reddito sufficiente per coprire le uscite necessarie alla vita come le prestazioni sanitarie, il rifornimento, la spesa, ecc. Questo punto – in particolare – ha fatto aprire un dibattito tra sostenitori e non sostenitori del salario minimo, difatti la controparte sostiene che un aumento dello stipendio comporterebbe una maggiorazione dei prezzi, problema che però verrebbe aggirato proprio grazie alla retribuzione più alta che porterebbe il lavoratore ad avere la possibilità di spendere di più, generando un aumento della domanda e che porterebbe ad una maggiore produzione da parte delle aziende; infatti, il lavoratore avendo nuove risorse economiche sarà propenso a spendere anche per quelle cose che prima non acquistava.
In sostanza il salario minimo è volto a contrastare la povertà attraverso la sicurezza – per i lavoratori – di ricevere una paga adeguata e proporzionata al lavoro che viene svolto.

Fonte dell’immagine in evidenza per l’articolo Cos’è il salario minimo e perché è così importante: Freepik

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