Dinastia di Enrico VIII, storia dei Tudor

Dinastia di Enrico VIII

La dinastia dei Tudor ha plasmato l’immagine dell’Inghilterra, trasformandola in una potenza mondiale. È la dinastia di Enrico VIII, uno dei sovrani più controversi della storia, ma anche quella di sua figlia Elisabetta I, il cui regno è ricordato come uno dei più splendenti della storia del Regno Unito. Per comprendere la loro ascesa, bisogna partire dall’inizio, dalla fine di un sanguinoso conflitto.

Le origini dei Tudor: la fine della guerra delle due rose

Tra il 1455 e il 1485 l’Inghilterra fu devastata dalla Guerra delle due rose, una serie di guerre civili tra due rami della dinastia dei Plantageneti: gli York (rosa bianca) e i Lancaster (rosa rossa). Dopo decenni di instabilità, nel 1485 salì al trono Enrico VII, fondatore della dinastia Tudor, dopo aver sconfitto Riccardo III di York nella battaglia di Bosworth Field. Di origini gallesi ma imparentato con i Lancaster, Enrico consolidò il suo diritto al trono sposando Elisabetta di York, unendo così le due casate rivali e ponendo fine alla guerra. Dimostrò di essere un sovrano abile, capace di risanare le casse dello stato e di rafforzare il potere della monarchia sui baroni.

Il regno di Enrico VIII e delle sue sei mogli

Alla morte di Enrico VII nel 1509, salì al trono suo figlio, che prese il nome di Enrico VIII. Incoronato insieme alla moglie Caterina d’Aragona (vedova di suo fratello maggiore), nei primi anni il re era un sovrano affascinante, appassionato di cultura e sport. La sua immagine successiva di sovrano crudele e dispotico, immortalata dal celebre ritratto di Hans Holbein del 1536 e conservata oggi nella Royal Collection Trust, è indissolubilmente legata alla sua ossessione per un erede maschio e alla famosa vicenda delle sei mogli.

Moglie Destino Figli
Caterina d’Aragona Divorziata Maria I
Anna Bolena Decapitata Elisabetta I
Jane Seymour Morta di parto Edoardo VI
Anna di Clèves Divorziata Nessuno
Caterina Howard Decapitata Nessuno
Caterina Parr Sopravvissuta Nessuno

Insoddisfatto perché Caterina gli aveva dato solo una figlia, Maria, e infatuato della dama di corte Anna Bolena, Enrico chiese al Papa l’annullamento del matrimonio. Di fronte al rifiuto di Clemente VII, il re compì un atto rivoluzionario. Come attestato da fonti storiche quali l’Enciclopedia Treccani, nel 1534, con l’Atto di Supremazia, si autoproclamò capo della Chiesa d’Inghilterra, separandola da Roma e dando vita alla Chiesa Anglicana. Questo gli permise di sposare Anna, che però gli diede un’altra figlia, Elisabetta. Accusata falsamente di adulterio, Anna fu decapitata nel 1536. Lo stesso giorno Enrico sposò Jane Seymour, che finalmente gli diede l’agognato erede maschio, Edoardo, ma morì poco dopo il parto. Seguirono altri tre matrimoni: il divorzio da Anna di Clèves, la decapitazione di Caterina Howard per adulterio e, infine, l’unione con Caterina Parr, che gli sopravvisse.

Gli eredi di Enrico: Edoardo VI, Maria “la sanguinaria” ed Elisabetta I

Alla morte di Enrico VIII nel 1547, la dinastia proseguì con il figlio Edoardo VI, che salì al trono a soli nove anni. Il suo breve regno fu caratterizzato da un’ulteriore protestantizzazione dell’Inghilterra. Morto a sedici anni, dopo un fallito tentativo di insediare sul trono la cugina Jane Grey, gli succedette la sorellastra Maria I. Fervente cattolica, sposò Filippo II di Spagna e tentò di restaurare il cattolicesimo con la forza, perseguitando i protestanti. Le sue brutali repressioni (circa 280 condanne a morte) le valsero il soprannome di “Maria la Sanguinaria” (Bloody Mary).

Nel 1558, alla morte di Maria, salì al trono l’ultima e forse più iconica sovrana Tudor: Elisabetta I. Il suo lungo regno coincise con un’età dell’oro (la “golden age“). Con un nuovo Atto di Supremazia (1559), riaffermò il protestantesimo e il ruolo del monarca come capo della Chiesa Anglicana. In politica estera, sfidò la potenza spagnola sostenendo i corsari, come Francis Drake, e sconfiggendo nel 1588 l’Invincibile Armada, segnando l’ascesa dell’Inghilterra come potenza navale. Sotto il suo regno, il paese conobbe un grande sviluppo economico e culturale, con la fioritura del teatro di drammaturghi come William Shakespeare. Elisabetta, la “Regina Vergine”, non si sposò mai e non ebbe eredi. Con la sua morte nel 1603, la dinastia dei Tudor si estinse, lasciando il trono agli Stuart.

Immagine in evidenza: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 23/09/2025

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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