La legalizzazione della prostituzione è da molto tempo un argomento di dibattito. Le leggi in merito variano enormemente di paese in paese: in alcuni è considerata un lavoro legale, in altri può essere punita persino con la pena capitale.
Con il termine prostituzione si fa riferimento a un’attività che consiste nell’offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro, rientrando nella più ampia categoria del lavoro sessuale. La questione viene studiata da diversi punti di vista: sociale, morale, religioso, etico e politico, generando opinioni altamente contrastanti soprattutto riguardo alla sua legalizzazione.
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Pro e contro la legalizzazione: il dibattito in sintesi
Il dibattito sulla legalizzazione si articola principalmente attorno a temi come sicurezza, diritti individuali e sfruttamento. Vediamo le posizioni principali.
Argomenti a favore
- Sicurezza e salute: secondo i sostenitori, la legalizzazione garantirebbe la salute e la sicurezza delle persone coinvolte. La regolamentazione permetterebbe di stabilire standard sanitari obbligatori (es. controlli per le MST), fornire assistenza medica e creare ambienti di lavoro più sicuri.
- Diritti e riconoscimento: un altro argomento riguarda il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo. In nome dell’autonomia individuale, chi sceglie liberamente dovrebbe poterlo fare in un contesto legale che riconosca i suoi diritti di lavoratore.
- Riduzione del crimine organizzato: la legalizzazione toglierebbe il controllo del mercato al crimine organizzato, riducendo lo sfruttamento e la tratta di esseri umani e permettendo allo Stato di tassare i proventi.
Argomenti a sfavore
- Aumento dello sfruttamento: i critici sostengono che la legalizzazione, creando un mercato più ampio, non farebbe altro che aumentare la domanda e, di conseguenza, la tratta di esseri umani per soddisfarla.
- Dignità e oggettivazione: secondo altri, la legalizzazione normalizzerebbe l’oggettivazione del corpo, in particolare quello femminile. In questa visione, la prostituzione non è mai una libera scelta ma una forma di violenza e sfruttamento che degrada la dignità umana.
- Salute pubblica: infine, alcuni sostengono che la legalizzazione aumenterebbe la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, a causa di un potenziale aumento del numero di clienti e di rapporti.
I modelli legali sulla prostituzione a confronto
Attualmente nel mondo esistono quattro principali approcci legali, come analizzato anche in documenti di organizzazioni come le Nazioni Unite.
Modello legale | Descrizione e esempio |
---|---|
Proibizionista | Tutte le attività legate alla prostituzione (vendita, acquisto, sfruttamento) sono illegali e punite penalmente. Esempio: la maggior parte degli Stati Uniti. |
Abolizionista | La prostituzione in sé non è reato, ma sono puniti lo sfruttamento, il favoreggiamento e la gestione di case chiuse. Esempio: Italia. |
Regolamentarista | La prostituzione è un lavoro legale, regolamentato e tassato dallo Stato, esercitabile in contesti specifici (es. bordelli autorizzati). Esempio: Germania, Olanda. |
Neo-abolizionista (o modello nordico) | Criminalizza il cliente (chi acquista sesso) e lo sfruttatore, mentre offre percorsi di uscita e depenalizza chi si prostituisce. Esempio: Svezia, Francia. |
La situazione in Italia: la legge Merlin
In Italia vige il modello abolizionista, introdotto con la Legge n. 75 del 20 febbraio 1958, nota come Legge Merlin. Questa legge ha abolito la regolamentazione della prostituzione e ha chiuso le “case di tolleranza” (bordelli). Non punisce chi si prostituisce né il cliente (salvo casi specifici), ma sanziona penalmente chiunque induca, favorisca o sfrutti la prostituzione altrui.
Fonte immagine: Splitshire
Articolo aggiornato il: 21/09/2025
In Svezia non è proibito alla donna di vendere servizi sessuali ma è proibito all’uomo di comprarli.