Per definizione, una lingua è un sistema storicamente determinato e radicato nella coscienza dei parlanti, costituito da un insieme strutturato di segni convenzionali, attraverso il quale gli appartenenti a una comunità si esprimono e comunicano tra loro. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerare la lingua esclusivamente come un insieme di suoni e parole. È la branca della linguistica ad occuparsi di un’analisi e di un’osservazione più accurata. Essendo una scienza a tutti gli effetti, per coloro che non nutrono un particolare interesse nel campo, potrebbe risultare noioso, o addirittura incomprensibile, un discorso sui tecnicismi riguardanti i fenomeni fonologici, le funzioni semantiche o pragmatiche e via dicendo. Può essere, invece, più interessante osservare come una lingua è percepita nell’immaginario collettivo. Gli stereotipi sulle varie lingue sono risaputi ed ampiamente riconosciuti: il francese, l’italiano o lo spagnolo sono indubbiamente percepite come lingue romantiche, dal suono dolce e caldo. Basti pensare al prototipo di personaggio misterioso ed affascinante proposto da una grande varietà di film: sono alte le possibilità che parli proprio una di queste lingue! Allo stesso modo, esistono alcuni idiomi tendenzialmente considerati duri e cupi, come il tedesco. La reputazione e lo status della lingua tedesca meritano una più approfondita analisi.
Perché la lingua tedesca ha una reputazione così infelice?
Le motivazioni sono sicuramente da ricondurre sia a motivi fonetici, che storico-culturali.
Non esistono caratteristiche linguistiche specifiche che rendono una lingua più o meno “dura”; tuttavia, determinati elementi possono contribuire ad una tale percezione. Il tedesco è un sistema ricco di foni definiti “fricativi”, ossia prodotti dal fruscio dell’aria prodotta dalla fonazione (come [f], [v], [s]), con un’alta presenza di suoni uvulari nello specifico, cioè articolati in fondo alla gola. Sono molto comuni clusters di consonanti che possono risultare difficili da pronunciare per un parlante che è ha più familiarità con le lingue romanze (ad esempio <tsch>, <pf>, <st>).
È indispensabile, soprattutto in questo caso, sottolineare quanto il background storico influenzi la ricezione di una lingua: la lingua tedesca è tristemente associata al contesto della Germania nazista e, di conseguenza, ai discorsi pubblici di Hitler. Avviene un’associazione inconscia con il ricordo della guerra, del terrore, delle atrocità avvenute nei campi di concentramento. Ciò è ancora più fomentato da numerose figure nei vari media, che rafforzano questa connessione mentale proponendo, seppur spesso in chiave ironica, lo stereotipo dell’uomo tedesco arrabbiato, che urla e che ricorda (vagamente o meno) il temibile dittatore, esagerando le caratteristiche linguistiche prima citate.
Tutto considerato, non è, quindi, sorprendente che la lingua tedesca abbia una cattiva reputazione. Sarebbe, però, interessante tentare di decostruire questa concezione stereotipata e cercare di acquisire una nuova prospettiva, andando ad osservare, invece, ciò che di bello la lingua tedesca ha da offrirci.
Non bisogna dimenticare che un’ampissima gamma di opere letterarie di inestimabile valore è stata prodotta in tedesco, che è definita anche come “lingua della filosofia” e non è un caso: il tedesco ha una peculiarità, cioè l’abilità di creare nuove parole dal significato estremamente specifico. Un concetto che in italiano potrebbe necessitare di un’intera frase per essere espresso, in tedesco è reso in un’unica accurata parola, che incapsula un significato difficilmente traducibile.
Ecco alcuni esempi:
– Torschlusspanik: la paura che assale un individuo che sta invecchiando, che si rende conto di avere sempre meno tempo a disposizione e che evoca un senso di urgenza nel fare cose prima che sia troppo tardi
– Fernweh: dolore della mancata lontananza, forte desiderio di intraprendere un viaggio lontano da casa
Non è una sorpresa, quindi, che questa lingua sia prediletta da filosofi, poeti e scrittori. Questa peculiare caratteristica ha portato anche alla formazione di termini comici o ironici, come:
– Schnapsidee: idee stupide, senza senso o pessime generate da uno stato mentale alterato
– Verschlimmbesserung: un tentativo di migliorare le cose, che ha finito solo per farle peggiorare
In conclusione, la fama e la percezione di una lingua sono sempre spiegabili e giustificabili dal punto di vista sociale, storico, culturale o propriamente linguistico. È un esercizio interessante, tuttavia, spostare l’attenzione da ciò che lo stereotipo ci suggerisce e scoprire nuove sfaccettature: potremmo imbatterci in piacevoli ed inaspettate sorprese, che potrebbero addirittura capovolgere la nostra idea iniziale.
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