Negli ultimi anni, la realtà in cui viviamo ci sta abituando a confrontarci con queste semplici e spaventose parole: violenza e revenge porn. Attribuiamo, in maniera quasi spontanea, la parola violenza ad aggressioni fisiche e sessuali, che coinvolgono il contatto fisico , inconsapevoli di quanto, anche, la violenza psicologica e quella indotta dalla tecnologia siano parte integrante delle nostre vite.
Se da una parte l’uso diffuso dei social ci ha permesso di ridurre le distanze, di favorire le comunicazioni e di conoscere e imparare nuove cose, dall’altra ha anche provocato la diffusione di fenomeni negativi e dannosi, i cui protagonisti sono le persone, senza alcuna distinzione di sesso ed età e un esempio è dato proprio dal fenomeno del revenge porn.
Cos’è il revenge porn?
Il termine revenge porn nella lingua inglese significa letteralmente “vendetta porno” e fa riferimento ad uno dei maggiori fenomeni in crescente sviluppo in Italia, come nel resto del mondo. Un termine che descrive qualsiasi immagine o video sessualmente esplicito creato e/o distribuito senza il consenso della persona ritratta. Immaginare di poter comprendere ciò che spinge una persona a condividere immagini o video intimi di una persona, sarebbe estremamente complesso, in primo luogo perché non esiste ragione plausibile che possa giustificare un atto simile. Vendetta, ricatto, guadagno economico, cattiveria, fragilità, mancanza di empatia e sensibilità: tutto questo e molto altro spingono una persona a distruggere la vita di qualcun altro.
Quali sono le sue conseguenze?
Spesso quando si parla di violenza e revenge porn, si commette il grave errore di colpevolizzare la vittima, ma si può davvero essere colpevoli di essersi fidati di qualcuno? Si può davvero pensare che la vittima sia stata giustamente punita perché generatrice di un danno?
Vi è, infatti, una certa propensione a non considerare le reali conseguenze morali e fisiche di cui le vittime sono protagoniste. Gran parte delle vittime, infatti, sono esposte ad una maggiore stigmatizzazione sociale ed è esperienza comune quella di sviluppare sintomi da stress post-traumatico, ansia, depressione e abuso di alcol. Il timore di essere nuovamente oggetto di attacco, giudizio e derisione sviluppa, nelle vittime di revenge porn, profonda e totale sfiducia verso se stesse e preoccupazione verso la propria sicurezza personale.
Talvolta, in seguito alla pubblicazione di materiale sessuale, le vittime di revenge porn, diventano vittime di stalking da parte di sconosciuti. In altri casi alcune vittime sono state costrette ad abbandonare la propria cittá e il proprio paese, altre ancora sono state allontanate dal loro posto di lavoro e hanno incontrato numerose difficoltá nella ricerca di un nuovo impiego.
Per tutte queste tristi ragioni è fondamentale aumentare la consapevolezza del fenomeno del revenge porn, educare al corretto uso della tecnologia, uno strumento sempre più utilizzato per intimidire e umiliare, insegnare a rispettare e a comprendere gli altri e soprattutto le loro scelte, ricordare che nessuno è perfetto. Andare oltre, perché è davvero molto semplice rifugiarsi nella banalità del giudicare; Jean de la Fontaine affermava: «Bisogna aiutarsi l’un l’altro, è legge di natura».
Nonostante questo fenomeno si presti sempre più all’attenzione dei media, molte persone sono ignare del fatto che il revenge porn sia considerato un reato, perché qualsiasi forma di diffusione di materiale sessuale senza alcun consenso da parte della vittima, comporta conseguenze fisiche e psicologiche analoghe ad ogni forma di violenza e abuso sessuale.
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