Eresia ariana, cos’è e quando si diffuse

Eresia ariana, il primo concilio ecumenico

L’eresia ariana: cos’è e quando si sviluppò

L’eresia ariana, cos’è e quando si sviluppò. Durante i primi secoli del primo millennio, il cristianesimo era in metamorfosi continua. I teologi cristiani iniziavano per la prima volta ad elaborare quelle dottrine che diverranno poi i dogmi fondanti del cattolicesimo nei secoli a seguire. In particolare, all’inizio del trecento, un argomento su tutti trovò grande dibattito e punti di vista differenti che si andarono a scontrare: la Trinità divina.

L’eresia ariana: un dibattito sulla trinità divina

In particolare il teologo Ario (da cui il termine “arianesimo”) elaborò un’interpretazione delle relazioni delle figure della Trinità (soprattutto quella tra il Padre e il Figlio) che ebbe un seguito tale che l’imperatore Costantino stesso deciderà di risolvere la questione indicendo il primo consiglio di Nicea (primo concilio ecumenico cristiano, avvenuto nel 325) che terminerà condannando come eretica tale dottrina, coniando poi nei decenni a seguire il termine, appunto, di eresia ariana.

Ario e l’interpretazione delle relazioni della trinità

Ario non negava la Trinità, ma ne contestava i rapporti tra le parti. Il Figlio, non era parte del Padre e, quindi, egli stesso divenuto uomo (come stabilito nelle dottrine dei teologi cristiani del tempo, che ammettevano la consustanzialità della Trinità) ma era bensì stato creato dal Padre e ne era quindi subordinato (teoria del subordinazionismo). Non può quindi essere considerato Dio alla pari del padre, di cui è una creatura, ma come un’entità divina (superiore all’umanità questo certamente) che è stata creata e che, quindi, ha avuto un inizio, un principio.

Il concilio di N e la condanna dell’eresia ariana

Le teorie di Ario arrivarono alle orecchie dell’imperatore Costantino quando iniziarono a diffondersi ad un numero di persone sempre più cospicuo, portando così l’imperatore, come detto in precedenza, a prendere la decisione di convocare quello che di fatto sarà il primo concilio ecumenico cristiano della storia: il concilio di Nicea del 325.

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La scelta di convocare tale concilio non fu solamente di carattere religioso, anzi. Costantino era infatti per lo più preoccupato della stabilità precaria in cui versava l’impero in quel momento, e prendere una decisione di carattere teologico ben precisa era determinante soprattutto sotto l’aspetto politico.

Durante il concilio Ario tentò di convincere l’assemblea della validità delle sua tesi senza però riuscire nell’impresa. L’idea portante secondo cui il Figlio non era uguale al Padre e, quindi, non divino quanto lui, o che sia esistito un tempo in cui il Figlio, di fatto, non esisteva, non trovarono alcuno spiraglio nell’ideologia ben radicata degli altri ecumenici che, anzi, contrastarono ferocemente le sue argomentazioni. Il concilio terminò in modo drammatico per Ario, che fu bandito ed esiliato in Illiria e vide le sua dottrina condannata come eretica dai niceni (eresia ariana). Questi ultimi, inoltre, coniarono per la prima volta una definizione che costituirà la base del cristianesimo storico, ovvero homooùsios (in latino “consustanzialità” o in greco “di uguale essenza”) per definire una volta per tutte il rapporto tra Padre e Figlio in relazione alla Trinità cristiana.

L’eresia ariana: la condanna e la sua evoluzione

La condanna per eresia, però, non bloccò totalmente la diffusione dell’arianesimo che continuò dipendente dalla filosofia teologica degli imperatori che si susseguirono nei decenni successivi. Ad esempio, con Costanzo II (convinto sostenitore della fede ariana), furono indetti numerosi concili per definire (e modificare) ancora una volta i dogmi fondanti della cristianità, con le teorie ariane che subirono un forte sviluppo, spinte anche dall’influenza che l’imperatore stesso aveva sulle decisioni dei suddetti concili.

L’arianesimo sotto costanzo ii

Dopo la condanna del Concilio di Nicea, l’eresia ariana continuò a diffondersi, favorita dal sostegno di imperatori come Costanzo II.

L’editto di tessalonica e la sconfitta dell’arianesimo

Sarà con Teodosio, nel 380, che l’arianesimo subirà la sua sconfitta definitiva. Emanando l’editto di Tessalonica, infatti, l’imperatore dichiarava il cristianesimo ortodosso come religione di Stato, definendo per la prima volta la religione professata dalla Chiesa come “cattolica” (dal greco “katholico””, ovvero “universale”). Tutte le altre dottrine, arianesimo compreso, verranno, da quel momento in poi, bollate definitivamente come eretiche.  

Fonte immagine sull’eresia ariana: Wikipedia. 

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